"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

sabato 28 febbraio 2015

Michel Vâlsan, Sullo Shaykh Al-Alawî (1869-1934)

Michel Vâlsan
Sullo Shaykh Al-Alawî (1869-1934)

L’opera di Martin Lings recentemente apparsa in traduzione francese, Un Saint Musulman du vingtième siècle: Le Cheikh Al-Alawî[1], è già stata recensita sulla nostra rivista in occasione dell'uscita dell'edizione originale inglese[2].

venerdì 27 febbraio 2015

René Guénon, Monoteismo e angelologia

René Guénon
Monoteismo e angelologia * 
* Études Traditionnelles, ottobre-novembre 1946. (Rivista di Studi Tradizionali n. 8)

Quanto abbiamo detto in altri nostri studi permette di capire di quale natura sia l’errore che può dare origine al politeismo: quest’ultimo, che non è dopo tutto se non il caso più spinto di «associazione»[1], consiste nell’ammettere una pluralità di principi considerati completamente indipendenti, mentre invece non sono e non possono essere in realtà che aspetti più o meno secondari del Principio supremo.

giovedì 26 febbraio 2015

‘Abdul-Hâdî - Ivan Agueli, L’Universalità nell’Islam

Abdul-Hâdî - Ivan Agueli
L’Universalità nell’Islam
*
 


Abbiamo voluto sviluppare, sotto la forma di una trasfigurazione solare del paesaggio esotico [1], la dottrina del reale secondo l’“Identità suprema”. Abbiamo visto che, nonostante l’unità assoluta, esistono dal punto di vista umano, particolare o disgiuntivo, due realtà: la collettiva e la personale.

mercoledì 25 febbraio 2015

René Guénon, Lettere a Guido De Giorgio - 1

René Guénon
Lettere a Guido De Giorgio - 1

Parigi, 20 Novembre 1925
51, Rue St. Louis-en-l’Ile (IVe)

Caro Signore,
Cominciavo ad essere preoccupato per non aver ricevuto nulla da voi dopo la vostra cartolina di luglio e, temendo che foste ancora sofferente, pensavo di scrivervi qualche parola per domandar vostre nuove, allorché m’è giunta la vostra lettera. Da allora, rinvio da un giorno all’altro la risposta, perché son sempre stato molto occupato dal mio ritorno qui, di modo che ora sono io, a mia volta, ad essere davvero in ritardo con voi. Vi invio questa lettera a Varazze, ove penso che, secondo quanto mi diceste, vi dovreste essere reinstallato già da qualche tempo.

martedì 24 febbraio 2015

I. M. Casanowicz, Sciamanesimo dei nativi siberiani

I. M. Casanowicz*
Sciamanesimo dei nativi siberiani**

Con sciamasesimo s’intendono quelle credenze magico-religiose e pratiche ritrovate generalmente nelle comunità primitive nelle quali il prete o il funzionario religioso è uno sciamano.

sabato 21 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. La tomba di Ermete

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

La tomba di Ermete[1]

Ciò che abbiamo detto riguardo a certe imprese «pseudo-iniziatiche» potrebbe facilmente far comprendere le ragioni per cui siamo pochissimo invogliati a trattare questioni che tocchino più o meno da vicino l’antica tradizione egizia.

venerdì 20 febbraio 2015

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî, La perfetta adorazione (Mawqîf 4)

'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî
La perfetta adorazione*

* Mawqif 4

Ma no: erano jinn quelli che essi adoravano e in cui la maggior parte di essi credeva. [Cor. 34,41][1]
Una notte mi trovavo nella Moschea sacra, vicino al matâf[2], rivolto verso la Ka'ba, immerso nell'invocazione (dikr). Tutti dormivano. Le voci si erano zittite. Improvvisamente alcune persone vennero a sedersi accanto a me, alla mia destra e alla mia sinistra, e iniziarono a invocare Dio. Una domanda mi sorse nella mente: “Chi tra noi è il meglio avviato sulla strada di Dio?”. Poco dopo che il pensiero mi era balenato, Dio mi strappò al mondo e a me stesso, indi proiettò[3] su di me la Sua parola: « Ma no: erano jinn quelli che essi adoravano».

