"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

domenica 31 ottobre 2021

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī, Il metodo adhyāropāpavāda dell’Advaita Vedānta

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī
Il metodo adhyāropāpavāda dell’Advaita Vedānta[1]

Traduzione e note di D. K. Aśvamitra

1. La natura di Brahman

Brahman, ossia la Realtà assoluta priva di qualsiasi attributo che possa determinarla, non può essere espresso come se fosse un oggetto né con parole né con pensieri della mente.

sabato 18 settembre 2021

René Guénon, Studi sull’Induismo - Recensioni di libri sull’Induismo III

René Guénon, Studi sull’Induismo

Recensioni di libri sull’Induismo III
Recensioni di libri sull’Induismo pubblicati dal 1929 al 1950 sulla rivista «Le Voile d’Isis», diventata «Études Traditionnelles» nel 1937

1937
C. Kerneiz: Le Hatha-Yoga, ou l’art de vivre selon l’Inde mystérieuse
E. Techoueyres: À la recherche de l’Unité; essais de philosophie médicale et scientifique
Paul Brunton: A Hermit in the Himalaya
Henri-L. Mieville: Vers une Philosophie de l’Esprit ou de la Totalité
Shrî Aurobindo: Aperçus et Pensées.
Jean Herbert: Quelques grands penseurs de l’Inde moderne.
Jean Marquès-Rivière: L’Inde secrète et sa magie

domenica 27 giugno 2021

René Guénon, Studi sull’Induismo - Recensioni di libri sull’Induismo II

René Guénon, Studi sull’Induismo

Recensioni di libri sull’Induismo II

Recensioni di libri sull’Induismo pubblicati dal 1929 al 1950 sulla rivista «Le Voile d’Isis», diventata «Études Traditionnelles» nel 1937

1936
Hari Prasad Shastri: A Path to God-Realization
Ananda K. Coomaraswamy: Angel and Titan: An Essay in Vêdic Ontology
Shrî Ramana Maharshi: Truth revealed (Sad-Vidyâ) Kavyakanta Ganapati Muni: Shrî Ramana Gita
Mrs. Rhys Davids: The Birth of Indian Psychology and its development in Buddhism
Hari Prasad Shastri: Meditation, its theory and practice
Ananda K. Coomaraswamy: Elements of Buddhist Iconography
Jean Marquès-Rivière: Le Bouddhisme au Tibet
Hari Prasad Shastri: Vêdânta light, from Shrî Dadaji Maharaj
Ananda K. Coomaraswamy e Duggirala Gopalakrishnayya: The Mirror of Gesture, being the Abhinaya Darpana of Nandikeshwara, translated into English, with introduction and illustrations

domenica 20 giugno 2021

Śrī Śrī Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārājajī, Discriminazione tra Kāma e Mumukṣā (Kāma mumukṣā viveka)

Śrī Śrī Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārājajī
Discriminazione tra Kāma e Mumukā (Kāma mumukā viveka)

In ogni jīva c’è il desiderio naturale di essere felice. Infatti i desideri del jīva da realizzare in questa vita o nell’aldilà non sono motivati da nulla di diverso dal desiderio di mokṣa.

martedì 30 marzo 2021

René Guénon, Studi sull’Induismo - Recensioni di libri sull’Induismo I

René Guénon, Studi sull’Induismo I

Recensioni di libri sull’Induismo
Recensioni di libri sull’Induismo pubblicati dal 1929 al 1950 sulla rivista «Le Voile d’Isis», diventata «Études Traditionnelles» nel 1937

1929
Les Religions et les Philosophies dans l’Asie Centrale
S. Radhakrishnan: L’Hindouisme et la Vie,
François Arouet: La fin d’une parade philosophique: le Bergsonisme.
1932
R.P.G. Dandoy, S.J.: L’Ontologie du Vêdânta
1933
Henry Valentino: Le voyage d’un pélerin chinois dans l’Inde des Bouddhas
1935
Hari Prasad Shastri: Teachings from the Bhagawadgita: translation, introduction and comments
Hari Prasad Shastri: The Avadhut Gita: translation and introduction
Paul Brunton: A search in secret India
Hari Prasad Shastri: Book of Ram, the Bible of India by Mahâtma Tulsidas rendered into English
Ananda K. Coomaraswamy: The darker Side of Dawn
Ananda K. Coomaraswamy: The Rig-Vêda as Land-Náma Bók
Shrî Ramana Maharshi: Five Himns to Shrî Arunachala

venerdì 1 gennaio 2021

Maitreyī, La dottrina advaita dell’avatāraṇa - III

Maitreyī
La dottrina advaita dell’avatāraṇa - III

3.

