"…la dottrina è infallibile, è a causa del fatto che essa è un’espressione della verità, la quale, in se stessa, è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e che la comprendono. La garanzia della dottrina risiede in definitiva nel suo carattere «non-umano»". René Guénon, Considerazioni sull’iniziazione, cap. "Sull’infallibilità tradizionale"

domenica 3 maggio 2015

Ibn ‘Arabî, Mishkâtu-l-anwâr - La nicchia delle Luci - II

IbnArabî
Mishkâtu-l-anwâr - La nicchia delle Luci - II
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Ora invece ne citerò altri quaranta ben noti, che risalgono sempre ad Allâh, ma sono sprovvisti della catena di trasmissione».
Nel nome di Allâh, il Misericordioso, il Compassionevole. Signore, concedici facilità con la benedizione del Tuo Profeta, su di lui la preghiera e la pace.

XLI
Allâh, Potente e Magnifico, disse ad Abramo, la pace sia su di lui, Suo Profeta e amico intimo:
«Perché sei così terrorizzato
Abramo rispose: «Come potrei non temere e non essere terrorizzato? Adamo, mio padre, che Allâh lo benedica e gli dia la pace, occupava una posizione di estrema prossimità a Te: lo avevi creato con le Tue mani, gli avevi insufflato il Tuo spirito, avevi ordinato agli angeli di prosternarsi davanti a lui e per un'unica disobbedienza lo hai cacciato dalla Tua protezione (jiwâr)!».
Allâh gli rivelò: «Abramo non sai che la disobbedienza dell'amante nei confronti dell’amato è gravissima?».

XLII
Allâh Altissimo disse:
«Davide, metti in guardia i figli di Israele dall’appetito delle passioni. I cuori dipendenti dalle passioni hanno l'intelligenza velata nei Miei riguardi».

XLIII
Mosè, su di lui la pace, aveva chiesto ad Allâh Altissimo:
«Signore, Tu sei così lontano da doverti chiamare, o sei così vicino da poterti parlare a bassa voce?».
Allâh Altissimo gli rispose: «Sono il compagno di chi Mi menziona, e sono insieme a lui».
Mosè chiese: «Quale azione Ti è più cara, Signore?».
Egli rispose: «Che tu renda sempre più frequente la Mia menzione in ogni Situazione».

XLIV
Allâh Altissimo ha detto:
«Mente chi proclama di amarMi e si disinteressa di Me. Non è vero che ogni amante cerca di appartarsi con il suo amato? Io conosco bene i Miei amati, che Mi hanno sempre presente negli occhi, Mi parlano in contemplazione e conversano con Me in Mia presenza. Domani li renderò felici nel Mio paradiso».

XLV
Allâh Altissimo ha detto di chi si uccide:
«Proibisco il paradiso al Mio servitore che ha anticipato il suo termine».

XLVI
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«È Mio servitore ogni creatura che Mi menziona quando incontra il suo avversario (qirn) (cioè in guerra)».

XLVII
Allâh Altissimo ha detto:
«O figlio di Adamo, se tu considerassi l'esiguo tempo che ti resta da vivere, rinunceresti alle speranze di possessi a lungo termine, ridurresti l'avidità e le azioni interessate (hiyal), e cercheresti di aumentare [le buone azioni]. Il rimorso ti coglierà quando sentirai i piedi che ci cedono [al momento di morire], la famiglia e i servitori ti lasceranno, l'amico si allontanerà e il vicino ti abbandonerà. Non potrai tornare alla tua gente né aumentare le tue [buone] azioni. Quindi opera in vista del giorno del giudizio, il giorno dell'afflizione e del rimorso».

XLVIII
Allâh Potente e Magnifico ha detto:
«O figlio di Adamo, se sei soddisfatto di ciò che ti ho destinato, dai sollievo al tuo cuore e al tuo corpo e sei encomiabile. Se invece non sei soddisfatto di ciò che ti ho destinato, ti rendo soggiogato al mondo al punto da correre in esso come l'animale selvatico in aperta campagna. Ma, per la Mia potenza e per la Mia magnificenza, nonostante la tua agitazione, nella vita non ti toccherà che ciò che ti ho predestinato, e sarai da biasimare».