giovedì 19 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Ermete

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

Ermete[1]

Parlando della tradizione ermetica, dicevamo che essa si riferisce propriamente ad una conoscenza d’ordine non metafisico, ma soltanto cosmologico, intendendo quest’ultimo termine nella sua duplice applicazione «macrocosmica» e «microcosmica».

mercoledì 18 febbraio 2015

Patrick Geay, Il capovolgimento psicanalitico: da Freud a Jung

Patrick Geay
Il capovolgimento psicanalitico: da Freud a Jung* [1]

Nel suo libretto consacrato alla mistica ebraica [2], Ch. Mopsik evocava recentemente, senza discuterla, l’esistenza d’una «tesi abbastanza nuova (che) vede nella cabala l’ispiratrice del pensiero di Freud, il padre della psicanalisi». Questa tesi, abbastanza strana del resto, non ha provocato praticamente nessuna analisi critica. Ci proponiamo, in questo primo capitolo, di cercare di capire il senso di questa presunta filiazione, al fine di dimostrare se, al contrario, la psicanalisi non rappresenti una versione caricaturale delle antiche iniziazioni da una parte, e dei principi ermeneutici tradizionali dall’altra. Una delle caratteristiche più paradossali delle differenti ideologie che hanno contribuito a plasmare il mondo moderno risiede nel fatto ch’esse conservano tutte, almeno su certi punti, una struttura e una vocazione “religiosa”, e questo nonostante i loro presupposti fondamentalmente antireligiosi.

martedì 17 febbraio 2015

René Guénon. Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. «La Tradizione Ermetica»[

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

«La Tradizione Ermetica»[1]

Con il titolo La Tradizione Ermetica nei suoi simboli, nella sua dottrina e nella sua «Ars Regia»[2] Julius Evola ha dato recentemente alle stampe un’opera interessante da molti punti di vista, ma che dimostra una volta di più, se ce ne fosse bisogno, l’opportunità dei nostri scritti ultimi, riguardo ai rapporti fra l’iniziazione sacerdotale e l’iniziazione regale[3].

domenica 15 febbraio 2015

Max Giraud, A proposito de «Le Livre noir de la psychanalyse»

Max Giraud
A proposito de «Le Livre noir de la psychanalyse»*

La recente pubblicazione di questo libro (sotto la direzione di Catherine Meyer, Éditions des Arènes, Parigi, 2005, 831 pagine) ci dà l’opportunità di ritornare su un soggetto che René Guénon ha affrontato nel suo insegnamento: quello dei “misfatti della psicanalisi” [1].
Quest’opera, quantitativamente imponente, è il frutto della collaborazione di quaranta autori presentati come parte, nei rispettivi campi, dei migliori specialisti al mondo: storici, filosofi, psicologi, medici, ricercatori. Sono stati utilizzati anche alcuni “pazienti”. Molti di loro hanno “creduto”, a un certo punto della loro vita, nella psicanalisi, e l’hanno talvolta applicata in modo professionale, il che significa che hanno personalmente subito un’analisi, in conformità alle regole generalmente osservate dalla professione. Si tratta quindi d’uno studio condotto in gran parte “dall’interno” e, anche quando non è il caso, non si può certo sospettare i suoi collaboratori di mancare d’informazioni sul soggetto trattato. Alcuni tuttavia non hanno mancato d’accusare gli autori d’appartenere a una “scuola” rivale della psicanalisi, il che rimetterebbe in discussione la loro imparzialità e disinteresse [2].

sabato 14 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Il «Siphra di-Tzeniutha»

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

Il «Siphra di-Tzeniutha»[1]

Paul Vulliaud ha appena dato alle stampe, primo di una serie di «testi fondamentali della Cabala», una traduzione del Siphra di-Tzeniutha, facendolo precedere da una lunga introduzione, molto più lunga dello stesso testo tradotto, anzi dei due testi tradotti, perché, in realtà, nel volume in questione vi sono due versioni successive del testo, una letterale e l’altra parafrasata.

