Praedica verbum
Oggi
e domani si legge una paroletta a proposito del mio signore san
Domenico. San Paolo la scrive nell'Epistola e significa: "Pronuncia la
parola, esprimila, producila, genera la parola!".
È una cosa meravigliosa che rimanga all'interno qualcosa che fluisce all'esterno. Che la parola fluisca all'esterno e tuttavia permanga all'interno, è davvero straordinario. Che tutte le creature fluiscano all'esterno e permangano tuttavia all'interno, è davvero straordinario. Quel che Dio ha dato e quello che ha promesso di dare, è davvero straordinario, inconcepibile, incredibile. Ed è giusto che sia così, perché, se fosse comprensibile e credibile, non andrebbe bene. Dio è in tutte le cose. Più è dentro le cose, e più ne è fuori; più è all'interno, e più è all'esterno.
Ho già detto altre volte che Dio crea questo intero mondo assolutamente in questo ora. Tutto quello che Dio ha creato seimila e più anni or sono, quando fece il mondo, Dio lo crea ora tutto quanto. Dio è in tutte le cose; ma in quanto Dio è divino e razionale, in nessun luogo egli è così propriamente come nell'anima, e negli angeli, se vuoi: nella parte più intima e nella parte più alta dell'anima. E quando dico "più intimo", intendo la parte più alta; quando dico "più alto", intendo la parte più intima dell'anima. Nella parte più intima e più alta dell'anima: le intendo entrambe come una cosa sola. Là, dove non penetrò mai il tempo, dove non risplendette mai un'immagine: nella parte più intima ed alta dell'anima Dio creò l'intero mondo. Tutto quello che Dio ha creato da seimila anni, e tutto quello che creerà tra mille anni, se il mondo durerà ancora tanto, Dio lo crea nella parte più intima ed alta dell'anima. Tutto il passato, tutto il presente, tutto il futuro, Dio lo crea nella parte più intima dell'anima. Tutto quello che Dio opera in tutti i santi, lo opera nella parte più intima dell'anima. Il Padre genera il Figlio nella parte più intima dell'anima, e genera te come non inferiore al Figlio suo unigenito. Se devo essere figlio, devo esserlo in quello stesso essere in cui egli è Figlio, ed in nessun altro. Se devo essere uomo, non posso esserlo nell'essere di un animale, ma devo esserlo nell'essere di un uomo. Se poi devo essere quest'uomo, devo esserlo in questo essere di quest'uomo. San Giovanni ora dice: "Voi siete figli di Dio".
È una cosa meravigliosa che rimanga all'interno qualcosa che fluisce all'esterno. Che la parola fluisca all'esterno e tuttavia permanga all'interno, è davvero straordinario. Che tutte le creature fluiscano all'esterno e permangano tuttavia all'interno, è davvero straordinario. Quel che Dio ha dato e quello che ha promesso di dare, è davvero straordinario, inconcepibile, incredibile. Ed è giusto che sia così, perché, se fosse comprensibile e credibile, non andrebbe bene. Dio è in tutte le cose. Più è dentro le cose, e più ne è fuori; più è all'interno, e più è all'esterno.
Ho già detto altre volte che Dio crea questo intero mondo assolutamente in questo ora. Tutto quello che Dio ha creato seimila e più anni or sono, quando fece il mondo, Dio lo crea ora tutto quanto. Dio è in tutte le cose; ma in quanto Dio è divino e razionale, in nessun luogo egli è così propriamente come nell'anima, e negli angeli, se vuoi: nella parte più intima e nella parte più alta dell'anima. E quando dico "più intimo", intendo la parte più alta; quando dico "più alto", intendo la parte più intima dell'anima. Nella parte più intima e più alta dell'anima: le intendo entrambe come una cosa sola. Là, dove non penetrò mai il tempo, dove non risplendette mai un'immagine: nella parte più intima ed alta dell'anima Dio creò l'intero mondo. Tutto quello che Dio ha creato da seimila anni, e tutto quello che creerà tra mille anni, se il mondo durerà ancora tanto, Dio lo crea nella parte più intima ed alta dell'anima. Tutto il passato, tutto il presente, tutto il futuro, Dio lo crea nella parte più intima dell'anima. Tutto quello che Dio opera in tutti i santi, lo opera nella parte più intima dell'anima. Il Padre genera il Figlio nella parte più intima dell'anima, e genera te come non inferiore al Figlio suo unigenito. Se devo essere figlio, devo esserlo in quello stesso essere in cui egli è Figlio, ed in nessun altro. Se devo essere uomo, non posso esserlo nell'essere di un animale, ma devo esserlo nell'essere di un uomo. Se poi devo essere quest'uomo, devo esserlo in questo essere di quest'uomo. San Giovanni ora dice: "Voi siete figli di Dio".
"Parla
la parola, pronunciala, esprimila, producila, genera la parola!".
"Pronunciala". Ciò che è detto dall'esterno, è grossolano; ma quella
parola è pronunciata interiormente. "Pronunciala!", significa
che devi diventare interiore di ciò che è in te. Il profeta dice: "Dio
disse una cosa, e io ne intesi due". Questo è vero: Dio dice sempre e
soltanto una cosa. Il suo dire è uno soltanto. In questo unico dire,
egli dice suo Figlio, ed insieme lo Spirito santo e tutte le creature, e
vi è soltanto un solo dire in Dio. Ma il profeta dice: "Udii due
cose", il che significa: ho inteso Dio e la creatura. Là dove
Dio la pronuncia, essa è Dio, ma qui è creatura. La gente si immagina
che Dio sia diventato uomo solo laggiù. Non è così, perché Dio è
diventato uomo altrettanto qui quanto là, ed è diventato uomo per
poterti generare come suo Figlio unigenito, e niente di meno.
