Shankarâchârya
Pancikarana - La quintuplicazione
1. OM. La totalità composita costituita dai cinque elementi grossolani, cioè quintuplicati, e dai loro derivati è definita come Viraj. Essa forma quello che è il corpo grossolano dell'atma.
Lo stato di veglia è quello stato in cui attraverso gli organi di percezione, cioè i sensi, si fa esperienza degli oggetti grossolani. Quando l'atma si identifica con questi due (corpo grossolano e stato di veglia) viene chiamato visva. Questi tre (corpo grossolano, stato di veglia e visva) presi unitamente costituiscono ciò che esprime la lettera A della sillaba AUM=OM.
Lo stato di veglia è quello stato in cui attraverso gli organi di percezione, cioè i sensi, si fa esperienza degli oggetti grossolani. Quando l'atma si identifica con questi due (corpo grossolano e stato di veglia) viene chiamato visva. Questi tre (corpo grossolano, stato di veglia e visva) presi unitamente costituiscono ciò che esprime la lettera A della sillaba AUM=OM.
2. I cinque elementi grossolani prima del processo di quintuplicazione, cioè i cinque elementi sottili assieme alle loro combinazioni derivate, al corpo fisico-denso e a quello sottile - il quale è composto di diciassette parti e cioè: i cinque soffi vitali, i dieci organi sensoriali (cinque di percezione e cinque di azione), la mente empirica e l'intelletto puro -, tutti questi vengono definiti come Hiranyagarbha. Esso costituisce il corpo sottile dell'atma.
3. Quando le funzioni sensoriali sono quiescenti, le modificazioni mentali, generate dalle impressioni della veglia e con gli oggetti ivi percepiti, formano quello che viene definito lo stato di sogno. Quanto l'atma è identificato con questi due (corpo sottile e stato di sogno) è conosciuto come taijasa. Questi tre (corpo sottile, stato di sogno e taijasa, unitamente considerati, costituiscono ciò che esprime la lettera U.
4. Connessa con il riflesso di coscienza, cioè il jiva, la nescienza relativa all'atma, la quale è la causa dei due corpi (grossolano e sottile), è conosciuta come l'indifferenziata. Essa costituisce il corpo causale dell'atma. Tale ignoranza non è reale né non-reale, né reale e irreale a un tempo; essa non è né diversa né uguale, e neppure diversa e uguale insieme in relazione a qualcosa (l'atma). Essa, ancora non è né semplice né composita ma rappresenta comunque un qualcosa che si può rimuovere soltanto con la realizzazione coscienziale dell'identità tra atma e Brahman.
5. Quando tutti i contenuti mentali di veglia e di sogno si dissolvono e l'intelletto si immerge nella sua condizione causale, si ha lo stato di sonno profondo. L'atma, quando appare identificato con questi due (ignoranza e corpo causale o sonno profondo) viene denominato prajna. Questi tre (corpo causale, sonno profondo e prajna), unitamente considerati, costituiscono ciò che esprime la lettera M.
6. Si deve risolvere la lettera A nella lettera U, la lettera U nella lettera M e la lettera M nella sillaba intera Om; infine si deve risolvere la sillaba Om nella coscienza Io. "Io sono l'atma, il Sé, l'Assoluto, il Testimone avente natura di pura Coscienza. Io non sono l'ignoranza né mi identifico con i suoi effetti; bensì Io sono Brahman soltanto, eterno, puro, risvegliato, libero, Realtà autoesistente. Io sono la suprema Beatitudine, l'Uno-senza-secondo, l'intima coscienza sempre presente". Così, il permanere in questo stato di identità senza alcuna traccia di differenziazione costituisce il samadhi.
7. «Tu sei Quello», «Io sono Brahman», «Brahman è pura conoscenza», «Questo atma è Brahman», ecc., sono sentenze della Sruti svelanti la propria identità con Brahman. Questo è quanto costituisce la breve opera intitolata «Quintuplicazione».