Sâmir
AbdulKarîm Al-Hâdfî
Le sette torri del Diavolo
“però che
come su la cerchia tonda
Montereggion
di torri si corona,
così ‘n la proda che ‘l pozzo circonda
torreggiavan di mezza
la persona
li orribili giganti, cui
minaccia
Giove del cielo ancora, quando tona”[1].
Questi versi della Divina Commedia ci sono
venuti in mente leggendo l’articolo “Ereditammo soltanto un cofano, lo abbiamo
perso”[2], dove sono affrontati alcuni aspetti tradizionali della
figura di Alessandro Magno. Nel “Iskandr-nâma”
(Libro di Alessandro) di Nizâmî, la saga persiana che racconta l’epica di
Sayîdnâ Dhû Al-Qarnaîn, particolare attenzione viene
data all’episodio della costruzione della Grande Muraglia, al fine di contenere
le orde bibliche di Gog e Magog. Stando al simbolismo tradizionale, questa
Grande Muraglia circonda il nostro mondo e lo protegge contro l’intrusione
delle influenze malefiche della sfera sottile inferiore. Il contenimento dello
sciame apocalittico riuscì riempiendo il valico tra due montagne con minerale
di ferro fuso cui si aggiunse rame fuso. Alessandro il
Bicorne così, con una guerra, pose termine, almeno fino allo straripamento
finale, ad un disordine e ristabilì l’ordine,
rappresentando il processo cosmico di reintegrazione del manifesto nell’Unità
Principiale.
Quest’azione è un simbolo lampante del ruolo
protettivo contro l’anti-tradizione e la contro-iniziazione, che, tra l’altro,
in un particolare momento ciclico la funzione profetica di Alessandro Magno ha
dovuto ricoprire e assolvere. Attualmente è attraverso
le fenditure della Grande Muraglia che già si introducono, ed andranno in
misura sempre maggiore introducendosi, certe forze distruttive, appunto lo
straripamento profetico delle orde devastatrici di Gog e Magog. Le fenditure
vere e proprie si producono esclusivamente verso il basso e le forze inferiori
che vi si introducono incontrano sempre minor
resistenza.
Ai centri pseudo-iniziatici e in secondo luogo
contro-iniziatici si ricollegano nel loro insieme ed a
gradi differenti, gli agenti umani attraverso i quali prende corpo l’azione
anti-tradizionale, con l’appello al subcosciente in tutte le sue forme, vale a
dire agli elementi psichici più bassi dell’essere umano.
La contro-iniziazione ha trovato, oggi più che
mai, proprio nella pseudo-iniziazione un posto di osservazione e di elezione
per il proprio reclutamento, costituendo in realtà solo una sorta di
“spiritualità alla rovescia”.
In ambiente terrestre i supporti materiali
dell’anti-tradizione e della contro-iniziazione sono quelli che
tradizionalmente vengono designati come le “sette
torri del Diavolo”[3], centri
di proiezione delle influenze sataniche attraverso il mondo. Queste possono
essere il supporto tangibile e localizzato di uno dei centri della
contro-iniziazione, ai quali presidiano gli awliyâ ash-shaytân che con la
costituzione di questi sette centri pretendono di opporsi all’influenza dei
sette Aqtab, o poli terrestri subordinati al “Polo Supremo”, anche se solo in
maniera illusoria, il dominio spirituale essendo necessariamente interdetto
alla contro-iniziazione. Nella tradizione islamica, i sette Aqtab sono i poli
che reggono i Cieli planetari, e nel nostro mondo essi sono rappresentati dai
sette Abdal.
L’accostamento delle sette torri del Diavolo con
i giganti visti da Dante attorno al pozzo di Cocito, è legittimo e ci sembra
ancor più giustificato quando si pone attenzione al fatto che essi, poggiano i
piedi sul nono cerchio (che è il fondo di tutto l’Inferno, al centro del quale
troneggia Lucifero, mostro di proporzioni inimmaginabili, montagna immensa in
figura umana), come torri dalle fondamenta sataniche, oscure e profonde,
sporgono al disopra dell’ottavo con tutto il busto. Altre fonti tradizionali
fanno chiaramente menzione di queste torri. Notiamo Catherine Emmerich, della
quale citiamo un passaggio significativo estratto dai
“Misteri dell’Antica Alleanza”, dove fa anche allusione ai Giganti, discendenti
di Tubalcain, egli stesso figlio di Caino: “Ho visto molte cose su questo
popolo di Giganti. Essi si dedicarono alla magia. Essi costruirono della grandi torri rotonde in pietra simile alla mica, ai
piedi della quali addossarono delle costruzioni più piccole che conducevano a
immense caverne. Essi montavano sulla cima di queste torri per osservare
l’orizzonte attraverso dei tubi. Questo non avviene con dei telescopi, ma con
un processo satanico. Essi vedono dove si situano le
altre contrade, e si manifesteranno distruggendo tutto, liberando tutto e
abolendo tutte le leggi”[4].
