Ibn 'Arabî
Al-Futûhâtu-l-Makkiyyah
Capitolo 366 (Prima parte)
Concernente la conoscenza della dimora dei ministri (wuzarâ’) del Mahdî, che apparirà alla fine dei tempi, come indicò l’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, e che sarà della Gente della Casa (ahlu-l-bayt)
Invero l’Imâm ha bisogno del ministro
e la sfera dell’Esistenza ruota intorno a loro due
ed il Re, se le sue condizioni non fossero sostenute
dall’esistenza di questi due, certamente perirebbe
Ma non il Dio Vero, poiché egli è trascendente;
in ciò che Egli vuole non c’è presso di Lui un ministro.
Il Dio Vero è troppo elevato nella Sua Sovranità
Sappi, che Allâh ci assista, che Allâh ha un Califfo che apparirà quando la terra sarà già piena di ingiustizia e di oscurità, e la riempirà di giustizia ed equità; restasse pure solo un giorno a questo mondo, Allâh prolungherà questo giorno fintanto che non governerà questo Califfo della famiglia dell’Inviato, su di lui il Saluto e la Pace. Egli sarà discendente di Fâtima ed il suo nome sarà una ripetizione di quello dell’Inviato, su di lui il Saluto e la Pace, e suo avo sarà al-Hasan, figlio di ‛Alî, figlio di Abû Talîb. Egli sarà riconosciuto (Califfo) tra l’Angolo (della Pietra Nera) e la Stazione (di Abramo); assomiglierà all’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, quanto all’aspetto (khalq), ma sarà inferiore a lui nel carattere (khulq), poiché non vi è nessuno simile all’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, per ciò che concerne il suo carattere (akhlâq): infatti Allâh ha detto riguardo a lui: "Invero tu hai un carattere eccelso!". Egli avrà la fronte ampia ed il naso aquilino; gli uomini più felici con lui saranno le genti di al-Kûfâ; egli dividerà la ricchezza con equità, sarà giusto con i sudditi e risolverà la controversia. Un uomo verrà da lui e gli dirà: "O Mahdî, fammi un dono"; la ricchezza sarà nelle sue mani ed egli gliene getterà nella sua veste e costui non sarà in grado di portarla.
Egli uscirà in campo contro un periodo di lassezza (fatrah) in seno alla tradizione; Allâh dividerà in schiere (yaza‛u) per mezzo di lui ciò che non avrà diviso con il Corano. Egli si troverà di sera ignorante, gretto e vile e si sveglierà il più sapiente degli uomini, il più nobile ed il più coraggioso, poiché Allâh lo aggiusterà in una notte. La vittoria marcerà di fronte a lui ed egli vivrà 5, 7 o 9 (anni); egli seguirà le tracce dell’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, senza sbagliare; avrà un angelo che lo dirigerà senza che egli se ne avveda.
Egli sosterrà (il fardello di) ogni cosa, rafforzerà il debole nella verità, accoglierà l’ospite e…
Egli farà ciò che dirà, dirà ciò che saprà e saprà ciò che testimonierà.
Conquisterà la città bizantina col proclamare "Allâh è più grande", in compagnia di 70.000 musulmani tra i discendenti di Isacco; assisterà al più grande massacro, il "banchetto" (ma’dubah) di Allâh, sul prato di ‛Akkâ (San Giovanni d’Acri). Egli sterminerà l’iniquità e la sua gente, e raddrizzerà la tradizione; reinfonderà lo spirito nell’Islâm e con esso rinvigorirà l’Islâm dopo la sua degradazione e lo rivivificherà dopo la sua morte.
Egli ristabilirà la capitazione ed inciterà ad Allâh con la spada: chi rifiuterà sarà ucciso e chi sarà in contrasto con lui fallirà.
Egli farà apparire della tradizione ciò che la tradizione è in se stessa, ciò che l’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, avrebbe comandato se ci fosse stato; egli eliminerà dalla terra le differenti "scuole" (madhâhib) e non resterà che la pura tradizione.
I suoi nemici saranno i contraffattori dei sapienti, la gente dell’arbitrio (ijtihâd), poiché essi lo considereranno quanto ad autorità (hukm) in modo opposto all’opinione che avranno di lui i loro Imâm e si sottoporranno contro voglia alla sua autorità, per timore della sua spada e della sua potenza e per brama di ciò che gli apparterrà.
