René Guénon
32. Il neospiritualismo
Abbiamo appena detto di coloro che, volendo reagire contro il disordine attuale, ma non possedendo le conoscenze sufficienti per poterlo fare in modo efficace, sono in qualche modo «neutralizzati» o e diretti verso vie senza uscita; sennonché, oltre a costoro, ci sono anche quelli che, al contrario, è fin troppo facile spingere più innanzi sulla strada che conduce alla sovversione.
Il pretesto che è loro fornito nello stato presente delle cose, è nella maggior parte dei casi quello di «combattere il materialismo», e certamente i più fra di loro vi credono sinceramente; ma mentre i primi di cui abbiamo parlato, quando vogliano agire in tal senso, approdano semplicemente alle banalità di una vaga filosofia «spiritualistica», senza alcuna portata reale, ma se non altro quasi inoffensiva, questi ultimi vengono orientati verso il campo delle peggiori illusioni psichiche, ciò che è ben altrimenti pericoloso.
Abbiamo appena detto di coloro che, volendo reagire contro il disordine attuale, ma non possedendo le conoscenze sufficienti per poterlo fare in modo efficace, sono in qualche modo «neutralizzati» o e diretti verso vie senza uscita; sennonché, oltre a costoro, ci sono anche quelli che, al contrario, è fin troppo facile spingere più innanzi sulla strada che conduce alla sovversione.
Il pretesto che è loro fornito nello stato presente delle cose, è nella maggior parte dei casi quello di «combattere il materialismo», e certamente i più fra di loro vi credono sinceramente; ma mentre i primi di cui abbiamo parlato, quando vogliano agire in tal senso, approdano semplicemente alle banalità di una vaga filosofia «spiritualistica», senza alcuna portata reale, ma se non altro quasi inoffensiva, questi ultimi vengono orientati verso il campo delle peggiori illusioni psichiche, ciò che è ben altrimenti pericoloso.
Di fatto, mentre gli
appartenenti alla prima categoria, pur essendo più o meno
contagiati a propria insaputa dallo spirito moderno, non lo sono tuttavia
abbastanza profondamente da essere completamente incapaci di vedere, questi di
cui tratteremo ora ne sono interamente penetrati e si fanno anzi, abitualmente,
un vanto di essere dei «moderni»; l’unica cosa che ripugni loro, fra le
manifestazioni differenti di questo spirito, è il materialismo, ed essi sono a
tal punto affascinati da quest’unica idea, da non accorgersi neppure che una
quantità di altre cose, come la scienza e l’industria che essi ammirano, sono
strettamente dipendenti, per le proprie origini e per la loro stessa natura, da
quel materialismo che gli fa così orrore. Ciò detto, è facile capire come mai
un atteggiamento del genere debba essere al momento attuale
incoraggiato e diffuso: costoro sono i migliori collaboratori inconsapevoli che
si possono trovare per la seconda fase della azione antitradizionale; siccome
il materialismo ha quasi finito di rappresentare la sua parte, sono essi che
diffonderanno nel mondo quel che dovrà prenderne il posto; anzi, il loro
compito sarà di venire utilizzati per aiutare attivamente ad aprire quelle
«fenditure» di cui dicevamo in precedenza poiché, in questa sfera, non si
tratta più solamente di «idee» o di teorie, ma, inoltre e contemporaneamente,
di una «pratica», che li mette in contatto diretto con le forze sottili della
specie più bassa; occorre aggiungere, del resto, che a questa funzione essi si
prestano con tanto maggior buona volontà in quanto si illudono nel modo più
completo sulla vera natura di queste forze, giungendo al punto di attribuir
loro un carattere «spirituale».
