"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

venerdì 6 febbraio 2015

Meister Eckhart, Praedica verbum

Meister Eckhart
Praedica verbum

Oggi e domani si legge una paroletta a proposito del mio signore san Domenico. San Paolo la scrive nell'Epistola e significa: "Pronuncia la parola, esprimila, producila, genera la parola!".
È una cosa meravigliosa che rimanga all'interno qualcosa che fluisce all'esterno. Che la parola fluisca all'esterno e tuttavia permanga all'interno, è davvero straordinario. Che tutte le creature fluiscano all'esterno e permangano tuttavia all'interno, è davvero straordinario. Quel che Dio ha dato e quello che ha promesso di dare, è davvero straordinario, inconcepibile, incredibile. Ed è giusto che sia così, perché, se fosse comprensibile e credibile, non andrebbe bene. Dio è in tutte le cose. Più è dentro le cose, e più ne è fuori; più è all'interno, e più è all'esterno.
Ho già detto altre volte che Dio crea questo intero mondo assolutamente in questo ora. Tutto quello che Dio ha creato seimila e più anni or sono, quando fece il mondo, Dio lo crea ora tutto quanto. Dio è in tutte le cose; ma in quanto Dio è divino e razionale, in nessun luogo egli è così propriamente come nell'anima, e negli angeli, se vuoi: nella parte più intima e nella parte più alta dell'anima. E quando dico "più intimo", intendo la parte più alta; quando dico "più alto", intendo la parte più intima dell'anima. Nella parte più intima e più alta dell'anima: le intendo entrambe come una cosa sola. Là, dove non penetrò mai il tempo, dove non risplendette mai un'immagine: nella parte più intima ed alta dell'anima Dio creò l'intero mondo. Tutto quello che Dio ha creato da seimila anni, e tutto quello che creerà tra mille anni, se il mondo durerà ancora tanto, Dio lo crea nella parte più intima ed alta dell'anima. Tutto il passato, tutto il presente, tutto il futuro, Dio lo crea nella parte più intima dell'anima. Tutto quello che Dio opera in tutti i santi, lo opera nella parte più intima dell'anima. Il Padre genera il Figlio nella parte più intima dell'anima, e genera te come non inferiore al Figlio suo unigenito. Se devo essere figlio, devo esserlo in quello stesso essere in cui egli è Figlio, ed in nessun altro. Se devo essere uomo, non posso esserlo nell'essere di un animale, ma devo esserlo nell'essere di un uomo. Se poi devo essere quest'uomo, devo esserlo in questo essere di quest'uomo. San Giovanni ora dice: "Voi siete figli di Dio".
"Parla la parola, pronunciala, esprimila, producila, genera la parola!". "Pronunciala". Ciò che è detto dall'esterno, è grossolano; ma quella parola è pronunciata interiormente. "Pronunciala!", significa che devi diventare interiore di ciò che è in te. Il profeta dice: "Dio disse una cosa, e io ne intesi due". Questo è vero: Dio dice sempre e soltanto una cosa. Il suo dire è uno soltanto. In questo unico dire, egli dice suo Figlio, ed insieme lo Spirito santo e tutte le creature, e vi è soltanto un solo dire in Dio. Ma il profeta dice: "Udii due cose", il che significa: ho inteso Dio e la creatura. Là dove Dio la pronuncia, essa è Dio, ma qui è creatura. La gente si immagina che Dio sia diventato uomo solo laggiù. Non è così, perché Dio è diventato uomo altrettanto qui quanto là, ed è diventato uomo per poterti generare come suo Figlio unigenito, e niente di meno.
Ieri sedevo in un luogo, e là pronunciai una pargoletta, che è scritta nel Paternoster e che suona: "Sia fatta la tua volontà!". Meglio però sarebbe: "Divenga la volontà tua!": che la mia volontà divenga la sua, che io diventi lui, questo vuol dire il Paternoster. Questa parola ha due significati. Il primo: "Dormi di fronte a tutte le cose!", che significa che non devi sapere niente né sul tempo né sulle creature, né sulle immagini. I maestri dicono: se un uomo, che dormisse profondamente, dormisse cento anni, non saprebbe di nessuna creatura, né del tempo, né delle immagini; allora puoi capire cosa Dio opera in te. Perciò dice l'anima nel libro dell'amore:
"Io dormo, e il mio cuore veglia". Se dunque le creature dormono in te, puoi percepire quello che in te opera Dio.
