René Guénon
Lettere a Denys Roman - 2Il Cairo, 3 Maggio 1948
Cariss∴ F∴,
Sono contento che la mia lettera vi sia arrivata, questa volta; la vostra del 18 Aprile mi è arrivata già qualche giorno fa e, se non vi ho risposto subito, è perché ho dovuto finire, prima, i miei articoli per il numero di Giugno di "É. T", per il quale ero piuttosto in ritardo, come sempre ...
È davvero una buona notizia che abbiate finalmente ricevuto la dispensa dai termini di tempo e che possiate ricevere il 3° grado prima delle vacanze; ciò significa, effettivamente, un notevole anticipo!
Nessuno m'aveva mai parlato del sigillo della G∴T∴; non potreste mandarmene un calco, in modo che io possa rendermi meglio conto di che cosa si tratti? Finora, non sapevo niente neppure del vostro 2° Sorv∴; quel che me ne dite è, insomma, piuttosto soddisfacente, per lo meno in senso relativo; è inevitabile che le attitudini di alcuni siano più o meno limitate e non ci si può mostrare troppo esigenti…
Sono stupito che nessuno di voi abbia letto il libro di Marquès-Rivère, poiché pensavo che almeno Clavelle dovesse averlo; può darsi che riusciate egualmente a trovarlo. Sarebbe, d'altra parte, possibile prendere conoscenza diversamente del rituale in questione, se è ancora in uso alla Thébah, cosa che non so per nulla. Non devono esserci rimasti che pochissimi dei vecchi membri; del resto, dopo la guerra del1914, c'era già stato un grande cambiamento e non certo in un senso favorevole; è questo, d'altronde, il motivo per cui molti avevano cessato d'andarvi ... Tuttavia, penso sia utile che voi visitiate questa L∴, per vedere cosa ne è, ora. In quel rituale potrete trovare una definizione della funzione dei Diaconi; cosa veramente notevole, è che questa funzione, che è certamente di origine operativa, corrisponde quasi esattamente a quella dei nuqabâ[1] nelle Turuq[2] islamiche. D'altra parte, il 2° Sorv∴ siede, naturalmente, al centro della col∴ del -Mezzogiorno[3], come dev'essere normalmente; l'uso francese non è dovuto, in fin dei conti, che al bisogno di stabilire una specie di falsa simmetria fra le posizioni dei 2° Sorv∴. Vi segnalo ancora un dettaglio dello stesso rituale che è conforme a quello che esiste nella Mass∴ inglese: la presenza, sui tavolini dei Sorv∴, d'una piccola colonna in legno; durante i lavori, quella del l° Sorv∴ è in piedi e quella del 2° Sorv∴ coricata, mentre è l'inverso quando i lavori sono sospesi.
Per la questione della Bibbia, vi sono delle cose veramente curiose in questa discussione alla quale avete assistito al "Risveglio Mass∴": quel che vi è stato detto a proposito del G∴O∴ sembrerebbe indicare che, anche da quel lato, vi è stato un serio cambiamento in questi ultimi anni; non so, però, fino a dove esso potrà arrivare, poiché ci sono, purtroppo, indizi d'uno spirito assai poco tradizionale, fra i quali una proposta di ammettere come visitatori i membri del D∴H∴[4], comprese le SS∴![5] Devo dire che ai tempi miei l'uso della Bibbia non era stato ristabilito neppure alla Thébah e, forse, il potere centrale non l'avrebbe tollerato; a quell'epoca, nella G∴L∴, l'impiego della formula A∴L∴D∴G∴A∴D∴U∴ era soltanto facoltativo. Per la modificazione della suddetta formula, quel che mi proponete mi pare vada assai bene e sarebbe, effettivamente, di tal natura da mettere a posto tutto quanto. Quel che dite a questo riguardo della 'nostalgia dell'universalità' è sicuramente vero e cosa alquanto singolare è che esso parrebbe manifestarsi soprattutto nei paesi in cui la Mass∴ è più divisa (come in Italia, per esempio). Siamo più che d'accordo anche in merito alle domande da porre ai visitatori; resta da sapere soltanto in che modo esse potrebbero venire introdotte nel rituale d'iniziazione.
