"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

sabato 26 dicembre 2020

Maitreyī, La dottrina advaita dell’avatāraṇa - II

Maitreyī
La dottrina advaita dell’avatāraṇa - II

2.

È facile capire come il jīva assuma un altro corpo e come vada in un altro mondo, perché il jīva è sempre associato alla mente. Ma Īśvara non ha affatto mente; non essendo localizzato, in quanto onnipervadente, come può avere un’avatāraṇa? Īśvara non ha né un mondo esterno né uno stato di veglia o di sogno in cui collocarsi, perché gli stati sono in lui.

lunedì 21 dicembre 2020

Maitreyī, La dottrina advaita dell’avatāraṇa - I

Maitreyī
La dottrina advaita dell’avatāraṇa - I

Avatāraṇa è termine sanscrito che deriva dalla composizione del prefisso verbale ava, che significa giù, e della radice tṛ, che vuol dire attraversare, passare e apparire. Il significato è quello di una discesa o apparizione improvvisa e immediata. L’avatāraṇa, dunque, indica la comparsa di qualcosa a qualcuno. Nella Bhakti e nelle altre vie della conoscenza non suprema, la discesa è prevalentemente connessa con il dio Viṣṇu, in quanto mantenitore dell’ordine cosmico. Nell’Advaita Vedānta[1], invece, l’avatāra è interpretato da un punto di vista eminentemente metafisico e perciò non è identificato con una particolare funzione divina[2]. La Bhagavad Gītā, uno dei testi fondamentali vedāntici (prasthāna traya[3]), è la fonte principale per la dottrina dell’avatāraṇa[4]. In questo breve studio si esaminerà l’interpretazione śaṃkariana in quanto la più autorevole. L’autrice si basa, inoltre, sugli insegnamenti di Pūjya Svāmī Satchidānandendra Sarasvatī Mahārāja e di Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja.

domenica 13 dicembre 2020

René Guénon, Studi sull'Induismo - XI - Sanâtana Dharma

René Guénon, Studi sull'Induismo

XI - Sanâtana Dharma[1]

La nozione del Sanâtana Dharma è una di quelle che non hanno in Occidente un equivalente esatto, al punto che appare impossibile trovare un termine o un’espressione che ne renda il significato in modo completo e in tutte le accezioni; qualsiasi traduzione che di essa si potrebbe proporre risulterebbe, se non interamente falsa, per lo meno molto inadeguata.

sabato 5 dicembre 2020

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī, Avidyā e Māyā

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī
Avidyā e Māyā
Distinzione tra l’Ignoranza e l’Illusione nelle sue applicazioni metodiche
[1]

Si sa che l’unico insegnamento delle Upaniṣad è che la Realtà è il Tutto unico senza secondo e che quella Realtà è chiamata Brahman, Principio più grande di qualsiasi grandezza, non essendo limitato da nulla. Esso è anche chiamato Ātman, perché è il vero Sé di ogni cosa e di ognuno di noi.