"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"
sabato 28 febbraio 2015
venerdì 27 febbraio 2015
René Guénon, Monoteismo e angelologia
Monoteismo e angelologia *
* Études Traditionnelles,
ottobre-novembre 1946. (Rivista di Studi Tradizionali n. 8)
Quanto abbiamo detto in altri nostri studi
permette di capire di quale natura sia l’errore che può dare origine al
politeismo: quest’ultimo, che non è dopo tutto se non il caso più spinto di
«associazione»[1], consiste
nell’ammettere una pluralità di principi considerati completamente
indipendenti, mentre invece non sono e non possono essere in realtà che aspetti
più o meno secondari del Principio supremo.
giovedì 26 febbraio 2015
‘Abdul-Hâdî - Ivan Agueli, L’Universalità nell’Islam
‘Abdul-Hâdî - Ivan Agueli
L’Universalità nell’Islam *
L’Universalità nell’Islam *
Abbiamo voluto sviluppare, sotto la forma di una trasfigurazione solare del paesaggio esotico [1],
la dottrina del reale secondo l’“Identità suprema”. Abbiamo visto che,
nonostante l’unità assoluta, esistono dal punto di vista umano,
particolare o disgiuntivo, due realtà: la collettiva e la personale.
mercoledì 25 febbraio 2015
René Guénon, Lettere a Guido De Giorgio - 1
Lettere a Guido De Giorgio - 1
Parigi, 20
Novembre 1925
51, Rue St.
Louis-en-l’Ile (IVe)
Caro Signore,
Cominciavo ad essere preoccupato per non aver ricevuto nulla
da voi dopo la vostra cartolina di luglio e, temendo che foste ancora sofferente,
pensavo di scrivervi qualche parola per domandar vostre nuove, allorché m’è
giunta la vostra lettera. Da allora, rinvio da un giorno all’altro la risposta,
perché son sempre stato molto occupato dal mio ritorno qui, di modo che ora
sono io, a mia volta, ad essere davvero in ritardo con voi. Vi invio questa
lettera a Varazze, ove penso che, secondo quanto mi diceste, vi dovreste essere
reinstallato già da qualche tempo.
martedì 24 febbraio 2015
I. M. Casanowicz, Sciamanesimo dei nativi siberiani
I. M. Casanowicz*
Sciamanesimo dei nativi siberiani**
Sciamanesimo dei nativi siberiani**
Con
sciamasesimo s’intendono quelle credenze magico-religiose e pratiche ritrovate
generalmente nelle comunità primitive nelle quali il prete o il funzionario
religioso è uno sciamano.
lunedì 23 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - Recensioni III
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Recensioni III
Forme tradizionali e cicli cosmici
Recensioni III
sabato 21 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. La tomba di Ermete
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
Ciò che abbiamo detto riguardo a certe imprese
«pseudo-iniziatiche» potrebbe facilmente far comprendere le ragioni per cui
siamo pochissimo invogliati a trattare questioni che tocchino più o meno da vicino l’antica tradizione egizia.
venerdì 20 febbraio 2015
'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî, La perfetta adorazione (Mawqîf 4)
La perfetta adorazione*
* Mawqif 4
Ma
no: erano jinn quelli che essi adoravano e in cui la maggior parte di essi
credeva. [Cor. 34,41][1]
Una notte mi trovavo nella Moschea sacra,
vicino al matâf[2],
rivolto verso la Ka'ba, immerso nell'invocazione (dikr). Tutti dormivano. Le voci si erano zittite. Improvvisamente
alcune persone vennero a sedersi accanto a me, alla mia destra e alla mia
sinistra, e iniziarono a invocare Dio. Una domanda mi sorse nella mente: “Chi
tra noi è il meglio avviato sulla strada di Dio?”. Poco dopo che il pensiero mi
era balenato, Dio mi strappò al mondo e a me stesso, indi proiettò[3] su di me
la Sua parola: « Ma no: erano jinn quelli
che essi adoravano».
giovedì 19 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Ermete
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
Parlando della tradizione ermetica, dicevamo che essa si
riferisce propriamente ad una conoscenza d’ordine non metafisico, ma soltanto
cosmologico, intendendo quest’ultimo termine nella sua duplice applicazione
«macrocosmica» e «microcosmica».
