"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

giovedì 24 gennaio 2019

René Guénon, L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta - 15. Lo stato incondizionato di Âtmâ

René Guénon
L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta

15. Lo stato incondizionato di Âtmâ

«Veglia, sogno, sonno profondo, e ciò che è oltre, sono i quattro stati di Âtmâ; il più grande (mahattara) è il Quarto (Turîya). Nei primi tre sta Brahma con uno dei Suoi piedi; nell’ultimo, ha tre piedi».[1]

martedì 22 gennaio 2019

Detti e fatti dei Padri del deserto I/VI - Di Dio


Detti e fatti dei Padri del deserto

Di Dio
«Se l'uomo non dice nel suo cuore: «Dio e io siamo soli al mondo", non avrà mai riposo», disse l'abate Alonio.

venerdì 18 gennaio 2019

René Guénon, L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta - 14. Lo stato di sonno profondo o la condizione di Prâjna

René Guénon
L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta

14. Lo stato di sonno profondo o la condizione di Prâjna

«Quando l’essere che dorme non prova alcun desiderio e non è soggetto ad alcun sogno, il suo stato è quello di sonno profondo (sushupta-sthâna); colui (vale a dire Âtmâ stesso in questa condizione) che in questo stato è divenuto uno (senza alcuna distinzione o differenziazione),[1] che si è identificato con un insieme sintetico (unico e senza determinazione particolare) di Conoscenza integrale (Prajnâna-ghana),[2] che è (per penetrazione e assimilazione intima) pieno di Beatitudine (ânandamaya), che gode veramente di questa Beatitudine (Ânanda, quale dominio a lui proprio) e la cui bocca (lo strumento di conoscenza) è (unicamente) la Coscienza totale (Chit) stessa (senza intermediari o particolarizzazioni di alcun genere), costui è chiamato Prâjna (Colui che conosce al di fuori e di là da ogni condizione speciale): questa è la terza condizione».[3]

mercoledì 16 gennaio 2019

Śrī Śrī Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārājajī, Commento a Bhagavad Gītā, II.57-61

Śrī Śrī Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārājajī
Commento a Bhagavad Gītā, II.57-61[1]
Colui che è senza attaccamento, che non si rallegra quando ottiene il bene né si lamenta quando ottiene il male, è fermamente fissato nella perfetta conoscenza.Colui che è in grado di ritirare dagli oggetti dei sensi le sue facoltà di sensazione, come la tartaruga ritrae le sue membra nel guscio, deve essere considerato incrollabilmente stabilito nella conoscenza.

lunedì 14 gennaio 2019

René Guénon, L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta - 13. Lo stato di sogno o la condizione di Taijasa

René Guénon
L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta

13. Lo stato di sogno o la condizione di Taijasa

«La seconda condizione è Taijasa (il “Luminoso” nome derivato da Têjas, che è la designazione dell’elemento igneo), la cui sede è nello stato di sogno (swapna-sthâna), che ha la conoscenza degli oggetti interni (mentali), ha sette membra e diciannove bocche, e ha per dominio il mondo della manifestazione sottile».[1]

sabato 12 gennaio 2019

Gian Giuseppe Filippi, Meditazione sul simbolo e Contemplazione dell’Assoluto

Gian Giuseppe Filippi
Meditazione sul simbolo e Contemplazione dell’Assoluto[1]

Su questo medesimo Sito (*) è già stato spiegato come il rinunciante che ha adottato la vita del saṃnyāsin paramhāṃsa[2] debba seguire la disciplina dell’ascolto (śrāvaṇa) delle Upaniṣad dalla bocca di un maestro e ponderare su di essa regolarmente e continuamente fino a raggiungere in questa vita l’immediata visione del Sé.

mercoledì 9 gennaio 2019

René Guénon, L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta - 12. Lo stato di veglia o la condizione di Vaishwânara

René Guénon 
L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta

12. Lo stato di veglia o la condizione di Vaishwânara

«La prima condizione è Vaishwânara, la cui sede[1] è nello stato di veglia (jâgarita-sthâna), che ha la conoscenza degli oggetti esterni (sensibili), ha sette membra e diciannove bocche, e ha per dominio il mondo della manifestazione grossolana».[2]

lunedì 7 gennaio 2019

Gabriele Rossetti, Le prove iniziatiche della Divina Commedia

Gabriele Rossetti
Le prove iniziatiche della Divina Commedia

La divina commedia derivò dalla scienza occulta
 e ne contiene il misticismo

Abbastanza ci siam trattenuti alla porta della Iniziazione, per considerarne l’angelo portinajo, le chiavi misteriose, la piazione che prepara l’espiazione, i tre passi ascendenti del poeta, i tre colpi ch’ei si dà al petto, e le tante altre cose significanti che vano sarebbe il ripetere.