Una volta compreso a fondo che cosa sia l’avatāra, è necessario fare chiarezza su altre figure presenti nella śruti e smṛti che, a prima vista, possono sembrare simili. Si tratta di coloro che sono compresi nella categoria dei ṛṣi[37], di cui abbiamo fatto un accenno sopra. Costoro svolgono effettivamente certe funzioni nel dominio dell’azione. Per comprendere cosa rappresentino in realtà queste individualità superiori, definite jīvātman liberati (mukta jīva[38]), che cooperano all’ordine universale, ci soffermeremo su alcuni passaggi che stanno a conclusione del Brahma Sūtra Śaṃkara Bhāṣya[39].

sabato 26 dicembre 2020

Maitreyī, La dottrina advaita dell’avatāraṇa - II

Maitreyī
La dottrina advaita dell’avatāraṇa - II

2.

È facile capire come il jīva assuma un altro corpo e come vada in un altro mondo, perché il jīva è sempre associato alla mente. Ma Īśvara non ha affatto mente; non essendo localizzato, in quanto onnipervadente, come può avere un’avatāraṇa? Īśvara non ha né un mondo esterno né uno stato di veglia o di sogno in cui collocarsi, perché gli stati sono in lui.

lunedì 21 dicembre 2020

Maitreyī, La dottrina advaita dell’avatāraṇa - I

Maitreyī
La dottrina advaita dell’avatāraṇa - I

Avatāraṇa è termine sanscrito che deriva dalla composizione del prefisso verbale ava, che significa giù, e della radice tṛ, che vuol dire attraversare, passare e apparire. Il significato è quello di una discesa o apparizione improvvisa e immediata. L’avatāraṇa, dunque, indica la comparsa di qualcosa a qualcuno. Nella Bhakti e nelle altre vie della conoscenza non suprema, la discesa è prevalentemente connessa con il dio Viṣṇu, in quanto mantenitore dell’ordine cosmico. Nell’Advaita Vedānta[1], invece, l’avatāra è interpretato da un punto di vista eminentemente metafisico e perciò non è identificato con una particolare funzione divina[2]. La Bhagavad Gītā, uno dei testi fondamentali vedāntici (prasthāna traya[3]), è la fonte principale per la dottrina dell’avatāraṇa[4]. In questo breve studio si esaminerà l’interpretazione śaṃkariana in quanto la più autorevole. L’autrice si basa, inoltre, sugli insegnamenti di Pūjya Svāmī Satchidānandendra Sarasvatī Mahārāja e di Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja.

domenica 13 dicembre 2020

René Guénon, Studi sull'Induismo - XI - Sanâtana Dharma

René Guénon, Studi sull'Induismo

XI - Sanâtana Dharma[1]

La nozione del Sanâtana Dharma è una di quelle che non hanno in Occidente un equivalente esatto, al punto che appare impossibile trovare un termine o un’espressione che ne renda il significato in modo completo e in tutte le accezioni; qualsiasi traduzione che di essa si potrebbe proporre risulterebbe, se non interamente falsa, per lo meno molto inadeguata.

sabato 5 dicembre 2020

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī, Avidyā e Māyā

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī
Avidyā e Māyā
Distinzione tra l’Ignoranza e l’Illusione nelle sue applicazioni metodiche
[1]

Si sa che l’unico insegnamento delle Upaniṣad è che la Realtà è il Tutto unico senza secondo e che quella Realtà è chiamata Brahman, Principio più grande di qualsiasi grandezza, non essendo limitato da nulla. Esso è anche chiamato Ātman, perché è il vero Sé di ogni cosa e di ognuno di noi. 

sabato 28 novembre 2020

René Guénon, Studi sull'Induismo - X - Mâyâ

René Guénon
Studi sull'Induismo

X - Mâyâ[1]

Ananda K. Coomaraswamy ha fatto notare[2] come sia preferibile tradurre Mâyâ con «arte» piuttosto che con «illusione», come di consueto avviene; questa traduzione corrisponde infatti a un punto di vista che potrebbe essere definito più principiale.

sabato 17 ottobre 2020

Maitreyī (non il prof. Filippi), Masetto recidivo

Maitreyī (non il prof. Filippi)
Masetto recidivo

Nonostante gli incontrovertibili articoli del sig. Enzo Cosma e del prof. Filippi, già apparsi su questo blog e su Ekatos, Masetto insiste a esibire in pubblico la sua ignoranza e incompetenza riproponendo quella che per lui è la “na” sanscrita ().

martedì 6 ottobre 2020

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī, L’onnipotenza di Brahman

Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī
L’onnipotenza di Brahman

A cura di Maria Chiara de’ Fenzi

Brahman è spesso descritto come l’onnisciente e onnipotente Signore (sarvajñaḥ sarvaśaktirīśvaraḥ), causa della nascita, mantenimento e dissoluzione del mondo. Due dubbi possono insidiare la mente del principiante. Innanzi tutto, Brahman secondo il Vedānta è l’Assoluto senza alcuna caratteristica specifica, e allo stesso tempo è detto essere la ‘causa’ dell’universo. 

domenica 27 settembre 2020

Gian Giuseppe Filippi, A proposito di un’alleanza anomala

Gian Giuseppe Filippi
A proposito di un’alleanza anomala

Ha del prodigioso come la comparsa di un Sito che illustra la dottrina della non dualità abbia avuto l’effetto istintivo, presso alcuni ambienti dell’esoterismo italico, di appianare le rivalità tra gruppetti “tradizionali” finora avversi e in concorrenza tra loro. 