Nella tradizione nordica, Loki (equivalente del
dio Set) ha un misterioso osservatorio in cima a una montagna. Queste immagini
ci offrono l’occasione di rilevare l’origine non-umana della contro-iniziazione,
come è detto in modo inequivocabile nel Corano
(II,34): “Quando abbiamo detto agli Angeli prosternatevi davanti Adamo, essi si
prosternarono eccezion fatta per Iblis (Satana) che rifiutò e si inorgoglì”, e
per questo fu sprofondato nell’abisso. Proprio rispetto agli awliyâ
ash-shaytân, i santi di Satana, René Guénon al riguardo precisa:
“Nell’esoterismo islamico, si dice che colui che si
presenta a una determinata porta senza esservi pervenuto per una via normale e
legittima, vede questa porta chiudersi davanti a lui; è obbligato a ritornare
indietro, non tuttavia come un semplice profano, cosa che è ormai impossibile,
ma come sâher (stregone o mago che opera nel dominio delle possibilità sottili
di ordine inferiore)[5].
Le indicazioni contenute nell’opera di Guénon
permettono di localizzare geograficamente i centri della contro-iniziazione e
lo studio delle fonti tradizionali (il simbolismo e le leggende sono
infinitamente preziose), inoltre non fa che confermare
queste indicazioni. Noi ci troviamo realmente in presenza
di varie “contrade”, situate in differenti paesi ma intimamente legate tra
loro.
Proprio lo Shaykh Abdul Wâhid Yahyâ afferma: “Da
testimoni degni di fede, si ha in particolare in una regione remota del Sudan
(regione del Monte Nuba), un intero popolo di licantropi, che comprende almeno un 20.000 individui, e si hanno anche in altre contrade
africane organizzazioni segrete, come quella alla quale si da il nome di
Società del Leopardo, dove certe forme di licantropia giocano un ruolo predominante”[6].
Oltre al Sudan, la società “madre” della Società
del Leopardo, si situa in Niger, dove esistono delle leggende relative al dio Set, il dio dalla testa d’asino[7], e la
presenza di “elementi” interessanti al riguardo che provengono dalla Libia e
dal Ciad. Con il Sudan, dobbiamo inoltre considerare larga parte dell’Egitto
dove l’azione anti-tradizionale si manifestò prima con invasioni da paesi
limitrofi, dal deserto libico e dalla Palestina, ma soprattutto a partire dalla città di Mêroê, nuova capitale del famoso
Regno di Kouch (l’attuale Sudan), attraverso l’invasione della popolazione
nomadi degli Hyksos, tutte adoratrici del dio Set. Nell’antica capitale Napata
(l’attuale Giabal Barkal), sono infatti ancora
visibili le vestigia di un importante “tifonio” dedicato a Tifone-Set. Nella
zona del Kordofan, dove sono situati importanti giacimenti per l’estrazione del
ferro, del rame e dell’oro, gli aspetti malefici dei metalli prendono corpo con
l’uso e l’applicazione profana di carattere sciamanico e magico. Un’altra torre
è localizzata nella zona della Siria, con i Fenici, gli Sciti e gli Assiri. I
Fenici devono essere infatti considerati i discendenti
delle popolazioni che abitavano il territorio attorno al Mar Morto e che si
stanziarono sulle coste della Siria dopo il cataclisma di Sodoma e Gomorra. La
potenza malefica si svilupperà in seguito a Cartagine con il culto di Moloch.
Gli Sciti, che propagano una ancestrale maledizione,
con notevoli analogie con le Società del Leopardo, si trovano legati allo
sciamanesimo. Infine, con gli Assiri, che sono presenti anche nel territorio
dell’Iraq, lo spirito di Nembrot[8] procede dal principio tenebroso chiamato proprio con il
nome di Set. Dopo la costruzione della torre di Babele l’impero assiro viene invaso da popolazioni montane iraniane, i Kassiti, le
“genti del Tigri”. Notiamo che gli Yezidi presenti nel Kurdistan sono
considerati i discendenti degli abitanti della città di
Ninive.
In Russia, approdiamo in piena terra di
sciamanesimo associato al nomadismo, nel suo aspetto deviato e dissolvente
(presenza di oggetti sciti accompagnano le pratiche
sciamaniche). In base alle indicazioni tradizionali dobbiamo considerare anche
il Turkestan vasta regione che comprende Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan,
Kirghizistan e le steppe del Kazakhistan, dagli Urali alla Siberia. Non
dobbiamo infatti scordarci del legame con i mongoli e
gli unni. È stato proprio Gengis Khan ha voler attaccare il regno del Prete
Gianni, ma che questo “lo respinse scatenando folgori contro il suo esercito”.
