Marcello Perego
Eccellenza dei sapienti
Allâh – Possente e Maestoso – dice nel Nobile Corano:
«Allâh testimonia di Sé che non c’è divinità tranne Lui [1], Colui che realizza
la giustizia (qâ’im bi-l-qist) [2], e così [fanno] gli Angeli e «i
dotati di Scienza» (ûlû al-`ilm). Non c’è divinità tranne Lui, l’Eccelso,
il Saggio» (Cor., 3:18).
شَهِدَ اللّهُ أَنَّهُ لاَ إِلَـهَ إِلاَّ هُوَ وَالْمَلاَئِكَةُ
وَأُوْلُواْ الْعِلْمِ
قَآئِمَاً بِالْقِسْطِ
لاَ إِلَـهَ إِلاَّ هُوَ الْعَزِيزُ الْحَكِيمُ
L’Imâm Ghazâlî ha espresso molta considerazione per questo
versetto, tanto da citarlo per primo nel suo “Ihyâ’ `ulûm al-dîn” e da
ripeterlo diverse volte lungo tutto il libro.
Riguardo a questo versetto l’Imâm Ibn al-Qayyim al-Jawziyya si è espresso tessendo l’elogio della gente dotata di scienza. [3]
Questo verso mostra la superiorità della conoscenza (`ilm)
e degli uomini che ne sono dotati. Da questo verso si possono trarre alcune
considerazioni:
1. Allâh ha scelto «i dotati di Scienza» (ûlû al-`ilm)
per testimoniare la Sua Unicità (tawhîd) e li ha così elevati sopra le
altre creature.
2. Allâh ha onorato «i dotati di scienza» menzionando la
loro testimonianza insieme alla Sua testimonianza.
3. Egli ha elevato lo status dei Sapienti associando
la loro testimonianza con la testimonianza degli Angeli.
4. Questo verso testimonia la superiorità di chi detiene
la Scienza. Allâh non fa testimoniare nessuna delle Sue creature eccetto quelle
che ne hanno più diritto. Un notissimo hadîth del Profeta – Allâh lo
Benedica e gli doni la Pace! – dice: «In ogni generazione il più degno porterà la
conoscenza, rigettando le distorsioni degli estremisti, le false pretese dei
bugiardi e le interpretazioni degli ignoranti». [4]
5. Allâh, l’Unico esente da ogni difetto, testimonia Egli
stesso la Sua Unicità, ed Egli è il più Grande dei testimoni. Egli ha poi
scelto nella Sua creazione gli Angeli e i Sapienti, e tanto basta per mostrare
la loro eccellenza.
6. Allâh ha fatto testimoniare i Sapienti mediante la più
grande ed eccellente delle testimonianze, ovvero «Nessuno ha il diritto di
essere adorato tranne Allâh». Allâh, Colui che è esente da ogni difetto, l’Eccelso,
non reca testimonianza che in questioni di grande importanza e solamente la
migliore creatura può portare testimoniare con Lui.
7. Allâh ha fatto della testimonianza dei «dotati di
scienza» una prova contro chi nega la fede. Dunque essi sono le prove ed i segni
che indicano la Sua Unicità (tawhîd).
8. Allâh – Gloria a Lui l’Altissimo – ha impiegato un solo
verbo, shahida, in riferimento alla Sua testimonianza e alla
testimonianza degli Angeli e dei Sapienti. Egli non ha usato un secondo verbo [complementare]
per la loro testimonianza, connettendo dunque la loro testimonianza alla Sua.
Questo mostra il forte legame tra la loro testimonianza e la testimonianza di
Allâh, come se Egli Stesso recasse testimonianza alla Sua Unicità sulle loro
lingue e facesse loro pronunciare questa testimonianza.
9. Allâh, l’Unico esente da ogni difetto, ha consentito ai
Sapienti di adempiere al Suo diritto (ovvero che nessuno ha il diritto di essere
adorato tranne Lui) attraverso questa testimonianza, e se essi adempiono a
questa testimonianza allora hanno adempiuto al diritto di Allâh su loro e lo
hanno stabilito. È dunque obbligatorio per l’umanità l’accettare questa
testimonianza, la quale costituisce un mezzo per raggiungere la felicità sia in
questa vita che nel ritorno finale [ad Allâh]. Per ciascuno che prende questa
guida dai Sapienti ed accetta questa verità a causa della loro testimonianza,
vi è per i Sapienti una ricompensa uguale alla loro. E nessuno conosce il
valore di questa ricompensa tranne Allâh.