Per la questione della Bibbia, vi sono delle cose veramente curiose in questa discussione alla quale avete assistito al "Risveglio Mass∴": quel che vi è stato detto a proposito del G∴O∴ sembrerebbe indicare che, anche da quel lato, vi è stato un serio cambiamento in questi ultimi anni; non so, però, fino a dove esso potrà arrivare, poiché ci sono, purtroppo, indizi d'uno spirito assai poco tradizionale, fra i quali una proposta di ammettere come visitatori i membri del D∴H∴[4], comprese le SS∴![5] Devo dire che ai tempi miei l'uso della Bibbia non era stato ristabilito neppure alla Thébah e, forse, il potere centrale non l'avrebbe tollerato; a quell'epoca, nella G∴L∴, l'impiego della formula A∴L∴D∴G∴A∴D∴U∴ era soltanto facoltativo. Per la modificazione della suddetta formula, quel che mi proponete mi pare vada assai bene e sarebbe, effettivamente, di tal natura da mettere a posto tutto quanto. Quel che dite a questo riguardo della 'nostalgia dell'universalità' è sicuramente vero e cosa alquanto singolare è che esso parrebbe manifestarsi soprattutto nei paesi in cui la Mass∴ è più divisa (come in Italia, per esempio). Siamo più che d'accordo anche in merito alle domande da porre ai visitatori; resta da sapere soltanto in che modo esse potrebbero venire introdotte nel rituale d'iniziazione.
Sono queste le proposte per i rituali dei tre gradi
che dovranno essere sottoposte al prossimo Convento, il che non lascia davvero che ben poco tempo, o soltanto per quello del primo grado, il quale non è sicuramente il più
difficile da mettere a posto, ma che comporta tuttavia il risolvere le
questioni d'ordine generale?
L'alfabeto mass:. veniva
utilizzato nella corrispondenza (non credo che vi siano mai state delle iscrizioni nel
tracciato della L∴) per le parole che non si
volevano scrivere 'in
chiaro' per
timore d'indiscrezione ed anche per certe formule abbreviate, come la formula finale delle lettere
(cioè: vi saluto, C∴F∴, per i numeri misteriosi che
vi sono noti e con
tutti gli
onori che vi sono dovuti)[6]. Sussiste un vestigio dell'alfabeto nel segno peraltro
deformato[7], poiché si è creduto di scorgervi l'immagine di
un 'quadrato lungo' mentre, in realtà, doveva essere molto semplicemente ,cioè L∴.
Per l'origine
dell'acclamazione Ecc∴,
quel che vuol
dire Vuillaume, per quanto sia espresso in modo inesatto, si riferisce al nome
di El-Uzzâ, divinità femminile degli antichi Arabi, che avrebbe avuto, per
simbolo, l'acacia (non so bene su cosa si basi quest'affermazione, che mi
sembra alquanto dubbia). È
ben più verosimile che si tratti della parola 'ezzah, la quale, d'altronde, si
riallaccia alla stessa radice (che si ritrova anche con un prefisso, nel nome
della Col∴ B∴)
e che ha
il senso di gloria, forza, potenza. Devo dire che vi è un'altra
interpretazione, particolare al 18° grado,
che vi vede una deformazione della parola ebraica Hoshi’a, Salvatore, ma si tratta senza dubbio di una spiegazione aggiunta
a posteriori, com'è spesso il caso per molte cose che si trovano nei rituali
dei gradi alti.
