Ibn ‘Arabî
Fermati perché il Tuo Signore compie la preghiera[1]
Muhammad - su di lui sia Grazia e pace! - divennne perplesso[2] nel sentire che la preghiera sarebbe attribuibile a Dio, perché ignorava che egli stesso, in questo momento nella Stazione iniziatica della Forma divina perfetta[3] che può essere preso a qibla; non importa a questo proposito, che si tratti di compiere la preghiera o una singola prostrazione.
È per questo motivo
(sconosciuto al Profeta) che il suo Signore lo aveva preso per qibla per la preghiera, quando si era
avvicinato. Il Nome «Colui che conosce» (al-'Alim) l’aveva interpellato rivestendo
la voce di Abu Bakr, sia per fargli conoscere il grado eminente di quest’ultimo[4] e
per metterlo a proprio agio; Egli ha detto: «Fermati perché il Tuo Signore compie la preghiera» perché la
fermata comporta la determinazione di un punto stabile utilizzabile come qibla per pregare. (Il
Profeta) dunque si arrestò, ma fu spaventato da questa parola[5]. Il suo stato
spirituale era caratterizzato in quel momento dalla «proclamazione della
trascendenza» (tasbîh) dunque lo spirito è: «niente è simile a Lui» (Cor
42, 11); e per questo fu spaventato. Allora si recitò per lui
il versetto: «È Lui che compie la preghiera su di voi (‘alay-kum) [6], così
come i Suoi Angeli, per farvi uscire dalle tenebre (e portarvi) alla luce»
(Cor. 33, 43); si ricordò quello che Allah aveva rivelato nel Corano, e la sua
paura cessò[7]»
Commento del traduttore:
«Questo testo ci interessa, non solo perché illustra la
questione della reciprocità tra il Principio divino e l’Uomo universale per
mezzo di un riferimento alla Forma perfetta, ma perché lo Shaykh al-Akbar,
nella sua Preghiera sul Profeta, pone questo rapporto speciale in
corrispondenza di un rito nuziale» (Allahumma, diffondi il favore delle Tue
Preghiere e distendi la protezione dei Tuoi saluti...) sul Tuo
Amato per il quale Tu hai svelato la bellezza della Tua Essenza sul trono nuziale
dei Tuoi ornamenti, e su colui che Tu hai eletto come qibla per contemplare Te stesso nel Tempio Totalizzatore delle Tue
manifestazioni». Michel Vâlsan ha dimostrato che questa menzione della qibla conteneva un riferimento ad una preghiera rituale eseguita durante la notte delle
nozze[8], mentre nel testo
sopra citato, il simbolismo nuziale evoca piuttosto l'unione della «Forma
divina» e la «forma umana».
[Ibn ‘Arabî, Futûhât cap. 340. Estratto
tradotto e annotato da Charles-André Gilis nel cap.V del suo libro Les sept
étendards du Califat, p. 40-41. I commentari tra parentesi quadre […] sono
del curatore del blog http://esprit-universel.over-blog.com/]
[1] [Allusione ad un episodio dell’Ascensione profetica (mi’râj) quando «Muhammad – su lui
la Grazia e la Pace – attraverò i differenti Cieli in maniera corporale, provando
così una grande solitudine; udì allora la voce famigliare di Abû Bakr che gli
diceva: “Fermati oh Muhammad perché il Tuo Signore compie la preghiera”»
– Qif yâ Muhammad inna Rabbuka yusallî. Il testo dello Shaykh al-Akbar
si riferisce a questo episodio tradizionale]
[2] [Traduzione del verbo coniugato tahayyara, proveniente dal termine hayrah].
[3] [Traduzione dell’espressione Maqâm as-sûrah al-ilahiyah al-kâmilah].
[4] Relativamente a questo grado, cfr. La Doctrine initiatique du pèlerinage, p. 251-252. [di Charles-André Gilis
[5] [Traduzione della frase afza’ahu zâlika-l-khitâb].
[6] Gli Angeli si prosternano «per (li)» Adam tanto che Allâh prega «sul (‘alâ)» Suo Profeta. Dato che la preposizione ilâ indica una direzione spaziale, li evoca piuttosto un’intenzione, vale a dire una direzione interiore, caratteristica del mondo intermedio che è quello degli Angeli. Tuttavia ‘alâ implica un’idea di «elevazione» e di «superiorità»; non si atratta più in questo caso di una direzione propriamente detta , poiché Allâh s’identifica in maniera immediata alle Sue «autodeterminazioni» (tawajjuhât), ma di una trasposizione analogica dell’idea di direzione nell’ordine principiale.
[7] In rapporto a una manifestazione particolare della Forma divina, precisamente quella del Profeta – su lui la Grazia e la Pace – la fissazione di una direzione s’accompagna alla determinazione di un Asse principiale, lungo il quale si opera la discesa della Baraka, vale a dire la Benedizione divina.
[8] Cfr. Etudes Traditionnelles n° 446, Nov.-Déc. 1974. p. 247 : [«Il simbolismo impiegato in questo passaggio appartiene a un rito nuziale particolare secondo il quale, la notte del matrimonio, la nuova sposa seduta sul suo letto preparato è svelata per la prima volta dallo sposo che, prendendola come qibla, compie una preghiera di due rakat]
[2] [Traduzione del verbo coniugato tahayyara, proveniente dal termine hayrah].
[3] [Traduzione dell’espressione Maqâm as-sûrah al-ilahiyah al-kâmilah].
[4] Relativamente a questo grado, cfr. La Doctrine initiatique du pèlerinage, p. 251-252. [di Charles-André Gilis
[5] [Traduzione della frase afza’ahu zâlika-l-khitâb].
[6] Gli Angeli si prosternano «per (li)» Adam tanto che Allâh prega «sul (‘alâ)» Suo Profeta. Dato che la preposizione ilâ indica una direzione spaziale, li evoca piuttosto un’intenzione, vale a dire una direzione interiore, caratteristica del mondo intermedio che è quello degli Angeli. Tuttavia ‘alâ implica un’idea di «elevazione» e di «superiorità»; non si atratta più in questo caso di una direzione propriamente detta , poiché Allâh s’identifica in maniera immediata alle Sue «autodeterminazioni» (tawajjuhât), ma di una trasposizione analogica dell’idea di direzione nell’ordine principiale.
[7] In rapporto a una manifestazione particolare della Forma divina, precisamente quella del Profeta – su lui la Grazia e la Pace – la fissazione di una direzione s’accompagna alla determinazione di un Asse principiale, lungo il quale si opera la discesa della Baraka, vale a dire la Benedizione divina.
[8] Cfr. Etudes Traditionnelles n° 446, Nov.-Déc. 1974. p. 247 : [«Il simbolismo impiegato in questo passaggio appartiene a un rito nuziale particolare secondo il quale, la notte del matrimonio, la nuova sposa seduta sul suo letto preparato è svelata per la prima volta dallo sposo che, prendendola come qibla, compie una preghiera di due rakat]
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