Ma chi sono «i dotati di scienza»? Senza voler limitare la
portata di questo versetto, è interessante riportare quello che scrive Dhahabî:
[5] «La Gente della Sunna, sono loro i dotati di Scienza, e coloro che amano i
Compagni evitando di addentrarsi in quello che scoppiò tra loro (ahl
al-sunna wa hum ûlû al-`ilm wa hum muhibbûn al-sahâba kâfûna `an al-khawd fîmâ
shajara baynahum). [6]
Ciò è del resto conforme a quanto detto dall’Inviato di Allâh
– Allâh lo Benedica e gli doni la Pace!: «Quando i miei Compagni vengono
menzionati astenetevi» (idhâ dhukira ashâbî fa-amsikû). [7]
Sempre in relazione a questo versetto, viene riportato che
Zubayr – Allâh sia soddisfatto di lui! – ha trasmesso: «Ho udito l’Inviato di
Allâh – Allâh lo Benedica e gli doni la Pace! – recitare questo versetto:
“Allâh testimonia di Sé che non c’è divinità tranne Lui, Colui che realizza la
giustizia, e così [fanno] gli Angeli e «i dotati di Scienza». Non c’è divinità
tranne Lui, l’Eccelso, il Saggio”. Il Profeta – Allâh lo Benedica e gli doni la
Pace! – ha detto: “Ed io sono testimone che questo viene dal mio Signore”». [8]
In una variante riportata dall’Imâm Ahmad, dopo avere citato il medesimo
versetto, il Profeta – Allâh lo Benedica e gli doni la Pace! – ha detto: «Ed io
sono tra coloro che lo testimoniano, oh Signore!». [9]
Note
[1] Altra traduzione ammessa: «Nessuno
è degno di essere adorato oltre a Lui ».
[2] Da cui “al-Muqsit”,
uno dei novantanove Nomi divini.
[3] Riportiamo di seguito
l’adattamento di un brano tratto dal suo “Miftâh dâr al-sa`âda”. Cfr. http://www.sunnahonline.com/ilm/aqeedah/0010.htm
[4] Il hadîth è riportato
nella celebre raccolta «Mishkât al-anwâr».
[5] Muhammad ibn Ahmad ibn `Uthmân
ibn Qaymaz ibn `Abd Allâh, Shams al-Dîn Abû `Abd Allâh al-Turkmanî al-Diyarbakrî
al-Fariqî al-Dimashqî al-Dhahabî al-Shâfi`î (673-748). Imâm, Shaykh al-Islâm, vertice
dei maestri del hadîth, profondissimo critico ed esperto esaminatore di hadîth,
storico enciclopedico e biografo, eminente autorità nelle letture canoniche del
Corano. Su di lui consultare Ibn al-Subkî, “Tabaqât al-shâfi`iyya al-kubrâ”,
9:100-106 #1306; Sa`d, “Safahât fî tarjima al-Hâfiz al-Dhahabî”. Cfr. G.F.
Haddad, “Al-Dhahabî, http://www.sunnah.org/history/Scholars/al_dhahabi.htm
[6] Al-Dhahabî, “Siyar a`lâm
al-nubalâ’”, p. 619.
[7] Si tratta di un hadîth
hasan, riportato
da Tabarânî, “Al-mu`jam al-kabîr”, 2:93, 10:244.
[8] Ibn as-Sunnî, “`Amal al-yawm wa al-layl”, n. 437, varie edizioni; Ibn
Kathîr, “Tafsîr al-qur’ân al-`azîm”, Dâr al-ma`rifa, Beirut, Libano, 4
voll., vol. 1, p. 362. Si tratta di un hadîth hasan.
[9] Ibn Kathîr, “Tafsîr
al-qur’ân al-`azîm”, Dâr al-ma`rifa, Beirut, Libano, 4 voll., vol. 1, pp.
361-2.
Da: academia.edu
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