Ibn 'Arabi
Le quattro mogli e i quattro elementi[1].
Così la nostra legge è apparsa come la legge rivelata più perfetta perché segue il corso delle realtà universali[2].
Le quattro mogli e i quattro elementi[1].
Così la nostra legge è apparsa come la legge rivelata più perfetta perché segue il corso delle realtà universali[2].
Per questo il detentore della Legge islamica ricevette le Parole sintetiche, fissando a quattro mogli (corrispondenti ai quattro elementi) e vietando di prenderne oltre in matrimonio, ma senza tener conto delle schiave concubine (mulk al-yamîn), che ne legalizzò malgrado tutto il possesso per farne il quinto elemento (quintessenza)[3] del quale alcuni studiosi ne sostengono l’esistenza.
Gli stessi elementi (che procedono) dal mondo della natura, sono in numero di quattro[4] ed è dall'«accoppiamento» del mondo superiore con questi quattro elementi che Dio fa esistere tutto ciò che si produce[5]. A questo proposito ci sono almeno sei scuole distinte:
Una di loro afferma che ogni elemento è un principio a sé stante (o: autonomo)[6].
Un’altra sostiene che l’elemento fuoco è principio degli altri, essendo l’aria la condensazione del fuoco, l’acqua una consensazione dell’aria e la terra una condensazione dell’acqua[7].
Altri affermano che l’aria è il principio originale che si trasforma in fuoco per evaporazione[8] e in acqua per condensazione;
Altri sostengono che è l'acqua è all’origine degli altri tre;
Altri vedono nella terra l’elemento principiale;
Altri ancora suggeriscono l’esistenza di un quinto elemento diverso dagli altri quattro (che ne sarebbe l’origine) di cui abbiamo stabilito la corrispondenza con il concubinaggio (mulk al-yamîn, lett. «possesso di uno schiavo»).
La nostra legge, in virtù del suo carattere sintetico in materia di «matrimonio», include quindi un quinto elemento affinché tutte le scuole (tendenze) vi siano rappresentate.
Ibn 'Arabi, Futûhât, cap. 11, Trad. A. Penot, Les révélations de la Mecque, p.203-204. Le note non sono del traduttore francese
[2] wa kazâlika jâ’a shar’unâ akmal ash-sharâ’i’ haythu jarâ majrâ al-haqâ’iq al-kulliyyah.
[3] al amr al-khâmis.
[4] ka-zâlika al-arkân min ‘âlam at-tabî’ah arba’ah.
[5] wa bi-nikâh al-‘âlam al-‘uluwî li-hazihi al-arba’ah yûjadu-Llâh mâ yatawalladu fîhâ.
[6] asl fî nafsihi.
[7] ruknu-n-nâr huwa-l-asl famâ kathafa minhu kâna hawâ’, wa mâ kathafa mina-l-hawâ’ kâna mâ’, wa mâ kathafa mina-l-mâ’ kâna turâban.
[8] mâ sakhafa minhu kâna nâr.
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