Si tratta di quel che in modo generico abbiamo chiamato
«neospiritualismo», con lo scopo di distinguerlo dal semplice «spiritualismo»
filosofico; in questa sede potremmo quasi accontentarci di ricordarlo
semplicemente a modo di «pro memoria», in quanto già
consacrammo, in altre occasioni, studi speciali a due delle sue forme più
diffuse;[1] esso
però costituisce un elemento troppo importante, fra quelli che sono tipici
dell’epoca contemporanea, perché possiamo astenerci dal rammentare almeno i
suoi tratti principali, astrazion fatta tuttavia, per il momento, dell’aspetto
«pseudo-iniziatico» rivestito dalla maggior parte delle scuole che si ricollegano
ad esso (ad eccezione beninteso delle scuole spiritistiche, le quali sono
apertamente profane, ciò che d’altronde è richiesto dalle necessità della loro
estrema «volgarizzazione»), giacché dovremo ritornare più tardi su questo
argomento in modo particolare. Per cominciare è opportuno notare che non si
tratta di un insieme omogeneo, ma di qualcosa che assume una molteplicità di
forme diverse, quantunque il tutto presenti sempre un
numero sufficiente di caratteristiche comuni per poter essere legittimamente
riunito sotto una stessa denominazione. Ma quel che è più singolare, è che
tutti i raggruppamenti, le scuole ed i «movimenti» di questo genere siano
costantemente in concorrenza o addirittura in lotta gli uni con gli altri, al
punto che sarebbe ben difficile trovare altrove, tranne forse fra i «partiti» politici, odi più violenti
di quelli che esistono tra i loro rispettivi aderenti, mentre tuttavia, per una
strana ironia, tutte queste persone hanno la mania di predicare la «fraternità»
a proposito e a sproposito! Si tratta di qualcosa di veramente «caotico», che
può fornire, ad osservatori fossero pur superficiali,
l’impressione del disordine spinto alle sue punte estreme; d’altronde anche
questo non è se non un indizio che il «neospiritualismo» costituisce una tappa
già piuttosto avanzata sulla via della dissoluzione.
D’altra parte, il «neospiritualismo», nonostante
l’avversione che manifesta nei confronti del materialismo, tuttavia rassomiglia
a quest’ultimo sotto più d’un aspetto, al punto che si
è potuto, con sufficiente ragione, usare al suo proposito l’espressione di
«materialismo trasposto», cioè, insomma, esteso oltre i confini del mondo
corporeo. A mettere particolarmente bene in evidenza la giustezza di questa osservazione sono quelle grossolane rappresentazioni
del mondo sottile e di un preteso mondo «spirituale» a cui abbiamo già fatto
allusione più indietro, le quali non sono fatte d’altro che di immagini prese
in prestito dal campo corporeo. Questo stesso «neospiritualismo»
si riallaccia inoltre in modo più effettivo ancora alle tappe anteriori della
deviazione moderna tramite quello che si può chiamare il suo lato
«scientistico»; anche questo abbiamo già segnalato trattando dell’influsso
esercitato sulle differenti scuole da parte della «mitologia» scientifica del
momento in cui esse videro la luce; ed è il caso, altresì, di far risaltare in
modo tutto particolare quale parte, invero considerevole, abbiano nelle loro
concezioni, senza eccezioni ed in modo affatto
generale, le idee «progressistiche» ed «evoluzionistiche», le quali sono senza
ombra di dubbio uno dei segni più tipici della mentalità moderna, e sarebbero
perciò sufficienti, da sole, a caratterizzare tali concezioni come un prodotto
fra i più incontestabili di questa mentalità.
Si aggiunga poi, che quelle stesse fra queste scuole che
mettono in mostra un andamento «arcaico» utilizzando a modo loro frammenti
d’idee tradizionali incomprese e deformate, o mascherando al bisogno idee
moderne sotto un vocabolario copiato da qualche forma tradizionale orientale od occidentale (tutte cose che, sia detto per inciso, sono
in formale contraddizione con la loro credenza nel «progresso» e
nell’«evoluzione»), sono costantemente preoccupate di far andar d’accordo
queste idee antiche, o pretese tali, con le teorie della scienza moderna. Un
lavoro di questo genere è del resto incessantemente da ricominciare a mano a
mano che tali teorie cambiano, ma bisogna dire che coloro che vi si dedicano
hanno il compito semplificato dal fatto di tener quasi sempre
conto soltanto di quel che possono trovare nei lavori di «volgarizzazione».