La generalità (‛âmmah) dei musulmani si rallegrerà di lui ancor più dell’élite (khawâss); faranno atto di fedeltà a lui i Conoscitori di Allâh, tra la gente delle realtà essenziali, per testimonianza (shuhûd) e svelamento (kashf) di una notificazione divina.
A lui apparterranno uomini divini (rijâl ilahiyyûn) che sosterranno lui e la sua causa: essi sono i ministri (wuzarâ’) che si assumeranno il peso dell’impero (mamlakah) e lo aiuteranno in ciò che Allâh gli ha affidato.
Su di lui scenderà Gesù, figlio di Maria, presso il minareto bianco a oriente di Damasco, tra due perizomi, appoggiato sulle spalle di due angeli, l’uno alla sua sinistra l’altro alla sua destra: l’acqua gocciolerà dalla sua testa a guisa di perle ed egli scenderà come se uscisse da un bagno (dîmâs).
La gente starà facendo la salât del pomeriggio e l’Imâm si scosterà per cedergli il posto ed egli avanzerà e presiederà la salât in pubblico, dirigendola secondo la sunnah di Muhammad, su di lui il Saluto e la Pace; egli spezzerà la croce ed ucciderà il porco, ed Allâh richiamerà a sé il Mahdî, puro e purificato.
Al tempo del Mahdî verrà ucciso as-Sufyânî, presso un albero dell’oasi di al-Ghûtah a Damasco, e verrà sterminato il suo esercito nel deserto tra Medina e Mecca, finché non resterà dell’esercito che un solo uomo della tribù dei Juhayna. Questo esercito si impadronirà per tre giorni della città dell’Inviato, su di lui il Saluto e la Pace, poi partirà alla volta di Mecca ed Allâh lo distruggerà nel deserto; e chi sarà in quell’esercito perché costretto ed obbligato, verrà radunato (al giorno del Giudizio) secondo la sua intenzione. I1 Corano è giudice (hâkim) e la spada è sterminatrice (mubîd), e per questo è stato tramandato che Allâh dividerà in schiere con la forza (sultân) ciò ché non avrà diviso con il Corano.
Ma il Sigillo degli Intimi sarà martire (shahîd)
e lo stesso Imâm dei Mondi sarà scomparso (faqîd).
Egli è il signore ben guidato, della famiglia di Ahmad,
egli è il tagliente e l’affilato quando distrugge
egli è il sole che caccerà ogni afflizione ed oscurità
egli è l’acquazzone di stagione quando è generoso.
Ed ormai è giunto a voi il suo tempo e siete nella sua epoca!
Egli apparirà nella quarta età, successiva alle tre passate; cioè l’età dell’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, la quale è l’età dei Compagni, poi quella che segue ed infine quella che segue la seconda, e nel frattempo vi sono delle pause (fatarât). Accadranno molte cose, si diffonderanno le sette e verrà versato del sangue, i sciacalli imperverseranno nei paesi e la corruzione si accrescerà fino a che l’ingiustizia (jawr) dilagherà e traboccherà il suo torrente, ed il giorno della giustizia starà per ritirarsi di fronte alle tenebre dell’iniquità allorquando si approssimerà la notte del Mahdî.
I martiri del Mahdî saranno i migliori ed i suoi fedeli i più eccellenti, ed Allâh nominerà per lui come ministri un gruppo che terrà in serbo per lui; al riparo nel Suo mistero (ghayb) Egli rivelerà loro per svelamento e testimonianza le realtà essenziali (haqâiq). Allâh non metterà il Mahdî a capo dei Suoi servi, ma sarà con la loro consultazione che egli deciderà ciò che deciderà: essi sono i conoscitori che sanno ciò che sarà poi.
Quanto al Mahdî in se stesso, egli sarà dotato di una spada giusta e di un governo medinese (siyâsah madaniyyah), e saprà da parte di Allâh nella misura di ciò che gli richiederà il suo grado ed il suo rango, poiché egli sarà un califfo ben diretto; egli comprenderà il linguaggio degli animali e la sua equità penetrerà tra gli uomini.
Tra i segreti della scienza dei suoi ministri, che Allâh ha nominato per lui, è il detto dell’Altissimo: "È nostro dovere far trionfare i credenti!"; essi sono allo stesso grado (‛alâ aqdâm) degli Uomini tra i Compagni: "essi mantengono ciò che hanno pattuito con Allâh".