XLIX
Allâh, Potente e Magnifico, dirà agli abitanti del paradiso quando vi entreranno:
«La pace sia su di voi, Miei servitori. Benvenuti. Allâh vi saluta augurandovi la pace».

L
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«O figlio di Adamo, tutti ti vogliono per il loro interesse, mentre Io ti voglio nel tuo interesse. Ma tu fuggi da Me, figlio di Adamo, senza renderMi giustizia».

LI
Allâh, Potente e Magnifico, dirà ai più favoriti durante questa vita, quando li avrà immersi nel fuoco dell'inferno:
«O figlio di Adamo, vi trovi del bene, vi trovi qualcosa di favorevole?».
Essi risponderanno: «No, per Allâh, Signore!».
Quindi Allâh, gloria a Lui, dirà a chi in questo mondo era più miserevole, dopo averlo immerso nel paradiso: «Figlio di Adamo, vi hai trovato delle tribolazioni, ti ha colpito qualche sventura?».
Egli risponderà: «No, per Allâh, Signore; non vi ho incontrato alcuna tribolazione né mi ha colpito sventura».

LII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«O figlio di Adamo, ti ho creato dalla polvere, poi da sperma, e la tua creazione non Mi è costata alcuno sforzo. Come potrebbe costarMi sforzo provvederti del pane istantaneamente?».

LIII
Allâh, Potente e Magnifico, dirà:
«La pace sia su di voi, da parte del Misericordioso e Compassionevole, del Vivente e Sussistente per virtù Propria. Siete tra i beati; quindi entrate nel paradiso per restarci eternamente, perché lo avete meritato. Avete ottenuto la beatitudine con il favore del Durevole, la prossimità al Generoso c la dimora dell'Eterno».

LIV
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«O figlio di Adamo, Io nei tuoi confronti ho il dovere di amarti, e il Mio diritto su di te è che tu Mi ami».

LV
Allâh, Potente e Magnifico, dirà parlando agli abitanti del paradiso: .
«Voi siete i credenti e Io sono il Credente, il Protettore. Ho condiviso con voi uno dei Miei nomi. Non avrete timore e non avrete da affliggervi. Voi siete i Miei intimi, i prossimi a Me, i Miei amati, i Miei migliori amici (asfyâ'î), i Miei eletti (khâssatî), le persone che prediligo, e siete nella Mia dimora».

LVI
Allâh, Potente e Magnifico, quando discende nell'ultimo terzo della notte, dice:
«Io sono il Sovrano: rispondo a colui che Mi invoca. Concedo a colui che Mi domanda. Perdono a colui che Mi chiede perdono».

LVII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Quando il Mio servitore pensa di compiere una buona azione, Io gliela ascrivo come se l'avesse compiuta finché non la fa. Se la compie, gliela conto come se ne avesse fatte dieci. Se pensa di compiere una cattiva azione, io gliela perdono finché non la esegue. Se la fa, la conto come una sola».

LVIII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«O figlio di Adamo, ti ho creato per causa Mia, e ho creato le cose a causa tua. Non contaminare ciò che ho creato per causa Mia per ciò che ho creato a causa tua».

LIX
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Figlio di Adamo, come Io non ti interrogo sull'azione di domani, tu non chiederMi il cibo di domani».

LX
Allâh, Potente e Magnifico, dirà rivolgendosi agli abitanti del paradiso:
«Pace a voi, schiera di Miei servitori musulmani. Voi siete i sottomessi (muslimûna) e Io sono la Pace (salâm); la Mia dimora è la dimora della pace. Vi farò vedere il Mio viso secondo il modo in cui avete ascoltato la Mia parola».

LXI
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Figlio di Adamo, Io ho un diritto (farîda) nei tuoi confronti e in cambio ti sono debitore del nutrimento. Se tu vieni meno al tuo dovere nei Miei confronti, Io non agisco del pari, ma continuo a nutrirti, nonostante la tua mancanza verso di Me».