Oltre a ciò, il «neospiritualismo» è anche in perfetta
conformità con le tendenze «sperimentali»
della mentalità moderna in quello dei suoi aspetti che abbiamo denominato «pratico»;
ed è in virtù di questo aspetto che esso riesce, a
poco a poco, ad esercitare un influsso notevole sulla scienza stessa, e a
insinuarsi in essa in qualche modo per mezzo di quella che viene chiamata la
«metapsichica». È fuor di dubbio che i fenomeni a cui
quest’ultima fa riferimento meritano, in sé, di essere studiati almeno tanto
quanto quelli dell’ordine corporeo; quel che si presta ad obiezioni è il modo
in cui essa pretende studiarli, applicando loro il punto di vista della scienza
profana; i fisici (i quali si accaniscono a far uso dei loro metodi
quantitativi fino a voler tentare di «pesare
l’anima»!) e financo
gli psicologi, nel senso «ufficiale» della parola, sono certo
le persone meno preparate che si possano immaginare per uno studio di questo
genere, e per ciò stesso più suscettibili di chiunque altro di cader preda
delle illusioni.[2] Ma non basta: di fatto le ricerche «metapsichiche» non vengono quasi mai
intraprese in modo totalmente indipendente dagli appoggi dei
«neospiritualisti», soprattutto degli spiritisti, ciò che prova come questi
ultimi abbiano, tutto sommato, la ferma intenzione di farle servire alla loro
«propaganda». Ma quel che forse è ancor più grave sotto questo riguardo è che
gli sperimentatori sono posti in tali condizioni da trovarsi obbligati a
ricorrere ai «medium» spiritistici, vale a dire ad
individui le cui idee preconcette modificano notevolmente i fenomeni in
questione conferendo loro, se così si può dire, una «colorazione» speciale, e
ciò tanto più in quanto sono stati allenati con cura tutta particolare
(esistono persino delle «scuole per medium») a servire come strumento e
«supporto» passivo di certe influenze appartenenti ai «bassifondi» del mondo
sottile, influenze a cui essi servono di «veicolo» dovunque vadano, le quali
per di più non mancano di contagiare pericolosamente tutti coloro, scienziati o
non scienziati, che vengono in contatto con loro e che, a causa della loro
ignoranza di quanto si cela dietro queste cose, sono assolutamente incapaci di
difendersene. Non insisteremo oltre su questo
argomento, anche perché ci siamo già sufficientemente spiegati a questo
proposito in un’altra sede, ed in fondo non ci resta che rinviare coloro che
sentissero il bisogno di più ampi sviluppi a queste nostre opere; tuttavia ci
preme di mettere in risalto, poiché si tratta di una caratteristica del tutto
tipica dell’epoca attuale, la stranezza della funzione dei «medium» e della
pretesa necessità della loro presenza per la produzione dei fenomeni derivanti
dalla sfera sottile. Perché mai niente del genere esisteva un tempo, ciò che non impediva affatto alle forze di questo tipo di
manifestarsi spontaneamente, in determinate circostanze, con un’ampiezza ben
diversa di quanto non accada nelle sedute spiritiche o «metapsichiche» (e
questo, molto spesso, in case disabitate o in luoghi deserti, il che esclude
l’ipotesi troppo comoda della presenza di un «medium» incosciente delle proprie
facoltà)? Ci si potrebbe chiedere se dopo l’apparizione dello spiritismo non
sia cambiato in realtà qualcosa nel modo stesso in cui il mondo sottile agisce
nelle sue «interferenze» con il mondo corporeo, e
in fondo non si tratterebbe che di un altro esempio di quelle modificazioni
dell’ambiente che già abbiamo rilevato discutendo degli effetti del materialismo;
ad ogni modo, quel che c’è di certo in tutta questa faccenda è che si tratta di
qualcosa che risponde perfettamente alle esigenze di un «controllo» esercitato
su queste influenze psichiche inferiori, già essenzialmente «malefiche» in se
stesse, per utilizzarle più direttamente in previsione di certi sviluppi ben
determinati e conformi al «piano» prestabilito di quell’opera di sovversione
per la quale esse sono ora «scatenate» nel nostro
mondo.
[1] Cfr. R. Guénon, L’Erreur
spirite, cit., e Le Théosophisme,
histoire d’une pseudo-religion, Paris, 1921.
[2]
Dicendo questo non intendiamo parlare esclusivamente del conto in cui bisogna
tenere la frode cosciente ed inconsapevole in questo
genere di cose, ma anche delle illusioni che possono sorgere quanto alla natura
delle forze che intervengono nella produzione reale dei fenomeni detti
«metapsichici».
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