I ministri del Mahdî saranno stranieri, non vi sarà cioè nessun arabo tra di loro, ma non parleranno che arabo; essi avranno un custode (hâfizh) che non è del loro genere e che non disobbedisce mai ad Allâh: egli è il più speciale dei ministri ed il più eccellente dei fedeli. Allâh ha accordato loro, in questo versetto che essi hanno preso come recitazione permanente (hajîr) e come compagno di veglia (samîr) nella loro notte, l’eccellenza della scienza della veridicità (sidq), come stato e come gusto spirituale (dhawq). Essi quindi sanno che la veridicità è la spada di Allâh sulla terra: chiunque la eserciti e chiunque ne sia qualificato Allâh lo fa trionfare, poiché la veridicità è un Suo attributo ed "il Veridico" (as-sâdiq) è un Suo nome. Essi quindi guardano con occhi esenti dall’oftalmia e percorrono con passi sicuri il sentiero della rettitudine e non vedono… (testo difettoso!).
Invero Allâh ha registrato (qayyada) un credente (separatamente) da un altro credente, ma ha imposto a se stesso di far trionfare i credenti, senza dire in chi, parlando anzi senza restrizioni ed in termini certamente chiari.
Egli ha detto: "O voi che credete, credete!", e: "non è (dato) al credente di uccidere un credente se non per sbaglio!", e: "… coloro che credono nel falso", chiamandoli credenti; Egli ha detto anche: "… e se associasse a Lui, voi credereste!", chiamando colui che associa "credente" (mu’min): questi sono i credenti a cui Allâh si rivolge nel Suo detto: "O voi che credete, credete in Allâh e nel Suo Inviato e nel Libro che è sceso sul Suo Inviato e nel Libro che (Allâh) ha fatto scendere prima…", distinguendoli dai credenti della Gente del Libro e dei Libri; e poiché non ci sono informatori che portino una comunicazione divina (khabar) se non gli Inviati, è così definito che i credenti a cui viene ordinato di credere sono coloro che credono nel falso e che credono nel socio, per un’analogia (shibh) che li svia dalla prova evidente (dalîl). Infatti coloro che credono nel falso non credono in Allâh, e quanto a coloro che credono nel socio, i loro cuori si contraggono quando si menziona Allâh da solo…
Tutti sono credenti ed infatti Allâh li ha chiamati credenti, come pure li ha chiamati miscredenti ed associatori, e, quanto alla loro fede, li ha fatti di diverse categorie: per questo ha detto: "affinché si accresca ulteriormente la loro fede…" in ciò a cui credono; come pure accresce il loro malessere ed aggiunge turpitudine (rijs) alla loro turpitudine in quanto non credono in Lui. E tra i credenti c’è chi è veridico (sâdiq) e chi è più veridico, ed Allâh fa trionfare il credente nella cui fede non si è prodotta alcuna crepa (khalal) su quello nella cui fede invece tale crepa si è prodotta, abbandonando quest’ultimo nella misura in cui tale crepa si è insinuata (nella sua fede), qualunque tipo di credente questi sia: di conseguenza il credente la cui fede e perfetta è sempre vittorioso, ed è per questo che un Profeta o un Intimo di Allâh non viene mai sconfitto.
Non hai forse visto il giorno di Hunayn, quando i Compagni, Allâh sia soddisfatto di loro, ostentavano l’affermazione dell’Unità di Allâh, ma quando poi videro la loro moltitudine, questa li sbalordì ed essi dimenticarono Allâh in quel mentre; ma come nulla giovarono ai nemici le loro divinità contro Allâh, così la loro moltitudine non fu loro di alcun aiuto, malgrado i Compagni fossero certamente dei credenti. Nella loro fede si era insinuata una crepa, in quanto avevano fatto affidamento sulla moltitudine ed avevano dimenticato il detto di Allâh: "Quante schiere esigue hanno avuto il sopravvento su schiere numerose, con il permesso di Allâh!"; in quell’occasione Allâh non fece che autorizzare la vittoria e provocarla, e per questo la schiera esigua li sconfisse, con il permesso di Allâh.