Aggiungo ancora che, in
inglese, ‘huzza’ è un'acclamazione usata anche nel mondo profano; dato però che la sua etimologia è del tutto sconosciuta, il problema non viene
risolto e la cosa più probabile di tutte
è che si tratti di una 'esteriorizzazione' di qualcosa che
originariamente apparteneva in proprio a delle organizzazioni iniziatiche; ciò
è, in tutti i casi, molto più probabile del contrario. I quadri dei differenti gradi appesi ai muri non significano
assolutamente nulla, dato che sono orientati seguendo i quattro punti
cardinali; il loro posto non può essere che sul pavimento, nella parte centrale
della L∴ (beninteso, al 3° grado è la bara di
Hiram ad occupare questo posto). In origine, il tracciato doveva essere fatto con il gesso
(oppure con il
carbone) prima dell’apertura
dei lavori (credo, senza esserne del tutto sicuro, che sia il G∴Esp∴[8] ad esserne incaricato) e
veniva cancellato dopo la chiusura dall'ultimo App∴ ricevuto; non ho mai visto da nessuna parte che ci
fosse un ordine determinato da osservare per questo tracciato, per quanto ciò non sia affatto impossibile; ad ogni modo, è soltanto per semplificare
le cose che si
è adottato, in seguito, l'uso di teli che vengono
dispiegati, il che priva la cosa di molto del suo significato.
Per l'altare,
la forma triangolare è certamente più normale della forma cilindrica ma, d'altro canto, l'altare d'Apollo, per quanto
ne sappia, era cubico; può,
d'altronde, trattarsi d'una modifica che ha avuto luogo in un'epoca più o meno
remota. Le vostre osservazioni su diversi
nomi di luoghi sono curiose, ma non so bene quali conseguenze se ne possano trarre. Non
credo che si possa vedere una relazione fra i tre passi di Vishnu e quelli del
cammino dell'App∴; questi ultimi sono
descritti come “i
primi passi
nell'angolo d'un quadrato lungo”. Ma c'è
qualcos'altro che, al contrario, è in relazione diretta con i tre passi di
Vishnu o, piuttosto, con le 'stazioni' corrispondenti: sono i
posti occupati dai tre primi Ufficiali (a condizione, naturalmente, che quella
del 2° Sorv∴ sia normale).
Un'altra cosa da
sottolineare è che esiste, nelle organizzazioni iniziatiche cinesi, un
cammino rituale, chiamato “passo di Yu”, che è molto simile al cammino mass∴, nonostante sia un po' più
complicato.
Avevo saputo della conferenza di J.P.S.[9] da Maridort, ma non avevo avuto altri
dettagli a questo riguardo. Avevo visto, tempo fa, un ritratto del personaggio
ed ero, effettivamente, rimasto colpito dalla sua bruttezza; quel che dite sul suo comportamento è di certo un altro segno molto
sfavorevole...
È veramente stupefacente che qualcuno abbia potuto
dire che avrebbe un suo posto alla G∴T∴! [10]
Prendete tutto il tempo che
vi serve per le questioni d'un altro
ordine di cui vi riproponete di parlarmi poiché è, evidentemente, molto meno
urgente di quel che concerne il rituale. La
ramificazione della renna deve sicuramente aggiungere qualcosa di particolare al simbolismo generale delle corna: ciò mi fa pensare anche alla raffigurazione del dio
gallico Kernunnos.
* Tratta da: René Guénon, Lettere massoniche a Denys Roman 1948, Edizioni Al-Hudâ al Mubîna, Al-Madîna al-Munawwira
* Tratta da: René Guénon, Lettere massoniche a Denys Roman 1948, Edizioni Al-Hudâ al Mubîna, Al-Madîna al-Munawwira
[1] Esponenti di altissimo livello nella gerarchia
iniziatica islamica (per questo ed altri termini
attinenti all'esoterismo islamico, ci siamo avvalsi dell'ottimo: Marcello Perego: Le parole del Sufismo, Edizioni Mimesis, Milano, 1998).
[2] Turuq: plurale di Tariqa: ordine iniziatico islamico.
[3] Colonna del Mezzogiorno.
[4] Droit humain, cioè «Diritto Umano». Le Sorelle del 'Droit Humain'.
[5] Droit humain è un’obbedienza massonica «mista» alla quale partecipano anche le donne, a questo si riferisce «le SS∴» ovvero le due Sorveglianti femmine. [n.d.SS.]