LXII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Figlio di Adamo, esegui quattro rakaat[1] nella prima parte del giorno, e Io ti proteggerò per il resto [della giornata]».

LXIII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Come puoi negare la Mia potenza, se Io ti ho creato coo n questa forma,  proporzionato ed equilibrato? Allora tu hai camminato [con ostentazione] davanti a te, facendo tremare la terra, cioè facendola risuonare. Poi tu hai raccolto [dei beni] e te li sei tenuti, finché la tua anima non ha raggiunto le clavicole [appena prima della morte], e solo allora hai detto: “Vorrei fare l'elemosina”. Era forse soltanto quello il momento di farla? ».

LXIV
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Quando il Mio servitore perde lo stato di purità rituale (wudu’), senza procedere all'abluzione, Mi offende. Quando è in stato di purità rituale, ma non prega, Mi offende. Quando prega senza invocarMi, Mi offende. Se Mi invocasse e Io non gli rispondessi, sarei Io a offenderlo, ma Io non sono un Signore che arreca offese».

LXV
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Figlio di Adamo, non temere la mancanza di nutrimento fintanto che i Miei magazzini continueranno a essere ricolmi; ed essi non si esauriranno mai».

LXVI
Allâh, Potente e Magnifico, rivolgendosi agli abitanti del paradiso, dirà loro:
«Quando vi apparirò e solleverò il velo dal Mio viso, celebrate le Mie lodi ed entrate nella Mia dimora; non troverete ostacoli che vi impediscano di raggiungerMi, in pace e al sicuro».

LXVII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«O, figlio di Adamo, non temere chi detiene il potere finché il Mio potere non sia cessato, ed esso perdurerà senza estinguersi mai».

LXVIII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«O, figlio di Adamo, non sentirti al sicuro dalla mia astuzia finché non avrai attraversato il Sirât». Allâh Altissimo ha detto: «Solo chi è destinato alla perdizione si sente al sicuro dall'astuzia di Allâh».

LXIX
Allâh Altissimo dirà, tra l'altro, agli abitanti del paradiso:
«Venite a Me, sedetevi attorno a Me, in modo da guardarMi e vederMi da vicino.
Vi festeggio con la Mia buona accoglienza.
Vi concedo le Mie ricompense.
Vi circondo con la Mia luce.
Vi copro con la Mia magnificenza.
Vi dò una parte del Mio regno».

LXX
Allâh Altissimo ha detto:
«Io accetto la salât di chi in essa si sottomette alla Mia immensità, non è superbo verso le Mie creature, non trascorre la notte a persistere nella disobbedienza a Me, passa il giorno menzionandoMi, è misericordioso con i poveri, i viaggiatori e le vedove, e chi sia stato colpito da qualche disgrazia di questo genere. La sua luce è come la luce del sole; lo proteggo con la Mia potenza e i Miei angeli vegliano su di lui; a lui dò la luce nell'oscurità e la scienza nell'ignoranza. Egli, all'interno della Mia creazione, può essere paragonato al Firdaws[2]  nel paradiso».

LXXI
Allâh, Potente e Magnifico, agli angeli che Lo avvertono:
«Signore, questo Tuo servitore vuole compiere una cattiva azione, pur essendone consapevole», risponde: «Osservatelo. Se la compie, scrivetela a suo carico. Se invece vi rinuncia, scrivetegli una buona azione perché egli vi ha rinunciato per procedere verso di Me».

LXXII
Allâh, Potente e Magnifico, dirà agli angeli nel giorno del giudizio, in occasione dell'esame delle azioni:
«Guardate se il Mio servitore ha compiuto la salât in tutta la sua completezza, o se in essa vi è qualche difetto». Se essa sarà stata completa, gli sarà ascritta completa. Se sara carente di qualcosa, Egli, gloria a Lui, dirà: «Guardate se il Mio servitore ha compiuto qualche rito surerogatono». E se l'avrà compiuto, dirà: «Ascrivete al Mio servitore un merito completo per i suoi riti surerogatori».
Il Profeta, su di lui la pace, ha detto quindi: «E così che le azioni vengono accettate».