Ieri
sedevo in un luogo, e là pronunciai una pargoletta, che è scritta nel
Paternoster e che suona: "Sia fatta la tua volontà!". Meglio però
sarebbe: "Divenga la volontà tua!": che la mia volontà divenga la sua,
che io diventi lui, questo vuol dire il Paternoster. Questa parola ha
due significati. Il primo: "Dormi di fronte a tutte le cose!", che
significa che non devi sapere niente né sul tempo né sulle creature,
né sulle immagini. I maestri dicono: se un uomo, che dormisse
profondamente, dormisse cento anni, non saprebbe di nessuna creatura,
né del tempo, né delle immagini; allora puoi capire cosa Dio opera in
te. Perciò dice l'anima nel libro dell'amore:
"Io dormo, e il mio cuore veglia". Se dunque le creature dormono in te, puoi percepire quello che in te opera Dio.
In
secondo luogo la parola significa: "Sforzati in tutte le cose!". E
questo ha tre significati in sé. Significa qualcosa come: "Trova il tuo
vantaggio in tutte le cose!", ovvero: cogli Dio in tutte le
cose, perché Dio è in tutte le cose. Sant'Agostino dice: Dio ha creato
tutte le cose, non che le abbia fatte divenire e poi abbia proseguito
il suo cammino, ma è rimasto in esse. La gente immagina di avere di
più, se ha le cose insieme a Dio, di quanto avrebbe con Dio senza le
cose. Questo è sbagliato, perché tutte le cose insieme a Dio non sono
di più di Dio solo; e se uno che avesse il Figlio, ed il Padre con esso,
immaginasse di avere di più che avendo il Figlio soltanto, sarebbe
nel torto. Infatti il Padre con il Figlio non è di più che il Figlio
solo, e, reciprocamente, il Figlio con il Padre non è di più del Padre
solo. Prendi perciò Dio in tutte le cose, e questo è un segno del
fatto che egli ti ha generato come figlio unigenito, e niente di meno.
Il
secondo significato è questo: ama Dio sopra ogni cosa, e il tuo
prossimo come te stesso!, e questo è un comandamento di Dio. Ma io dico
che non è solo un comandamento, ma anche un dono che Dio ha fatto, e
che ha promesso di fare. Se tu preferisci che cento marchi siano tuoi
piuttosto che di un altro, non sei nel giusto. Se tu ami una persona
più di un'altra, sei nel torto, e lo stesso se ami tuo padre o tua
madre o te stesso più di un altro uomo. E se trovi preferibile la
beatitudine in te stesso piuttosto che in un altro, non sei nel giusto.
"Dio ne guardi! Cosa dite? Non deve la beatitudine mia essermi più
cara che quella di un altro?". Molte persone istruite non lo
comprendono, e pensano sia molto difficile. Ma non è difficile, è
facilissimo. Voglio mostrarti che non è difficile. Vedete, la natura
persegue due fini in ogni membro che opera nell'uomo. Il primo fine
che ha in vista nel suo operare, è servire al corpo nel suo insieme, e
poi a ciascun membro da solo, come è in se stesso e non meno di se
stesso, ed ha, nel suo operare, in vista se stesso non più di un altro
membro. Molto di più questo deve valere nel campo della grazia! Dio
deve essere una regola ed un fondamento del tuo amore. La prima
intenzione del tuo amore deve essere diretta solo verso Dio, e poi sul
tuo prossimo come te stesso e non meno di te stesso. E se ami la
beatitudine in te più che in un altro, è un torto, perché tu ami te
stesso, e, dove tu ami te stesso, là non è Dio il tuo puro amore. Se
invece tu ami la beatitudine in san Pietro e in san Paolo come in te
stesso, tu possiedi la loro stessa beatitudine. E se ami la beatitudine
negli angeli e in nostra Signora come in te, tu godi la stessa
beatitudine loro in senso proprio: essa è tua come loro. Perciò si
dice nel libro della Sapienza: "Lo ha fatto simile ai suoi santi".
Il
terzo significato è questo: ama Dio ugualmente in tutte le cose,
ovvero: ama Dio altrettanto volentieri nella povertà come nella
ricchezza, nella malattia come nella salute, nella tentazione come
fuori della tentazione, nel dolore o fuori del dolore. Sì, tanto
maggiore è il dolore, tanto minore e più leggero, come due secchi: più
pesante l'uno, più leggero l'altro, e più che l'uomo abbandona, più
gli diventa facile abbandonare. Ad un uomo che ama Dio sarebbe
altrettanto facile abbandonare l'intero mondo, quanto un uovo. Più egli
abbandona, più gli diventa facile abbandonare, come agli apostoli:
maggiori dolori avevano, e più facilmente li sopportavano.
"Sforzati in tutte le cose", significa:
quando ti trovi in cose molteplici e non nel puro Uno, fai i tuoi
sforzi, ovvero sforzati di compiere il tuo dovere in tutte le cose.
Questo significa: solleva la testa! E ciò ha due significati. Il primo
è: abbandona tutto quel che è tuo e consegnati a Dio, in modo che egli
divenga bene tuo proprio come è bene suo proprio, e Dio per te come
lo è per sé, e non di meno. Ciò che è mio, non lo ho da nessuno; ma se
lo ho da un altro, non è mio: e piuttosto di colui da cui lo ottengo.
Il secondo significato è: dirigi tutte le tue opere verso Dio. Ci sono
molte persone che non lo comprendono, e questo non mi sembra strano;
infatti l'uomo, per comprendere ciò, deve essere molto distaccato, ed
elevato al di sopra di tutte le cose mondane.
Ci aiuti Dio a giungere a questa perfezione. Amen.