[6] René Guénon si riferisce al cosiddetto alfabeto latomistico ottenuto secondo il principio esposto da Agrippa di Nettesheim nel 1533 nel capitolo XXX, libro Ill della sua De occulta philosophia. Questa la versione presente nel Manuel Maçonnique par un veterain
[2] Turuq: plurale di Tariqa: ordine iniziatico islamico.
[3] Colonna del Mezzogiorno.
[4] Droit humain, cioè «Diritto Umano». Le Sorelle del 'Droit Humain'.
[5] Droit humain è un’obbedienza massonica «mista» alla quale partecipano anche le donne, a questo si riferisce «le SS∴» ovvero le due Sorveglianti femmine. [n.d.SS.]
[6] René Guénon si riferisce al cosiddetto alfabeto latomistico ottenuto secondo il principio esposto da Agrippa di Nettesheim nel 1533 nel capitolo XXX, libro Ill della sua De occulta philosophia. Questa la versione presente nel Manuel Maçonnique par un veterain
de la Maçonnerie (1820)
del Vuilliaume:
Tenendo
presente che, seppur non presente nello schema, il segno s è
utilizzato per la U/V, è bene sottolineare che tale alfabeto è ottenuto sulla base
della cosiddetta tavola tripartita. Come è noto, la tavola tripartita ovvero, secondo
l'antica denominazione: tiercel board, viene ottenuta tracciando
una coppia di rette parallele tra loro e
tagliandole con un'altra coppia di rette parallele e perpendicolari alla prima
coppia. In questo modo la tavola viene suddivisa in nove
parti disposte in tre linee e in tre colonne. Senza entrare qui in ulteriori
particolari diciamo che la struttura di tale tavola è a sua volta intrinsecamente legata all'origine
e all'interpretazione di ogni alfabeto massonico. Necessario precisare anche che,
se il sistema utilizzato originariamente da Agrippa si basava su un alfabeto ebraico di
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lettere,
il numero della lettere utilizzate per le moderne lingue europee, non costituisce
un
multiplo di nove, ed è per questo che lo schema ne indica solo 18. Mancano quindi segni per
lettere come la X, la Y, la W, la Z, la K, la J. Per
questo si utilizza come seconda chiave una croce di Sant'Andrea,
con la quale è possibile ottenere il seguente schema:
u
|
s
|
y
|
y
|
U
|
X
|
Y
|
Z
|
[7] Nel catechismo massonico del 1° grado
conosciuto come “LIBRO M” compilato dal celebre massone italiano Pericle Maruzzi, è detto: “La Loggia, la
sala cioè in cui si riuniscono i Fratelli per
il loro
lavoro, ha la forma di un parallelepipedo rettangolo,
ma noi, usualmente, diciamo che essa è un Quadrilungo”. Quest'ultimo termine
corrisponde esattamente al francese carré
long per indicare la forma della Loggia.
[8] Grande Esperto, cioè uno degli Ufficiali di Loggia.
[9] Jean-Paul Sartre? La sua laidezza era proverbiale.
[10] Loggia Grande Triade: nome della Loggia che si ispirava agli insegnamenti di René Guénon, costituita per la maggior parte da guénoniani. A questo proposito, vedi: Jean Reyor (Marcel Clavelle): Documento confidenziale su René Guénon, Ed. al-Khâtamu al-Dhahabiyy, ai-Qâhira, s.d., pagg. 75-87: “Non era passato un anno [dal 1945] che Guénon fu portato a rivedere il suo punto di vista ed a nutrire qualche speranza in un'altra direzione: fu la costituzione della Loggia «La Grande Triade» di Rito Scozzese Antico ed Accettato, fondato con lo scopo d'accogliere individui che aderivano senza riserve all'opera di Guénon e desiderosi di lavorare per la restaurazione d'una Massoneria integralmente tradizionale. Non avevo nessuna voglia di prender parte a quest'impresa ma Guénon credeva che non ne potessi star fuori, poiché pensava che vi si poteva scorgere quell'iniziativa occidentale che aveva atteso, vanamente, sin qui. Aggiungeva, non senza malizia, che tanto meno mi potevo sottrarre, in quanto quest'iniziativa mi dava ragione dato che permetteva di scorgere un altro esito possibile della sua opera. C'è bisogno di dire che non era per niente alla Massoneria che avevo pensato, prima? Sia quel che sia, intrapresi l'operazione con il concorso di due guénoniani: Roger Maridort e Marcel Maugy (Denys Roman). Ben presto Maridort, che si mostrava, bisogna riconoscerlo, un musulmano
[8] Grande Esperto, cioè uno degli Ufficiali di Loggia.
