"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

martedì 17 giugno 2014

René Guénon, Iniziazione e realizzazione spirituale - VII - Necessità dell’exoterismo tradizionale

René Guénon
Iniziazione e realizzazione spirituale 

VII - Necessità dell’exoterismo tradizionale

Molta gente sembra dubitare della necessità, per chi aspira all’iniziazione, di riallacciarsi come prima cosa ad una forma tradizionale exoterica e di osservarne tutte le prescrizioni; questo d’altronde è l’indice di uno stato d’animo proprio all’Occidente moderno, e di cui senza dubbio molteplici sono le ragioni.
Non intendiamo ricercare quale parte di responsabilità possano avere in tutto ciò i rappresentanti stessi dell’exoterismo religioso, troppo spesso portati dal loro esclusivismo, a negare più o meno espressamente tutto ciò che va al di là del proprio dominio: non è questo il lato della questione che ci interessa in questo momento; troviamo invece stupefacente che coloro i quali si ritengono qualificati per l’iniziazione possano dar prova di un’incomprensione in fondo così simile a quella di costoro, anche se in certo qual modo applicata in senso inverso.
In effetti, è ammissibile che un exoterista ignori l’esoterismo, benché quest’ignoranza non ne giustifichi la negazione; ma è invece inammissibile che chi ha delle pretese all’esoterismo possa ignorare l’exoterismo, anche solo nei suoi aspetti pratici, in quanto il «più» deve necessariamente contenere il «meno». Del resto, anche quest’ignoranza pratica, che consiste nel considerare inutile o superflua la partecipazione ad una tradizione exoterica, sarebbe impossibile senza un disconoscimento anche teorico di questo aspetto della tradizione, il che è più grave ancora, in quanto vien fatto di chiedersi se quel qualcuno che ha una simile visione delle cose, quali che siano le sue possibilità, sia realmente pronto ad affrontare il dominio esoterico ed iniziatico, o se non dovrebbe piuttosto applicarsi ad una migliore comprensione del valore e della portata dell’exoterismo, prima di cercare di andar più lontano. Tutto ciò, in effetti, è una conseguenza evidente dell’affievolirsi dello spirito tradizionale in genere, mentre è chiaro che bisognerebbe innanzitutto ristabilire in se stessi questo spirito, se in seguito si vuol penetrare il senso profondo della tradizione; il disconoscimento di cui si parlava è in fondo analogo a quello riguardante l’efficacia dei riti, anch’esso così diffuso oggi nel mondo occidentale. Ammettiamo pure che l’ambiente profano in cui molti vivono renda loro più difficile la comprensione di queste cose: ma è proprio contro l’influenza di quest’ambiente che essi devono reagire in tutti i modi, e ciò sino ad arrivare a rendersi conto dell’illegittimità dello stesso punto di vista profano; su tutto ciò ritorneremo quanto prima.
Abbiamo detto che lo stato d’animo ora denunciato è caratteristico dell’Occidente; in Oriente in effetti esso non ha ragione di esistere, non solo a causa del persistere dello spirito tradizionale, di cui tutto quanto l’ambiente è impregnato[1], ma anche per un’altra ragione: là ove l’exoterismo e l’esoterismo sono direttamente collegati a costituire una forma tradizionale[2], in modo da apparire in certo qual modo come i due aspetti esteriore ed interiore d’una sola ed unica cosa, è immediatamente comprensibile a chiunque che bisogna prima aderire all’aspetto esteriore se si vuole in seguito penetrare l’aspetto interiore[3], e che questa è anche l’unica strada possibile. Ciò può sembrare meno evidente quando si abbia a che fare, come appunto nel caso dell’Occidente attuale, con organizzazioni iniziatiche prive di legami con l’insieme di una determinata forma tradizionale; in tal caso possiamo dire che esse sono, almeno in linea di principio, compatibili con qualsiasi exoterismo, ma dal punto di vista iniziatico (il solo che presentemente ci interessa, prescindendo da considerazioni di carattere contingente), non lo sono affatto con l’assenza d’un exoterismo tradizionale.
Diremo prima di tutto, per esprimerci nel modo più semplice, che non si costruisce sul vuoto; ora, l’esistenza unicamente profana dalla quale sia escluso ogni elemento tradizionale, non è appunto, in realtà, che vuoto e nulla.
