Ibn 'Arabî
L’esoterismo o la scienza degli «solitari»
(Estratto da Al-Futâhâtu al-Mekkiyya cap. 30)[1].
Questo è quello che faceva dire a
Junayd: “Nessuno raggiunge il grado di Realtà senza che migliaia di persone
degne di fede non attestino che egli è un eretico, questo perché hanno da Dio
ciò che altri ignorano e perché essi detengono questa scienza di cui sidnâ Alî
b. Abî Tâlib disse, battendosi il petto con la mano, sospirando: “Vi sono qua dentro delle scienze sintetiche; se solamente trovassi
qualcuno capace di portarle.
Ma Alî era uno di loro e
nessuno, con il Profeta vivente, pronunciò queste parole al di fuori di Abû
Hurayra. Secondo al-Bukhari, che lo riporta nella sua
collezione di hadîth autentici (Sahîh), quest'ultimo ha dichiarato: “Ho
dalla parte del Profeta due «zucche». Vi ho rivelato la prima, ma se divulgassi
l'altra, mi tagliereste la gola (vale a dire l'esofago, che serve al passaggio
degli alimenti). Abû Hurayra ricorda che deteneva questa scienza del Messaggero
di Dio, scienza che trasmetteva senza averla «gustata» ma che non di meno
costituiva una scienza dato che l’aveva ascoltata dal
Messaggero di Dio – su lui la grazia e la pace -. Quanto a noi parliamo
di coloro che traggono alla fonte la loro comprensione
che hanno della Parola di Dio: questa è la scienza dei solitari.
‘Abd Allâh b. ‘Abbâs
era uno di loro che è stato soprannominato «l’Oceano» a causa dell’estensione della
sua scienza e che diceva a proposito della Parola di Dio: “Dio è Colui che ha
creato sette cieli e altrettante terre a partire dalla nostra. Il suo ordine
scende gradualmente dal cielo terra (Cor. 65:12): se dessi l'interpretazione
di questo versetto, coi mi lapidereste o, secondo
un'altra versione, mi trattereste come miscredente”.
Ugualmente è a questa scienza che
fa allusione Alî, figlio di al-Husayn, figlio di ‘Alî b. Abî Tâlib, Zayn
al-‘Âbidîn - su di loro la grazia e la pace - quando diceva (ignoro se questo è
da parte sua o l’ha sentito a sua volta): “È probabile che se dovessi divulgare
tale scienza essenziale mi si direbbe: «sei tra coloro che
adorano gli idoli». I musulmani renderebbero il mio sangue lecito stimando che
il peggior tra i loro crimini sarebbe (a confronto) benefico (o: sano).
(In
questi versi), ha richiamato la nostra attenzione sul suo obiettivo che era
quello di esaminare l’esegesi di questo detto profetico: “Dio creò Adamo
secondo la sua (o Sua come alcune interpretazioni)
forma” facendo del pronome «hi» (Sua)
un sostituto del nome Allâh ciò che costituisce una delle interpretazioni
possibili.
Tratto da: http://esprit-universel.over-blog.com
[1] Muhyî-d-Dîn Ibn Arabî, Estratti dal cap. 30
delle Futûhât: “Delle due categorie
di Poli «cavalieri del deserto»”, tradotti da A.Penot
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