Gli Osseti discendenti attuali degli Sciti, occupano il territorio al centro
del quale si situa il Monte Kazbeck, dove tradizionalmente fu incatenato il
titano Prometeo. Ulteriori centri che possiamo
localizzare nel territorio russo sono uno a livello dell’estuario del fiume Ob,
e il secondo più a nord sull’Isola di Belvy (Isola Bianca) nel Mar di Kara,
quando teniamo presente che ogni antico centro spirituale diviene terra di
morti quando questo centro scompare.
Plutarco sottolinea che
per gli antichi Egizi, l’assimilazione dell’Orsa Maggiore con Set-Tifone è
totale. Ora se nei paesi dove si situano le contrade citate, ritroviamo i segni
più importanti della catena contro-iniziatica (Sudan, Niger, Siria, Iraq e
Russia con Turkestan, Urali e Siberia) il collegamento grafico su una mappa
geografica dei differenti punti individuati, ci appare
coma una rappresentazione dell’Orsa Maggiore. Si tratta, beninteso, di una
rappresentazione terrestre e malefica, questo correlativamente alla stessa
natura della contro-iniziazione. L’associazione delle orde apocalittiche di Gog
e Magog con l’inizio della rivolta della casta degli
kshatriya non esclude, ma anzi completa le indicazioni della leggenda delle
Pleiadi e della Tradizione Atlantidea.
L’aspetto celeste e benefico della
Orsa Maggiore assimilata alle sette stelle menzionate nell’Apocalisse
diviene il modello del regno momentaneo e illusorio della menzogna, essendo
l’interpretazione simbolica alla rovescia una delle caratteristiche della
contro-iniziazione. Infatti in India l’Orsa Maggiore è
la sapta-riksha, vale a dire la dimora simbolica dei sette Rishis. Questi dati
sono naturalmente conformi alla tradizione iperborea, mentre nella tradizione atlantidea l’Orsa Maggiore è sostituita in questo ruolo
dalle Pleiadi, anch’esse formate da sette stelle, ed è noto che per i Greci, le
Pleiadi erano figlie di Atlante e come tale chiamate anche Atlantidi.
È eclatante che anche
la disposizione geografica secondo modalità geometriche viene copiata in
maniera distorta da quelle delle autentiche tradizioni ortodosse, come quella
che ritroviamo ad esempio analizzando la posizione delle grandi cattedrali
gotiche intitolate a Notre-Dame, che sono disposte sulla superficie terrestre
secondo lo schema di una stella a cinque punte. D’altra parte proprio la Grande
Parodia sarà il regno dell’Anticristo e sarà l’imitazione caricaturale e
satanica della Tradizione e della spiritualità vere e proprie, la distorsione più estrema e più immensa. Non potrà essere altro che
instabile ed effimera, pur essendo in se stessa la più temibile di tutte le
possibilità.
Nonostante l’interesse dei dati fin qui esposti,
ci sembra ancor più importante il fatto che, accanto a questi centri per così
dire storici della contro-iniziazione, è possibile, in base ai dati forniteci
dalla geografia sacra, individuare quelle misteriose immense caverne evocate dalla Emmerich. Queste in definitiva sono, per così dire, i
flussi delle correnti contro-iniziatiche che
percorrono, in senso contrario, le stesse rotte battute in senso positivo e con
tendenza centrifuga (dal Centro verso la periferia) dalle correnti
tradizionali.
Degno di nota è il fatto che
se è possibile evidenziare diversi gradi (dal Polo fino all’equatore)
corrispondenti a una successiva ma irrimediabile perdita della tradizione,
queste stesse fasi “verticali” rappresentano l’aspetto malefico
dell’avanzamento delle forze oscure. A queste corrispondono altrettanti
fasi “orizzontali” di tendenza centripeta. Ricordiamo che se l’equatore[9] rappresenta
per la tradizione il massimo grado di allontanamento dal Polo, al contrario è
l’apparente trionfo della contro-tradizione. Questo infatti
sarà passeggero e proprio quando tale trionfo sembrerà più completo, essa verrà
distrutta dall’azione delle influenze spirituali, le quali interverranno a
preparare immediatamente il raddrizzamento finale.
Queste considerazioni sono in perfetto accordo
con i principi metafisici, per cui, al primordiale dispiegamento della
manifestazione divina (dalla pura unicità, alla massima molteplicità)
corrisponde una reintegrazione finale in senso contrario, per gradi successivi
e sovrapposti. Avendo presente questi aspetti basilari notiamo subito che lungo
la traiettoria balto-dacica, che comprende i Paesi baltici, la Romania, il
Caucaso e la Siberia Meridionale si mossero le prime orde barbariche culminate
con quella degli Unni e delle popolazioni altaiche, percorrendo a ritroso
quelle che furono le prime grandi migrazioni indoeuropee.