mercoledì 18 febbraio 2015
Patrick Geay, Il capovolgimento psicanalitico: da Freud a Jung
Patrick Geay
Il capovolgimento psicanalitico: da Freud a Jung* [1]
Nel suo libretto consacrato alla mistica ebraica [2],
Ch. Mopsik evocava recentemente, senza discuterla, l’esistenza d’una
«tesi abbastanza nuova (che) vede nella cabala l’ispiratrice del
pensiero di Freud, il padre della psicanalisi». Questa tesi, abbastanza
strana del resto, non ha provocato praticamente nessuna analisi critica.
Ci proponiamo, in questo primo capitolo, di cercare di capire il senso
di questa presunta filiazione, al fine di dimostrare se, al contrario,
la psicanalisi non rappresenti una versione caricaturale delle antiche
iniziazioni da una parte, e dei principi ermeneutici tradizionali
dall’altra. Una delle caratteristiche più paradossali delle differenti
ideologie che hanno contribuito a plasmare il mondo moderno risiede nel
fatto ch’esse conservano tutte, almeno su certi punti, una struttura e
una vocazione “religiosa”, e questo nonostante i loro presupposti
fondamentalmente antireligiosi.
martedì 17 febbraio 2015
René Guénon. Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. «La Tradizione Ermetica»[
Forme tradizionali e cicli cosmici
«La
Tradizione Ermetica»[1]
Con il titolo La
Tradizione Ermetica nei suoi simboli, nella sua dottrina e nella sua «Ars
Regia»[2] Julius Evola ha
dato recentemente alle stampe un’opera interessante da molti punti di vista, ma
che dimostra una volta di più, se ce ne fosse bisogno, l’opportunità dei nostri
scritti ultimi, riguardo ai rapporti fra l’iniziazione sacerdotale e
l’iniziazione regale[3].
lunedì 16 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - Recensioni II
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
domenica 15 febbraio 2015
Max Giraud, A proposito de «Le Livre noir de la psychanalyse»
Max Giraud
A proposito de «Le Livre noir de la psychanalyse»*
La recente pubblicazione di questo libro
(sotto la direzione di Catherine Meyer, Éditions des Arènes, Parigi,
2005, 831 pagine) ci dà l’opportunità di ritornare su un soggetto che
René Guénon ha affrontato nel suo insegnamento: quello dei “misfatti
della psicanalisi” [1].
Quest’opera, quantitativamente imponente, è
il frutto della collaborazione di quaranta autori presentati come parte,
nei rispettivi campi, dei migliori specialisti al mondo: storici,
filosofi, psicologi, medici, ricercatori. Sono stati utilizzati anche
alcuni “pazienti”. Molti di loro hanno “creduto”, a un certo punto della
loro vita, nella psicanalisi, e l’hanno talvolta applicata in modo
professionale, il che significa che hanno personalmente subito
un’analisi, in conformità alle regole generalmente osservate dalla
professione. Si tratta quindi d’uno studio condotto in gran parte
“dall’interno” e, anche quando non è il caso, non si può certo
sospettare i suoi collaboratori di mancare d’informazioni sul soggetto
trattato. Alcuni tuttavia non hanno mancato d’accusare gli autori
d’appartenere a una “scuola” rivale della psicanalisi, il che
rimetterebbe in discussione la loro imparzialità e disinteresse [2].
sabato 14 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Il «Siphra di-Tzeniutha»
Forme tradizionali e cicli cosmici
Paul Vulliaud ha appena dato alle stampe, primo di una serie
di «testi fondamentali della Cabala», una traduzione del Siphra di-Tzeniutha, facendolo precedere da una lunga introduzione,
molto più lunga dello stesso testo tradotto, anzi dei
due testi tradotti, perché, in realtà, nel volume in questione vi sono due
versioni successive del testo, una letterale e l’altra parafrasata.