domenica 20 settembre 2020

Maitreyī, Risposta all’odierno “oppositore del Vedānta”

Maitreyī
Risposta all’odierno “oppositore del Vedānta”

Segnaliamo la neonata alleanza tra la Rivista di Torino e Alberto Ventura. Si stanno coalizzando gruppi fino a questo momento rivali e incompatibili per cercare di screditare il Sito Veda Vyāsa Maṇḍala, le edizioni Ekatos e questo Blog che mi ospita.

venerdì 18 settembre 2020

René Guénon, Studi sull'Induismo - IX - Nâma-Rûpa

René Guénon, Studi sull'Induismo

IX - Nâma-Rûpa[1]

È noto che nella tradizione indù si considera l’individualità costituita dall’unione di due elementi, o più esattamente da due insiemi di elementi, rispettivamente indicati con i termini nâma e rûpa, termini che significano letteralmente «nome» e «forma», e sono in genere riuniti nell’espressione composta nâma-rûpa, la quale comprende in tal modo l’intera individualità.

sabato 5 settembre 2020

Pāpahara Daṇḍakartā Nagottama, Recensione a ‘Abd ar-Razzāq Yahyā (Charles-André Gilis): La fanciulla di nove anni.

Pāpahara Daṇḍakartā Nagottama
Recensione a ‘Abd ar-Razzāq Yahyā (Charles-André Gilis):
La fanciulla di nove anni, seguito da uno studio sullo Zolfo Rosso

Caprara di Campegine, Edizioni Orientamento/Al-Qibla, 2012. ISBN 978-88-89795-14-9. Pp. 128.

Lo scopo dichiarato di questa brossura pubblicata in italiano appare a prima vista stimolante. L’Autore intende trovare dei parallelismi fra tre diverse tradizioni, quella śākta, quella della Fede Santa e quella dell’Islam su un simbolismo tra loro in comune: la fanciulla di nove anni.

giovedì 20 agosto 2020

René Guénon, Studi sull'Induismo - VIII - Il quinto Vêda

René Guénon, Studi sull'Induismo

VIII - Il quinto Vêda[1]

Fra gli errori specificamente moderni che spesso abbiamo avuto occasione di denunciare, uno di quelli che più direttamente si oppongono a qualsiasi comprensione vera delle dottrine tradizionali è quel che si potrebbe chiamare lo «storicismo», il quale in fondo non è se non una semplice conseguenza della mentalità «evoluzionistica»: esso consiste, in effetti, nel supporre che ogni cosa deve aver avuto gli inizi più rudimentali e grossolani, e poi, partendo di qui, aver subito un’elaborazione progressiva; cosicché questa o quell’altra concezione sarebbe apparsa in un determinato momento, e tanto più tardivamente quanto più è stimata essere d’ordine più elevato, ciò implicando che essa può essere soltanto «il prodotto di una civiltà già avanzata», secondo un’espressione che è diventata tanto abituale da essere talvolta ripetuta in modo pressoché macchinale da coloro stessi che cercano di reagire contro simile mentalità, ma hanno intenzioni soltanto «tradizionalistiche» senza possedere nessuna vera conoscenza tradizionale.

sabato 11 luglio 2020

René Guénon, Studi sull'Induismo - VII - Tantrismo e magia

René Guénon
Studi sull'Induismo

VII - Tantrismo e magia[1]

In Occidente si ha l’abitudine di attribuire al Tantrismo un carattere «magico», o per lo meno di credere che la magia abbia nel Tantrismo una parte predominante; questo, per quel che riguarda il Tantrismo, è un errore di interpretazione, ma forse è anche un errore di interpretazione per quel che riguarda la magia, nei confronti della quale i nostri contemporanei in genere non hanno che idee estremamente vaghe e confuse, come abbiamo fatto notare in un nostro articolo recente. Su quest’ultimo punto qui non torneremo; quel che faremo, assumendo la magia in senso rigorosamente proprio e dando per scontato che essa venga interpretata in tal modo, sarà invece soltanto di domandarci cos’è che nel Tantrismo può dar pretesto a questa falsa interpretazione, giacché è sempre più interessante spiegare un errore che non fermarsi alla sua pura e semplice constatazione.

domenica 5 luglio 2020

Śrī Śrī Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārājajī, Vedānta vicāra sullo stato di sogno (svapnāvasthā vicāra)

Śrī Śrī Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārājajī
Vedānta vicāra sullo stato di sogno (svapnāvasthā vicāra)[1]

Per il soggetto (viṣayin), il mondo (prapañca) è oggetto (viṣaya) d’indagine e di esperienza. Con mondo s’intende la totalità dei cinque elementi (adhibhūta) che danno realtà al sole, alla luna, alle stelle, alla nostra terra (bhūmi), nonché a tutti gli avvenimenti che si possono osservare con i cinque sensi mentre si sviluppano nelle coordinate di tempo e spazio.