venerdì 13 febbraio 2015

Titus Burckhardt, Introduzione alle dottrine esoteriche dell’Islam, I - La natura del Sufismo - I Rami della Dottrina

Titus Burckhardt
Introduzione alle dottrine esoteriche dell’Islam 

I - La natura del Sufismo
I Rami della Dottrina
La dottrina sufica non essendo una filosofia, cioè un pensiero completamente umano, non appare come lo sviluppo omogeneo di un punto di vista mentale; essa riunisce necessariamente una molteplicità di prospettive che possono talvolta contraddirsi, se si considerano solo le loro forme logiche senza tener conto della realtà universale cui tutte si riferiscono.

giovedì 12 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. «La Cabala ebraica»

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

«La Cabala ebraica»[1]

Fino ad oggi, per lo studio della Cabala, non esisteva alcun lavoro d’insieme che, presentasse un carattere veramente serio; infatti, il libro di Adolphe Frank, malgrado la sua fama, mostra soprattutto fino a qual punto l’autore, imbevuto di pregiudizi universitari e per di più completamente digiuno di ebraico, era incapace di comprendere l’argomento che si è sforzato di trattare; quanto a certe compilazioni tanto indigeste quanto fantasiose, come quella di Papus[2], è meglio non parlarne. Vi era dunque una deplorevole lacuna da colmare, e ci pareva che l’importante lavoro di Paul Vulliaud[3] dovesse essere precisamente destinato a questo; eppure, benché questo lavoro sia fatto molto coscienziosamente e benché in esso vi siano molte cose interessanti, dobbiamo confessare che, leggendolo, abbiamo provato una certa delusione.

mercoledì 11 febbraio 2015

Sâmir AbdulKarîm Al-Hâdfî, Le sette torri del Diavolo


Sâmir AbdulKarîm Al-Hâdfî
Le sette torri del Diavolo

“però che come su la cerchia tonda
Montereggion di torri si corona,
cosìn la proda che ‘l pozzo circonda
torreggiavan di mezza la persona
li orribili giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora, quando tona”[1].

Questi versi della Divina Commedia ci sono venuti in mente leggendo l’articolo “Ereditammo soltanto un cofano, lo abbiamo perso[2], dove sono affrontati alcuni aspetti tradizionali della figura di Alessandro Magno. Nel “Iskandr-nâma” (Libro di Alessandro) di Nizâmî, la saga persiana che racconta l’epica di Sayîdnâ Dhû Al-Qarnaîn, particolare attenzione viene data all’episodio della costruzione della Grande Muraglia, al fine di contenere le orde bibliche di Gog e Magog. Stando al simbolismo tradizionale, questa Grande Muraglia circonda il nostro mondo e lo protegge contro l’intrusione delle influenze malefiche della sfera sottile inferiore. Il contenimento dello sciame apocalittico riuscì riempiendo il valico tra due montagne con minerale di ferro fuso cui si aggiunse rame fuso. Alessandro il Bicorne così, con una guerra, pose termine, almeno fino allo straripamento finale, ad un disordine e ristabilì l’ordine, rappresentando il processo cosmico di reintegrazione del manifesto nell’Unità Principiale.

martedì 10 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Cabala e scienza dei numeri

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

Cabala e scienza dei numeri[1]

Abbiamo sovente insistito sul fatto che le «scienze sacre» appartenenti ad una data forma tradizionale ne costituiscono realmente parte integrante, perlomeno a titolo di elementi secondari e subordinati, lungi dal rappresentarne solamente delle specie di aggiunte avventizie, che vi si sarebbero ricollegate più o meno artificialmente.

lunedì 9 febbraio 2015

Gaston Georgel, La definizione di "Ultimi Tempi" secondo la dottrina tradizionale dei cicli cosmici

Gaston Georgel
La definizione di "Ultimi Tempi" secondo la dottrina tradizionale dei cicli cosmici.[1]