Non c’è dunque che Allâh, nient’altro che Lui
e chiunque guarda con discernimento l’esistenza, Lo vede.
Quanto all’efficacia (ta’thîr) della veridicità, essa è visibile in quelle persone che non hanno una posizione (makânah) per i mezzi di beatitudine apportati dalle leggi tradizionali, ma perché hanno una salda conoscenza della veridicità ed esercitano un’influenza per mezzo dell’aspirazione (himmah), il che è la "sincerità" (sidq). Venne chiesto ad Abû Yazîd: "Facci vedere il Nome supremo di Allâh!", ed egli rispose loro: "Fatemi vedere il Nome più piccolo e vi farò vedere il più grande! I Nomi di Allâh sono tutti immensi!"; questo non è altro che la veridicità! Sii sincero e prendi il Nome che vuoi, in questo modo farai ciò che vorrai: è così che Abû Yazîd ridiede la vita alla formica e che Dhû-n-Nûn rivivificò il figlio inghiottito dal coccodrillo.
Se capirai si aprirà per te una delle porte della tua beatitudine, e se agirai secondo "sincerità" Allâh ti renderà felice ovunque tu sia e non sbaglierai mai; ed in conseguenza di ciò sarai in pace con Allâh quando la vittoria sarà dei miscredenti sui credenti, poiché saprai che la loro fede ha vacillato e che si è prodotta in essa una crepa, mentre i miscredenti, per ciò di falso in cui credono, e gli associatori non hanno vacillato nella fede ed essa non è stata scossa. La vittoria è sorella della "sincerità" e la segue ovunque essa sia: se così non fosse i musulmani non sarebbero mai sconfitti, come i profeti che non vengono mai sconfitti. Ed assisterai una volta alla vittoria dei miscredenti ed al loro trionfo, ed una volta alla vittoria dei musulmani ed al loro trionfo; e quella delle due parti che è sincera non sarà messa in fuga tutto a un tratto, ma non cesserà di essere salda finché non sarà uccisa o non se ne andrà senza che vi sia disfatta.
È sulla "sincerità" che si reggeranno i ministri del Mahdî ed è questa che essi infonderanno nelle anime dei compagni del Mahdî; non vedi che essi conquisteranno la città bizantina pronunciando la formula "Allâh è più grande!"? Pronunciandola una prima volta crollerà un terzo delle sue mura, pronunciandola una seconda volta cadrà un altro terzo delle sue mura, ed alla terza volta crollerà l’ultimo terzo e così la conquisteranno senza far uso della. spada: tutto ciò non è altro che la "sincerità" che abbiamo menzionato!
Essi, cioè i ministri del Mahdî, sono un gruppo inferiore a dieci.
E quando l’Imâm guidato (mahdî) apprenderà ciò egli agirà conformemente e sarà il più sincero della gente del suo tempo; i suoi ministri saranno dunque le guide ed egli sarà il guidato. Questa è dunque la misura (qadr) della scienza di Allâh che capiterà al Mahdî per opera dei suoi ministri.
Quanto al Sigillo della Intimità Muhammadiana egli è tra le creature quella che conosce meglio Allâh e non vi sarà, né nel suo tempo né dopo, alcuno che conosca meglio Allâh ed i luoghi ove tramontano le saggezze (mawâqi‛u-l-hika). Egli ed il Corano sono fratelli come il Mahdî e la spada sono fratelli. Invero l’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, era incerto, riguardo alla durata del suo incarico come califfo, tra i cinque ed i nove a causa del dubbio in cui si trovava per quanto concerneva il numero dei suoi ministri: infatti ad ogni suo ministro corrisponde un anno, quindi se saranno cinque durerà cinque, se saranno sette durerà sette e se saranno nove durerà nove. Ogni anno avrà delle condizioni sue particolari e la scienza di ciò che andrà bene in quell’anno sarà concessa ogni volta ad uno dei suoi ministri in particolare.
I ministri del Mahdî non saranno meno di cinque né più di nove e saranno tutti uccisi salvo uno sul prato di ‛Akkâ, alla tavola (mâ’idah) divina di cui Allâh farà una mensa per gli uccelli rapaci e per gli insetti (hawwâm); e l’unico che resterà non so se sarà di quelli che Allâh ha eccettuato nel suo detto: "Verrà soffiato nella tromba e cadrà stordito chi è nei Cieli e chi è sulla Terra, salvo chi vuole Allâh", o se morrà in occasione di tale soffio.