[9] Jean-Paul Sartre? La sua laidezza era proverbiale.
[10] Loggia Grande Triade: nome della Loggia che si ispirava agli insegnamenti di René Guénon, costituita per la maggior parte da guénoniani. A questo proposito, vedi: Jean Reyor (Marcel Clavelle): Documento confidenziale su René Guénon, Ed. al-Khâtamu al-Dhahabiyy, ai-Qâhira, s.d., pagg. 75-87: “Non era passato un anno [dal 1945] che Guénon fu portato a rivedere il suo punto di vista ed a nutrire qualche speranza in un'altra direzione: fu la costituzione della Loggia «La Grande Triade» di Rito Scozzese Antico ed Accettato, fondato con lo scopo d'accogliere individui che aderivano senza riserve all'opera di Guénon e desiderosi di lavorare per la restaurazione d'una Massoneria integralmente tradizionale. Non avevo nessuna voglia di prender parte a quest'impresa ma Guénon credeva che non ne potessi star fuori, poiché pensava che vi si poteva scorgere quell'iniziativa occidentale che aveva atteso, vanamente, sin qui. Aggiungeva, non senza malizia, che tanto meno mi potevo sottrarre, in quanto quest'iniziativa mi dava ragione dato che permetteva di scorgere un altro esito possibile della sua opera. C'è bisogno di dire che non era per niente alla Massoneria che avevo pensato, prima? Sia quel che sia, intrapresi l'operazione con il concorso di due guénoniani: Roger Maridort e Marcel Maugy (Denys Roman). Ben presto Maridort, che si mostrava, bisogna riconoscerlo, un musulmano
ferventissimo,
desiderò
ricevere la baraka. Lo presentai
quindi a Vâlsan che rifiutò, dando per motivo il fatto che il postulante
era in contrasto con la morale islamica e non appariva deciso a mettersi
in regola (tengo a precisare, qui, che l'infrazione in questione,
per condannabile che fosse dal punto di vista cristiano ed islamico, non aveva nulla a
che vedere con una qualsiasi «perversione»). Maridort
fu, ovviamente, molto colpito da questo rifiuto; senza passare
per la «via gerarchica», sottoposi il suo caso a Schuon
non appena le relazioni con quest'ultimo, che abitava in Svizzera,
furono ristabilite e la risposta fu la stessa: che il
postulante regolarizzi la sua situazione privata e si vedrà. Quando la
Loggia
«La Grande Triade» fu costituita, Maridort mi chiese di presentarlo,
l'iniziazione massonica essendo compatibile (Guénon dixit) con l'esoterismo
islamico. Guénon, con il quale fu in corrispondenza dal primo momento in
cui ciò era diventato possibile e che l'aiutava al massimo delle sue possibilità, l'incoraggiava
vivamente. Durante l'occupazione, in un periodo che non saprei precisare,
ero
entrato in contatto con un giovane che aveva qualche anno più di me,
che si chiamava Marcel Maugy. Guénoniano fervente, s'era interessato alla Massoneria
da quando Guénon ne aveva affermato il carattere iniziatico.