Se si vuole innalzare un edificio, si devono preventivamente disporre le fondamenta; queste sono la base indispensabile su cui poggerà l’intero edificio, comprese le parti più elevate, e tali resteranno sempre anche quando esso sarà terminato. Analogamente, l’adesione ad un exoterismo è una condizione preliminare per arrivare all’esoterismo, né si deve pensare che tale exoterismo possa essere rigettato una volta ottenuta l’iniziazione, così come non si possono sopprimere le fondamenta quando si è ultimato l’edificio. Bisogna aggiungere che l’exoterismo, in realtà, ben lungi dall’essere rigettato, dev’essere «trasformato» in misura corrispondente al grado raggiunto dall’iniziato, poiché questi diventa vieppiù atto a capirne le ragioni profonde; di conseguenza, le formule dottrinali ed i riti assumono per lui un significato molto più reale ed importante di quel che possono avere per un semplice exoterista, che in definitiva si troverà sempre e per definizione limitato a non vederne che l’apparenza esteriore, cioè quel che conta di meno per quanto riguarda la «verità» della tradizione considerata nella sua integralità.
Inoltre, e questo ci riconduce ad un’osservazione cui abbiamo fatto allusione più addietro, chi non partecipa ad alcun exoterismo tradizionale, finisce per concedere la maggior parte della sua esistenza al punto di vista puramente profano, al quale, in queste condizioni, conformerà necessariamente ogni sua attività esteriore. Ad un altro livello, e con conseguenze ancor più estese, questo errore è analogo a quello commesso dalla maggior parte di quegli Occidentali d’oggi che si ritengono ancora «religiosi», e che interpretano la religione come una cosa del tutto a parte e senza alcun contatto reale con il resto della loro vita; un errore del genere è però ancor meno scusabile per chi voglia mettersi dal punto di vista iniziatico, che non per chi si limiti al punto di vista exoterico, ed in ogni caso non è difficile vedere come ciò sia lontano dal corrispondere ad una concezione integralmente tradizionale. In fondo tutto ciò equivale ad ammettere che fuori del dominio tradizionale, o su un piano diverso, vi sia un dominio profano, la cui esistenza, al suo livello, sia egualmente valida; ma come abbiamo spesso ripetuto, non esiste in realtà un dominio profano cui certe cose appartengano per loro stessa natura; esiste solo un punto di vista profano, che non è se non il prodotto della degenerazione spirituale dell’umanità, ed è quindi del tutto illegittimo. In linea di principio non si dovrebbe quindi fare alcuna concessione a tale punto di vista; ciò è per altro piuttosto difficile nell’ambiente occidentale d’oggi, e forse anche impossibile in certi casi e fino ad un certo punto, perché, salvo rarissime eccezioni, ognuno si trova obbligato, sia pure dalla necessità delle relazioni sociali, a sottomettersi più o meno, e almeno in apparenza, alle condizioni della «vita ordinaria», che è appunto unicamente l’applicazione pratica di tale punto di vista profano; ma anche se concessioni del genere sono indispensabili per vivere in questo ambiente, bisognerebbe, per tutti coloro per i quali la tradizione ha ancora un senso, che esse si riducessero allo stretto necessario, mentre al contrario sono spinte all’estremo da coloro che pretendono di fare a meno di qualsiasi exoterismo, anche se tale non è la loro intenzione, ed in ciò non fanno che subire l’influenza dell’ambiente. Disposizioni di spirito del genere son certo quanto mai sfavorevoli all’iniziazione, poiché questa fa parte di un dominio in cui normalmente le influenze esteriori non dovrebbero penetrare in alcun modo; se tuttavia, a causa delle anomalie inerenti alle condizioni dell’epoca nostra, coloro i quali hanno quest’attitudine possono ciò nonostante ricevere un’iniziazione virtuale, fino a quando vi persisteranno volontariamente, dubitiamo molto che sia loro possibile andare oltre e passare all’iniziazione effettiva.



[1] Ci riferiamo qui all’ambiente preso nel suo insieme, per cui, a questo riguardo, non è il caso di tener conto degli elementi «modernizzati», cioè in definitiva «occidentalizzati», i quali, per quanto chiasso facciano, rappresentano nonostante tutto solo una piccola minoranza. 
[2] Per facilità d’espressione prendiamo i due termini exoterismo ed esoterismo nella loro accezione più estesa, il che nella fattispecie non presenta inconvenienti in quanto va da sé che, anche in una forma tradizionale ove tale divisione non è stabilita formalmente, vi è sempre qualcosa che corrisponde all’uno e all’altro di questi punti di vista: in questo caso d’altronde, il legame esistente fra loro è ancor più evidente. 
[3] Si può anche dire, secondo un simbolismo d’uso abbastanza frequente, che il «nocciolo» può essere raggiunto solo attraverso la «scorza».

Nessun commento:

Posta un commento