Quanto al Khidr, che verrà ucciso dal Dajjâl, secondo ciò che quest’ultimo sosterrà, ma non in realtà, egli è un giovane (fatan) pieno di giovinezza ed in questo modo apparirà di persona al Dajjâl. È stato detto che il giovane che il Dajjâl sosterrà di aver ucciso sarà uno dei Compagni della Caverna, ma ciò non ci risulta vero, per mezzo dello svelamento (kashf).
L’apparizione del Mahdî è tra le condizioni dell’approssimarsi dell’Ora; ci sarà poi la conquista della città dei bizantini, cioè Costantinopoli, il più grande massacro, cioè il banchetto sul prato di ‛Akkâ, e la sortita del Dajjâl, il tutto in sei mesi, tra la conquista di Costantinopoli e l’avvento del Dajjâl passeranno 18 giorni: egli verrà dal Khurasân, nella terra d’Oriente, luogo delle sedizioni (fitan), e lo seguiranno i Turchi e gli Ebrei. Dalla sola Isfahân verranno al suo seguito 70.000 uomini con il capo avvolto nel taylasân, tutti ebrei.
Egli sarà un uomo di mezza età, guercio dell’occhio destro ed il suo occhio sarà come un grappolo che galleggi (stafiloma); tra i suoi occhi saranno scritte una kâf, una fâ ed una râ, ma non so se il significato di questa compitazione sia kafara (essere miscredente), cioè un verbo, o se sia kâfir (miscredente), cioè un nome, nel caso che abbia eliso la alif, così come la elidono gli arabi, quando trascrivono il Corano, in certi brani: ad esempio la alif di ar-rahmân, tra la mîm e la nûn.
Muhammad, su di lui il Saluto e la Pace, cercava rifugio, e ci ha ordinato di cercare rifugio (isti‛âdhah), contro la seduzione dell’Anticristo (al-masîhu-d-dajjâl) e contro le tentazioni: invero le tentazioni si presentano ai cuori come… … cerchiamo rifugio in Allâh contro le tentazioni.
Il meccano Abû Shujâ‛ ibn Rustum al-Isbahânî, Imâm della Stazione di Abramo nel recinto sacro della Mecca, ci ha riferito il seguente hadîth… (segue un lungo isnâd): "L’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace, una mattina menzionò il Dajjâl, abbassando ed alzando la voce al suo riguardo, tanto che credemmo fosse nel gruppo delle palme; poi ci allontanammo dall’Inviato di Allâh, su di lui il Saluto e la Pace. Alla sera tornammo da lui, ma egli conosceva bene il nostro stato e ci chiese: "Che cosa avete?"; allora rispondemmo: "O Inviato dl Allâh, stamane hai menzionato il Dajjâl ed hai alzato ed abbassato la tua voce parlando di lui, finché non abbiamo creduto che fosse nel gruppo delle palme!". Al che egli disse: "Non è il Dajjâl che io temo di più per voi, poiché se venisse ed io fossi con voi sarei io a disputare con lui (hajîju-hu) e non già voi, mentre se venisse ed io non fossi più con voi ognuno disputerà per conto proprio, ma Allâh sarà mio califfo per ogni musulmano! Egli sarà un giovane, coi capelli crespi e l’occhio sporgente, simile a ‛Abd al-‛Uzzâ ibn Qatar. Chi di voi lo vedesse reciti i primi versetti della Sura dei Compagni della Caverna. Egli farà uscire ciò che si trova tra la Siria e l’Irâq e seminerà rovina a destra ed a sinistra. O voi, servitori di Allâh, resistete, resistete!". Gli chiedemmo allora: "O Inviato di Allâh, quanto tempo resterà sulla terra?"— "Quaranta giorni — rispose — di cui un giorno sarà come un anno, un giorno come un mese ed uno come una settimana, ed i rimanenti giorni saranno della durata dei vostri" — "O Inviato di Allâh — domandammo allora - vedi forse che nel giorno la cui durata sarà come un anno ci sarà sufficiente la salât di un giorno normale?" — "No! — rispose lui — ma sarete in grado di farla!". Gli domandammo: "O Inviato di Allâh, quale sarà la sua rapidità sulla terra?" — "Come la pioggia quando viene spazzata dal vento! Egli si recherà da un gruppo (qawm) di uomini e li chiamerà, ma