venerdì 13 febbraio 2015
Titus Burckhardt, Introduzione alle dottrine esoteriche dell’Islam, I - La natura del Sufismo - I Rami della Dottrina
Titus Burckhardt
Introduzione
alle dottrine esoteriche dell’Islam
I - La natura del Sufismo
I
Rami della Dottrina
La dottrina sufica non essendo una
filosofia, cioè un pensiero completamente umano, non appare come lo sviluppo
omogeneo di un punto di vista mentale; essa riunisce necessariamente una
molteplicità di prospettive che possono talvolta contraddirsi, se si
considerano solo le loro forme logiche senza tener conto della realtà
universale cui tutte si riferiscono.
giovedì 12 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. «La Cabala ebraica»
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
Fino ad oggi, per lo studio della Cabala, non esisteva alcun
lavoro d’insieme che, presentasse un carattere veramente serio; infatti, il
libro di Adolphe Frank, malgrado la sua fama, mostra soprattutto fino a qual
punto l’autore, imbevuto di pregiudizi universitari e per di più completamente
digiuno di ebraico, era incapace di comprendere l’argomento che si è sforzato
di trattare; quanto a certe compilazioni tanto indigeste quanto fantasiose,
come quella di Papus[2], è
meglio non parlarne. Vi era dunque una deplorevole lacuna da colmare, e ci
pareva che l’importante lavoro di Paul Vulliaud[3]
dovesse essere precisamente destinato a questo; eppure, benché questo lavoro
sia fatto molto coscienziosamente e benché in esso vi siano molte cose
interessanti, dobbiamo confessare che, leggendolo, abbiamo provato una certa
delusione.
mercoledì 11 febbraio 2015
Sâmir AbdulKarîm Al-Hâdfî, Le sette torri del Diavolo
Sâmir
AbdulKarîm Al-Hâdfî
Le sette torri del Diavolo
“però che
come su la cerchia tonda
Montereggion
di torri si corona,
così ‘n la proda che ‘l pozzo circonda
torreggiavan di mezza
la persona
li orribili giganti, cui
minaccia
Giove del cielo ancora, quando tona”[1].
Questi versi della Divina Commedia ci sono
venuti in mente leggendo l’articolo “Ereditammo soltanto un cofano, lo abbiamo
perso”[2], dove sono affrontati alcuni aspetti tradizionali della
figura di Alessandro Magno. Nel “Iskandr-nâma”
(Libro di Alessandro) di Nizâmî, la saga persiana che racconta l’epica di
Sayîdnâ Dhû Al-Qarnaîn, particolare attenzione viene
data all’episodio della costruzione della Grande Muraglia, al fine di contenere
le orde bibliche di Gog e Magog. Stando al simbolismo tradizionale, questa
Grande Muraglia circonda il nostro mondo e lo protegge contro l’intrusione
delle influenze malefiche della sfera sottile inferiore. Il contenimento dello
sciame apocalittico riuscì riempiendo il valico tra due montagne con minerale
di ferro fuso cui si aggiunse rame fuso. Alessandro il
Bicorne così, con una guerra, pose termine, almeno fino allo straripamento
finale, ad un disordine e ristabilì l’ordine,
rappresentando il processo cosmico di reintegrazione del manifesto nell’Unità
Principiale.
martedì 10 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Cabala e scienza dei numeri
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
Abbiamo sovente insistito sul fatto che le «scienze sacre»
appartenenti ad una data forma tradizionale ne
costituiscono realmente parte integrante, perlomeno a titolo di elementi
secondari e subordinati, lungi dal rappresentarne solamente delle specie di
aggiunte avventizie, che vi si sarebbero ricollegate più o meno
artificialmente.
lunedì 9 febbraio 2015
Gaston Georgel, La definizione di "Ultimi Tempi" secondo la dottrina tradizionale dei cicli cosmici
Gaston Georgel
La definizione di "Ultimi Tempi" secondo la dottrina tradizionale dei cicli cosmici.[1]
La definizione di "Ultimi Tempi" secondo la dottrina tradizionale dei cicli cosmici.[1]
È prima di tutto necessario precisare
cosa debba qui intendersi per «Ultimi Tempi», e
situarli pertanto nello sviluppo provvidenziale della storia del Mondo.