Conoscendo
molto
bene l'inglese e l'italiano, aveva accumulato una
prodigiosa documentazione massonica in queste due lingue, senza parlare,
naturalmente, della letteratura francese su questo soggetto. Quindici anni più tardi,
però, non s'era ancora deciso a sollecitare la propria
iniziazione: penso che quest’astensione fosse dovuta ad una timidezza accentuatissima
di questo vecchio ragazzo quasi quinquagenario. Non appena seppe ch'ero
stato sollecitato ad entrare nella Gran Loggia di Francia, mi chiese di presentarlo, cosa che fu fatta e non sollevò
alcuna difficoltà. Non ero dispiaciuto d'entrare in quella casa in
compagnia di qualche faccia conosciuta. Per Maridort, le cose
andarono meno bene. All'interrogatorio, non piacque. Non so con esattezza cosa
avesse potuto dire per colpire i Fratelli (l'indomani non era capace di ricordare niente di
niente), ma il Venerabile mi fece dire che Maridort era aggiornato.
Non
gli
restava più
che piangere sul suo bel tappeto da preghiera. Fortunatamente
per
lui,
quel
brav'uomo di Reyor, che era presente, dichiarò al Venerabile che
sarebbe entrato nella G∴L∴ con i suoi due puledri o non ci sarebbe entrato affatto. Ci si inchinò e Maridort
al colmo della gioia ricevette finalmente l'iniziazione. Uff! E fu
così che cominciò quest'avventura della «Grande Triade» che doveva
durare, per me, tre anni e mezzo (dal luglio
1947 al febbraio 1951 ). Si fece entrare, in questo periodo, una mezza
dozzina di guénoniani ai quali si aggiunsero, per affiliazione, un altro
ammiratore di Guénon che era Massone sin dal 1936, il Fr∴ Bastien. Ma, malgrado gli impegni che erano
stati assunti con me prima della fondazione, furono introdotti
in questa Loggia, per iniziazione o per affiliazione, un numero ancor maggiore di persone che non avevano nessuna conoscenza
dell'opera
di Guénon e che non avevano, per essa, che una
modesta curiosità. M'ero assai rapidamente reso conto che non era possibile fare un lavoro
serio, anche semplicemente speculativo, in quell'ambiente ed ammetto di non aver mai capito
bene come Guénon avesse potuto farsi delle illusioni al riguardo. Senza dubbio, le lettere
troppo
ottimiste di Maridort e di Maugy gli
avevano fatto credere ad un cambiamento d'atmosfera più accentuato di quanto non
lo fosse nella realtà dall'epoca in cui lui stesso
aveva frequentato la G∴L∴. Avevo, per tre anni, animato meglio che potevo questa Loggia e perfino fatto delle conferenze
nelle
Tenute
collettive e, a dire il vero, ne avevo
abbastanza, ma Guénon tanto più era attirato da questa impresa in quanto si
scontrava con errori di valutazione altrove.
[ ... ]
Maugy era
grande ammiratore della Massoneria inglese, il che, sul piano rituale,
si può giustificare. Ora, c'era - e c'è - in Francia, un'Obbedienza
alcune Officine della quale operano col rito inglese, la G.N.L.F. (le altre Logge di
quest'obbedienza operano col Rito Rettificato). Come ho
lasciato capire in precedenza, se Maugy era entrato
nella G.L., era perché l'occasione s'era presentata. Ora sognava la G.L.N.F.
ed aveva finito per convincere alla sua idea un giovane Massone
lionese di formazione guénoniana che era appena venuto a stare a Parigi ed
era appena entrato nella “Grande Triade”, il F∴ Joan Granger
(alias Jean Tourniac). L'uno e l'altro, in corrispondenza con Guénon,
cercarono di convincerlo a fare emigrare il nostro gruppo
alla G.L.N.F., uno dei cui dignitari di quel tempo, il F∴ Massiou,
era a sua volta in rapporti epistolari con Guénon.
Quest'ultimo appariva molto titubante. Temeva l'atmosfera
molto inglese della G.L.N.F., con il suo conformismo ed il suo
moralismo poco propizi a dei lavori intellettuali. Comunque, dato che eravamo tutti
d'accordo nel lamentarci della piega che avevano preso le cose alla “Grande Triade”, mi chiese di fare prima
di
tutto un tentativo per raddrizzare la situazione, approfittando del fatto che
avrei occupato il posto d'Oratore al rientro d'ottobre 1950. Se si constatava che
non c'era niente da fare, si sarebbe presa in esame l'emigrazione alla G.L.N.F. Da parte mia, non ci tenevo affatto a restare alla G.L.,
dove
ero
ben convinto che non si sarebbe mai fatto un lavoro serio, ma
ero alquanto scettico quanto alle possibilità di far di più alla
G.L.N.F.