In una prima fase intermedia, lungo la direzione
Parigi-Atene-Ur, e relativamente più recente, lungo la traiettoria
celtico-iranica (Roma-Gerusalemme-Lhassa, le correnti contro-iniziatiche
dilagarono e continuano a dilagare, diremo quasi in maniera speculare rispetto
alle tradizioni atlantidee. Notiamo che questa azione è attualmente accompagnata da quella
dell’ultima fase, quella che tradizionalmente viene descritta come “il tempo
nel quale l’Avversario percorrerà la Terra”. Questa
ultima fase è individuabile dalla traiettoria che passa da Granada, Mecca per
dirigersi poi verso Oriente. Interessante al riguardo è il
fatto che, nel 1492 Cristoforo Colombo percorse la via delle Americhe a
livello del Tropico del Cancro, che insieme al 45° parallelo e all’equatore è
uno dei punti di riferimento fondamentale della geografia sacra. La
falsificazione di tutte le cose, uno degli aspetti caratteristici della nostra
epoca, non è ancora la sovversione vera e propria, ma certo contribuisce
abbastanza direttamente proprio a preparare il regno dell’Anticristo: questi è colui che, lo si concepisca come individuo o come una
collettività, concentrerà e sintetizzerà in se stesso, in vista di tale opera
finale, tutte le potenze della contro-tradizione. Rappresenterà, non fosse
altro a titolo di supporto, tutte quelle influenze malefiche che, dopo essersi
concentrate in lui, dovranno da lui essere proiettate nel mondo. L’Anticristo
sarà l’essere più lontano dal Centro di tutte le cose, ma pretenderà di fare
“girare la ruota” in senso inverso al normale movimento ciclico; prenderà la
funzione dell’Avatara finale che, nella tradizione cristiana, è la “seconda
venuta” del Cristo, e sarà la sintesi stessa di tutto il simbolismo invertito
in uso presso la contro-iniziazione. Perciò l’Anticristo può assumere
addirittura i simboli del Messia, beninteso in senso radicalmente opposto.
L’Anticristo deve essere il più vicino possibile alla
“disintegrazione”, per cui la sua individualità, da un lato sviluppata in modo
mostruoso, si può dire già annichilita, realizzerà l’inverso della
cancellazione dell’Ego di fronte al Sé o, in altri termini, realizzerà la
confusione nel Caos, invece della fusione nell’Unità Principiale.
L’Età Nera avrà fine solo quando apparirà il
vero Kalkin Avatara, colui il quale è in sella ad un
cavallo bianco, che porta sulla testa un triplice diadema, segno della
sovranità sui Tre Mondi, e che ha in mano una spada fiammeggiante come la coda
di una cometa. Questi avrà reale funzione di Manu (letteralmente “colui che fa girare la ruota”), vale a dire colui che,
collocato nel centro di tutte le cose, ne dirige il movimento senza in realtà
parteciparvi. Allora il mondo del disordine e dell’essere sarà distrutto e,
grazie alla potenza purificatrice e rigeneratrice di Agni, ogni cosa sarà
ristabilita e restaurata nell’integralità dello Stato Primordiale.
Tratto da: Edizioni Orientamento - Al Qibla, La pagina del
Venerdì - www.edizioniorientamento.it
[1] Inferno XXXI, 40-45.
[2] Emanuele Tanasi, “L’Idea,
Il Giornale di Pensiero”, nov. ’98, Anno IV,
numero 11.
[3] W.S. Seabrook: “Aventures
en Arabie”, Gallimard, Paris.
[4] Quello che è interessante di alcune visioni è che esse sono
in accordo su numerosi punti, con i dati tradizionali evidentemente ignorati
dal mistico che ha avuto questa visone. Si può citare
come esempio che nel 1891, guidato proprio dalle indicazioni precise delle
visioni di Anne-Catherine Emmerich, il professor Eugéne Paulin, scoprì la
localizzazione della casa della Santa Vergine a Meryam-Ana-Evi (vicino ad Efeso) dove Maria, secondo la tradizione, abitò per nove
anni dopo la crocifissione.
[5] René Guénon: “Le
Règne de la quantité et les signes des temps”, cap. XXXVIII.
[6] René Guénon: ibidem,
cap. XXVI.
[7] Ricordiamo che secondo i pitagorici l’asino è l’unico
animale che non è nato in maniera conforme alle leggi dell’armonia, e che tra
tutti gli animali quello più insensibile al suono della lira. Per i tuareg del
Niger, l’asino è considerato l’animale più spregevole.
[8] Inferno XXXI, 67.
[9] Vedi nostro “A
proposito di Axum”, in “L’Idea. Il Giornale di Pensiero”, ott.’98,
Anno IV, numero 10
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