essi lo accuseranno di menzogna e replicheranno alle sue parole. Allora egli si allontanerà da loro e le loro ricchezze lo seguiranno ed essi arriveranno al punto di non possedere più nulla. Poi si recherà da un (altro) gruppo e li chiamerà ed essi lo accoglieranno e gli presteranno fede; egli ordinerà al cielo di piovere e pioverà, ordinerà alla terra di produrre ed essa si coprirà di vegetazione;… Si recherà poi dalle rovine (khirbah) e dirà loro di far uscire i loro tesori; si allontanerà poi da esse ed i tesori lo seguiranno come uno sciame d’api segue la regina. Chiamerà allora un uomo giovane, pieno di giovinezza, e con un colpo di spada lo dividerà in due pezzi, poi lo richiamerà a sé e questi avanzerà col volto raggiante, ridendo. Ed ecco che in quel mentre scenderà Gesù, figlio di Maria, a oriente di Damasco, presso il minareto bianco, avvolto da due perizomi e con le mani posate sulle ali di due angeli; quando chinerà il capo gocciolerà e quando lo solleverà ne scenderanno gocce copiose come perle. Nessuno potrà sentire l’odore del suo alito (nafas) senza morire, e l’odore del suo soffio si propagherà lontano quanto il suo sguardo. Egli inseguirà il Dajjâl, lo raggiungerà alla porta di Ludd e lo ucciderà. … Poi Allâh gli rivelerà: ‘Metti al sicuro i miei servitori sulla montagna (tûr), poiché ho fatto discendere per me dei servitori che nessuno potrà uccidere!’. Allâh invierà Gog e Magog e come ha detto l’Altissimo: ‘… essi si precipiteranno dappertutto’; la loro avanguardia attraverserà il lago Tiberiade e ne berrà tutta l’acqua, poi passerà la retroguardia e dirà: ‘Una volta qui c’era dell’acqua!’. Poi proseguiranno finché arriveranno alla montagna di Gerusalemme e diranno: ‘Abbiamo ormai ucciso chi era sulla terra, uccidiamo ora chi è in cielo!’; essi lanceranno allora le loro frecce verso il cielo, ma Allâh le rinvierà loro rosse di sangue. Gesù, figlio di Maria, ed i suoi compagni saranno assediati tanto che quel giorno la testa di un toro sarà per loro più preziosa che cento denari per voi oggi. Allora Gesù, figlio di Maria, ed i suoi compagni si rivolgeranno ad Allâh ed Egli farà venire un verme (naghaf) nelle nuche delle genti di Gog e Magog ed esse morranno tutte insieme, come muore un’anima sola. Gesù, figlio di Maria, ed i suoi compagni scenderanno, ma non troveranno lo spazio di un palmo di terreno che non sia pieno del fetore della loro decomposizione e del loro sangue; Gesù ed i suoi compagni si rivolgeranno allora ad Allâh ed Egli invierà loro degli uccelli simili ai grifoni (a‛nâq)(?) della buona sorte (bakht), che prenderanno (i loro cadaveri) e li scaraventeranno nelle viscere (della terra); per sette anni i musulmani si accenderanno il fuoco con i loro archi, le loro frecce e le loro giberne. Poi Allâh invierà su di loro una pioggia dalla quale non potrà riparare alcuna casa, né di pelo, né di terra: così Egli laverà la terra e la lascerà pulita come un piatto. Verrà allora detto alla terra: ‘Fai uscire i tuoi frutti e rendi la tua benedizione (barakah)!’. In quel giorno basterà una melagrana per nutrire un gruppo di uomini e la sua scorza per ripararli; Allâh benedirà gli armenti tanto che ad un gruppo di uomini sarà sufficiente (il latte di) una nutrice di cammelli, ad una tribù (quello di) una nutrice di buoi e ad un clan (fakhdh) (quello di) una nutrice di pecore. A quel punto Allâh invierà un vento che prenderà lo spirito di ogni credente, e gli uomini che resteranno si rincorreranno tumultuosamente come fanno gli asini: ed è su di loro che si leverà l’Ora"". Disse Abû ‛Isâ: "Questo è un hadîth singolare, buono e sano (sahîh)".
(continua)
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