In secondo luogo la parola significa: "Sforzati in tutte le cose!". E questo ha tre significati in sé. Significa qualcosa come: "Trova il tuo vantaggio in tutte le cose!", ovvero: cogli Dio in tutte le cose, perché Dio è in tutte le cose. Sant'Agostino dice: Dio ha creato tutte le cose, non che le abbia fatte divenire e poi abbia proseguito il suo cammino, ma è rimasto in esse. La gente immagina di avere di più, se ha le cose insieme a Dio, di quanto avrebbe con Dio senza le cose. Questo è sbagliato, perché tutte le cose insieme a Dio non sono di più di Dio solo; e se uno che avesse il Figlio, ed il Padre con esso, immaginasse di avere di più che avendo il Figlio soltanto, sarebbe nel torto. Infatti il Padre con il Figlio non è di più che il Figlio solo, e, reciprocamente, il Figlio con il Padre non è di più del Padre solo. Prendi perciò Dio in tutte le cose, e questo è un segno del fatto che egli ti ha generato come figlio unigenito, e niente di meno.
Il secondo significato è questo: ama Dio sopra ogni cosa, e il tuo prossimo come te stesso!, e questo è un comandamento di Dio. Ma io dico che non è solo un comandamento, ma anche un dono che Dio ha fatto, e che ha promesso di fare. Se tu preferisci che cento marchi siano tuoi piuttosto che di un altro, non sei nel giusto. Se tu ami una persona più di un'altra, sei nel torto, e lo stesso se ami tuo padre o tua madre o te stesso più di un altro uomo. E se trovi preferibile la beatitudine in te stesso piuttosto che in un altro, non sei nel giusto. "Dio ne guardi! Cosa dite? Non deve la beatitudine mia essermi più cara che quella di un altro?". Molte persone istruite non lo comprendono, e pensano sia molto difficile. Ma non è difficile, è facilissimo. Voglio mostrarti che non è difficile. Vedete, la natura persegue due fini in ogni membro che opera nell'uomo. Il primo fine che ha in vista nel suo operare, è servire al corpo nel suo insieme, e poi a ciascun membro da solo, come è in se stesso e non meno di se stesso, ed ha, nel suo operare, in vista se stesso non più di un altro membro. Molto di più questo deve valere nel campo della grazia! Dio deve essere una regola ed un fondamento del tuo amore. La prima intenzione del tuo amore deve essere diretta solo verso Dio, e poi sul tuo prossimo come te stesso e non meno di te stesso. E se ami la beatitudine in te più che in un altro, è un torto, perché tu ami te stesso, e, dove tu ami te stesso, là non è Dio il tuo puro amore. Se invece tu ami la beatitudine in san Pietro e in san Paolo come in te stesso, tu possiedi la loro stessa beatitudine. E se ami la beatitudine negli angeli e in nostra Signora come in te, tu godi la stessa beatitudine loro in senso proprio: essa è tua come loro. Perciò si dice nel libro della Sapienza: "Lo ha fatto simile ai suoi santi".
Il terzo significato è questo: ama Dio ugualmente in tutte le cose, ovvero: ama Dio altrettanto volentieri nella povertà come nella ricchezza, nella malattia come nella salute, nella tentazione come fuori della tentazione, nel dolore o fuori del dolore. Sì, tanto maggiore è il dolore, tanto minore e più leggero, come due secchi: più pesante l'uno, più leggero l'altro, e più che l'uomo abbandona, più gli diventa facile abbandonare. Ad un uomo che ama Dio sarebbe altrettanto facile abbandonare l'intero mondo, quanto un uovo. Più egli abbandona, più gli diventa facile abbandonare, come agli apostoli: maggiori dolori avevano, e più facilmente li sopportavano.
"Sforzati in tutte le cose", significa: quando ti trovi in cose molteplici e non nel puro Uno, fai i tuoi sforzi, ovvero sforzati di compiere il tuo dovere in tutte le cose. Questo significa: solleva la testa! E ciò ha due significati. Il primo è: abbandona tutto quel che è tuo e consegnati a Dio, in modo che egli divenga bene tuo proprio come è bene suo proprio, e Dio per te come lo è per sé, e non di meno. Ciò che è mio, non lo ho da nessuno; ma se lo ho da un altro, non è mio: e piuttosto di colui da cui lo ottengo. Il secondo significato è: dirigi tutte le tue opere verso Dio. Ci sono molte persone che non lo comprendono, e questo non mi sembra strano; infatti l'uomo, per comprendere ciò, deve essere molto distaccato, ed elevato al di sopra di tutte le cose mondane.
Ci aiuti Dio a giungere a questa perfezione. Amen.