LXXIII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Figlio di Adamo, ti ho assoggettato a tre disgrazie a cui non puoi sottrarti: la povertà, la malattia e la morte. Nonostante ciò, resti impaziente».

LXXIV
Allâh Altissimo ha detto a Mosè, su di lui la pace:
«Ti insegno cinque precetti, che costituiscono le basi della tradizione: Finché tu non venga a sapere che il Mio regno è cessato, non smettere di obbedirMi. Finché tu non sappia che i Miei tesori si sono esauriti, non disperare per il tuo nutrimento. Finché tu non sappia che il tuo nemico è morto, non sentirti al sicuro da un attacco a sorpresa e non smettere di combattere. Finché tu non sappia che Io ti ho perdonato, non prendertela con i peccatori. E finché tu non sia entrato nel Mio paradiso, non sentirti al sicuro dalle Mie insidie».

LXXV
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto, presentando la scelta al Suo Profeta Muhammad, su di lui la pace:
«Se vuoi, sii Profeta servitore e se vuoi, Profeta re». Gabriele, su di lui la pace, gli ispirò la modestia e il Profeta, S.A.’a.w.s., scelse di essere Profeta servitore.

LXXVI
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Chi umilia un Mio amico, Mi sfida alla guerra».

LXXVII
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«L'atto di adorazione che preferisco è quello di dare buoni consigli».

LXXVIII
Allâh, Potente e Magnifico, dirà, parlando agli abitanti del paradiso:
«Io sono il vostro Signore Che avete adorato. Non Mi vedevate, ma Mi invocavate Mi amavate Mi temevate. E allora, per la Mia potenza, la Mia magnificenza, la Mia elevazione, la Mia grandezza, il Mio splendore, il Mio fulgore, Io sono soddisfatto di voi vi amo e amo ciò che amate. Presso di Me avrete ciò che desiderate e che diletta i vostri occhi. Avrete ciò che chiederete e che vorrete. Tutto ciò che volete, Io lo voglio. ChiedeteMi senza vergogna né ritegno».

LXXIX
Allâh, Potente e Magnifico, ha detto:
«Il figlio di Adamo che ingiuria i tempi Mi offende, perché Io sono il tempo. Sono Io che comando le cose e faccio succedere la notte al giorno».

LXXX
Allâh, Potente e Magnifico, dice agli angeli nel giorno di ‘arafa[3]:
«Guardate i Miei servitori che vengono verso di Me scapigliati, polverosi (ghabr), precipitandosi da ogni sentiero fra le montagne. Vi prendo a testimoni chi li ho perdonati». Gli angeli obiettano: «Ma Signore, il tale è stato ingiusto, e anche il tale e la tale». Allâh Altissimo taglia corto: «Li ho perdonati».

Il servitore, il povero nei confronti di Allâh Altissimo, ha detto: «Sono terminati i quaranta detti che risalgono ad Allâh Altissimo, gloria a Lui, senza catena di trasmissione. Adesso li farò seguire da altri venti, sempre risalenti ad Allâh Altissimo, con le catene di trasmissione di chi li ha trascritti, senza aggiungervi chi me li ha riferiti per non dilungarmi troppo. Raggiungerò così, con quest'ultima parte, il numero di cento ahâdîth derivati da Allâh, a cui ne aggiungerò ancora uno, perché «Allâh è dispari e ama il dispari», come ha riferito Bukharî. Che Allâh benedica e dia la pace al nostro signore Muhammad, alla sua famiglia e ai suoi compagni.

2 di 3 - Continua 
Tratto da: Rivista di Studi Tradizionali 87-88 




[1] La rak'at è l'unità costitutiva di base del rito della salât.

[2] Il Firdaws è il paradiso più elevato.


[3] È il nono giorno del mese di dhû-l-hijja, durante il quale si compie il pellegrinaggio.

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