È prima di tutto necessario precisare cosa debba qui intendersi per «Ultimi Tempi», e situarli pertanto nello sviluppo provvidenziale della storia del Mondo. 

domenica 8 febbraio 2015

Aḥmad ibn ‘Ajība, Al-taṣawwuf

Aḥmad ibnAjība
Al-taṣawwuf

Il «sufismo», è la scienza per la quale si conoscono le modalità del viaggio verso il Re dei re; è anche la purificazione (taṣfiya) interiore dai vizi (radhā’il) e l’abbellimento interiore di tutte le virtù (faḍā’il); o l’annullamento (ghayba) della creatura, che essa sia immersa nella visione (shuhūd) della Verità (Dio; al-Ḥaqq), o che sia ritornata verso il mondo manifestato (al-athar)[1],[2].

sabato 7 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Qabbalah

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

Qabbalah[1]

La parola Qabbalah, in ebraico, non significa altro che «tradizione», nel senso più ampio; e per quanto il più delle volte, essa designi la tradizione esoterica o iniziatica, quando viene usata senza ulteriori specificazioni, si arriva perfino ad applicarla alla tradizione exoterica[2].

venerdì 6 febbraio 2015

Meister Eckhart, Praedica verbum

Meister Eckhart
Praedica verbum

Oggi e domani si legge una paroletta a proposito del mio signore san Domenico. San Paolo la scrive nell'Epistola e significa: "Pronuncia la parola, esprimila, producila, genera la parola!".

giovedì 5 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Alcune considerazioni sul nome Adamo

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

Alcune considerazioni sul nome Adamo[1]

Nel nostro studio sulla «situazione della tradizione atlantidea nel Manvantara», abbiamo detto che il nome Adam significa letteralmente «rosso», e che questo è uno degli indizi del collegamento della tradizione ebraica con quella atlantidea, che fu quella della razza rossa.

mercoledì 4 febbraio 2015

Havismat (Guido De Giorgio), L’attimo e l'eterno

Havismat (Guido De Giorgio)
L’attimo e l'eterno

(Tratto da "Introduzione alla Magia - Gruppo di UR - Volume II". Edizioni Mediterranee)


Si può dire che il sacro si distingue dal profano perchè volto essenzialmente verso il passato per fissare le tappe di uno sviluppo che, necessariamente, trova il suo apice in un "presente": questo presente è il punto metafisico in cui sfocia l’eternità e si dissolvono i mondi in una ampiezza che non ha margine, in una durata che non ha ritmo, in una beatitudine che non ha fine.

martedì 3 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. La situazione della civilta atlantidea nel «Manvantara»

René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

La situazione della civilta atlantidea nel «Manvantara»[1]

Abbiamo appena segnalato, con Atlantide et Hyperborée, la confusione che troppo frequentemente si fa tra la Tradizione primordiale, in origine «polare» nel senso letterale della parola, e il cui punto di partenza è quello stesso del presente Manvantara, e la tradizione derivata e secondaria che fu la tradizione atlantidea, riferentesi ad un periodo molto più ristretto.

domenica 1 febbraio 2015

René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Atlantide e regione iperborea


René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
 

Atlantide e regione iperborea[1]

Nella rivista Atlantis (giugno 1929), Paul Le Cour riprende la nota di un nostro articolo dello scorso maggio[2] in cui affermavamo la distinzione fra Regione iperborea e Atlantide, contro coloro che vogliono confonderle e che parlano di «Atlantide iperborea». A dire il vero, sebbene questa espressione sembri effettivamente appartenere soltanto a Paul Le Cour, non era a lui solo che pensavamo, scrivendo quella nota, perché egli non è certo l’unico a confondere le questioni di cui si tratta. Tale confusione la si trova ugualmente in Herman Wirth, autore di un’importante opera sulle origini dell’umanità (Der Aufgang der Menschheit), edita di recente in Germania: questi usa costantemente il termine «nord-atlantico» per designare la regione che costituì il punto di partenza della tradizione primordiale.