domenica 8 febbraio 2015
Aḥmad ibn ‘Ajība, Al-taṣawwuf
Aḥmad ibn ‘Ajība
Al-taṣawwuf
Il «sufismo», è la scienza per la quale si conoscono
le modalità del viaggio verso il Re dei re; è anche la
purificazione (taṣfiya) interiore dai vizi (radhā’il)
e l’abbellimento interiore di tutte le virtù (faḍā’il); o
l’annullamento (ghayba) della creatura, che essa sia immersa nella
visione (shuhūd) della Verità (Dio; al-Ḥaqq), o
che sia ritornata verso il mondo manifestato (al-athar)[1],[2].
sabato 7 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Qabbalah
Forme tradizionali e cicli cosmici
venerdì 6 febbraio 2015
Meister Eckhart, Praedica verbum
Praedica verbum
Oggi
e domani si legge una paroletta a proposito del mio signore san
Domenico. San Paolo la scrive nell'Epistola e significa: "Pronuncia la
parola, esprimila, producila, genera la parola!".
giovedì 5 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Alcune considerazioni sul nome Adamo
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
Alcune
considerazioni sul nome Adamo[1]
Nel nostro studio sulla «situazione della tradizione atlantidea nel Manvantara»,
abbiamo detto che il nome Adam
significa letteralmente «rosso», e che questo è uno degli indizi del
collegamento della tradizione ebraica con quella atlantidea, che fu quella
della razza rossa.
mercoledì 4 febbraio 2015
Havismat (Guido De Giorgio), L’attimo e l'eterno
Havismat (Guido De Giorgio)
L’attimo e l'eterno
(Tratto da "Introduzione alla Magia - Gruppo di UR - Volume II". Edizioni Mediterranee)
Si può dire che il sacro si distingue dal profano perchè volto essenzialmente verso il passato per fissare le tappe di uno sviluppo che, necessariamente, trova il suo apice in un "presente": questo presente è il punto metafisico in cui sfocia l’eternità e si dissolvono i mondi in una ampiezza che non ha margine, in una durata che non ha ritmo, in una beatitudine che non ha fine.
L’attimo e l'eterno
(Tratto da "Introduzione alla Magia - Gruppo di UR - Volume II". Edizioni Mediterranee)
Si può dire che il sacro si distingue dal profano perchè volto essenzialmente verso il passato per fissare le tappe di uno sviluppo che, necessariamente, trova il suo apice in un "presente": questo presente è il punto metafisico in cui sfocia l’eternità e si dissolvono i mondi in una ampiezza che non ha margine, in una durata che non ha ritmo, in una beatitudine che non ha fine.
martedì 3 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. La situazione della civilta atlantidea nel «Manvantara»
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
La
situazione della civilta atlantidea nel «Manvantara»[1]
Abbiamo appena segnalato, con Atlantide et Hyperborée, la confusione che troppo frequentemente si
fa tra la Tradizione primordiale, in origine «polare» nel senso letterale della
parola, e il cui punto di partenza è quello stesso del
presente Manvantara, e la tradizione
derivata e secondaria che fu la tradizione atlantidea, riferentesi ad un
periodo molto più ristretto.
domenica 1 febbraio 2015
René Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici - cap. Atlantide e regione iperborea
René Guénon
Forme tradizionali e cicli cosmici
Forme tradizionali e cicli cosmici
Atlantide e regione iperborea[1]
Nella rivista Atlantis (giugno 1929), Paul Le Cour riprende la nota di un nostro
articolo dello scorso maggio[2] in cui affermavamo la distinzione fra Regione iperborea e
Atlantide, contro coloro che vogliono confonderle e che parlano di «Atlantide
iperborea». A dire il vero, sebbene questa espressione sembri effettivamente
appartenere soltanto a Paul Le Cour, non era a lui solo che pensavamo, scrivendo
quella nota, perché egli non è certo l’unico a confondere le questioni di cui
si tratta. Tale confusione la si trova ugualmente in
Herman Wirth, autore di un’importante opera sulle origini dell’umanità (Der Aufgang der Menschheit), edita di
recente in Germania: questi usa costantemente il termine «nord-atlantico» per
designare la regione che costituì il punto di partenza della tradizione
primordiale.
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