In ogni caso, allo
stesso modo in cui non ero entrato nella G.L. se non fosse stato che un
dignitario dell'Obbedienza era venuto a cercarmi, ero ben deciso
a
non
entrare
nella
G.L.N.F. che
alle stesse condizioni... e più ancora. Se il piccolo gruppo dei «guénoniani» della “Grande Triade” passava in massa alla
G.L.N.F., mi ripromettevo di dire a Guénon: dato che ci
sarà un nucleo di guénoniani in quest'Obbedienza, che Maugy
e
Granger sono molto più “calati” di me in materia
massonica, non vedo perché la mia presenza vi sia necessaria. Di
ciò, naturalmente, non avevo fatto parola a nessuno. Una
circostanza fece sì che le cose precipitassero e prendessero una svolta diversa
dal previsto. Avevo preparato un fervorino, che era un bilancio dei 3 anni e mezzo
che avevo passato alla “Grande Triade”, un bilancio fallimentare,
una
requisitoria anche contro i fondatori ed il Venerabile (Ivan Cer.) che aveva
mancato a tutti gli impegni assunti alla
partenza. Avrei dovuto, normalmente, esporre il tutto in 30-40 minuti,
in tutta tranquillità. Non c'era, di solito, nessun programma prestabilito
alla “Grande Triade”. Se non c'erano postulanti da presentare, interrogatori o
iniziazioni, il Venerabile mi domandava di fare una relazione. Ci contavo quindi per
poter presentare il conto: quel giorno- voglio dire il giorno che avevo programmato
– il Venerabile, che aveva delle antenne e forse aveva subodorato qualcosa, si
mise a leggere egli stesso un lunghissimo lavoro personale su non so più che cosa. Il tempo
passava ed io cominciavo ad andare in ebollizione. Terminato ch'ebbe la sua
lettura, il Venerabile si girò verso di me, che occupavo il
posto d'Oratore, e mi disse: “Credo che possiamo chiudere i lavori”. Risposi
che avevo una comunicazione da fare. Mi fece notare che
era tardi, al che risposi che non avrei preso molto tempo. Cominciai
quindi a dipanare il mio testo al galoppo
dinanzi ad
un'assemblea - ed un Venerabile - dapprima sbalordita, poi furiosa, tranne i
pochi che erano a conoscenza del segreto. Era duro,
durissimo, e non offriva neppure una possibilità d'essere accettato, però se
avessi letto il testo posatamente, non avrebbe certo prodotto
la medesima impressione. Letto velocemente, nervosamente (era l'ora d'andare a cena!),
con una voce a sbalzi che dava l'impressione della collera, era veramente
un'aggressione. Il risultato fu quello che è noto: scatenamento di furori, inizio di
baraonda nei corridoi tra miei avversari e sostenitori, poi la mia messa in
stato d'accusa con il pretesto che avevo attentato alla dignità - o all'onore,
non lo so neanche più - del Venerabile, della Loggia e dell'Ordine. Avendo rifiutato
di rendermi al giudizio o di farmici rappresentare, fui radiato. Lo scandalo fu
terribile, aumentato dal fatto che un membro del Collegio dei Riti
del G.O. assistette alla serenata. Ormai improponibile
la mia
domanda d'entrare nella G.L.N.F. Finalmente, dei guénoniani
della
“Grande Triade”, soltanto la metà, emigrarono nella
G.L.N.F., gli altri restarono
nella G.L., almeno per il momento. Quasi tutti loro dovevano in seguito
abbandonare completamente la Massoneria. Fui radiato
dalla G.L. il 6 Gennaio 1951. Il 7, Guénon
moriva. Non era più questione d'obbedienze per me, ormai”.
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