'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî
«Dio mi ha strappato al mio “io”...»
Mawqif 7
Mawqif 7
Dio mi ha strappato al mio “io” [illusorio] e mi ha
avvicinato al mio “io”
[reale], la
scomparsa della terra
ha comportato
quella del cielo[1]. Il tutto e la parte si sono
confusi. La verticale (tûl) e l'orizzontale ('ard)
si sono annullate[2].
L'azione supererogatoria è tornata all'azione obbligatoria[3] e i colori hanno assunto di nuovo il puro candore primordiale[4]. Il viaggio è giunto al suo termine e quanto è altro da Lui ha finito di esistere. Aboliti ogni attributo (idâfâ), ogni aspetto (i'tibâr) e ogni relazione (nisba), è reintegrata la condizione originaria. «Oggi, Io umilio i vostri lignaggi e innalzo il Mio!»[5]. Poi mi fu detta la parola di Hallaj, ma mentre nel suo caso fu egli stesso a pronunciarla, essa fu pronunciata per me e non fui io a esprimerla. Di questa parola conoscono il senso e l'accettano coloro che ne sono degni; non ne conoscono il senso e la respingono coloro in cui prevale l'ignoranza[6].
L'azione supererogatoria è tornata all'azione obbligatoria[3] e i colori hanno assunto di nuovo il puro candore primordiale[4]. Il viaggio è giunto al suo termine e quanto è altro da Lui ha finito di esistere. Aboliti ogni attributo (idâfâ), ogni aspetto (i'tibâr) e ogni relazione (nisba), è reintegrata la condizione originaria. «Oggi, Io umilio i vostri lignaggi e innalzo il Mio!»[5]. Poi mi fu detta la parola di Hallaj, ma mentre nel suo caso fu egli stesso a pronunciarla, essa fu pronunciata per me e non fui io a esprimerla. Di questa parola conoscono il senso e l'accettano coloro che ne sono degni; non ne conoscono il senso e la respingono coloro in cui prevale l'ignoranza[6].
Tratto da: Abd el-Kader, Il Libro delle soste, Rusconi (Bompiani)
[1] La terra e il cielo simbolizzano rispettivamente il «mondo della manifestaziòne sensibile» (‘âlam al-shahâda) e il «mondo dell'occulto» (‘âlam al-ghayb), ai quali corrispondono, microcosmicamente, il corpo e lo spirito. La loro scomparsa è conseguenza del loro riassorbimento nel Principio.
[3] L'azione supererogatoria (al-nafl) implica l'autonomia di colui che la compie. Il «ritorno» all'azione obbligatoria (fard), che nella prospettiva akbariana ne costituisce la matrice, esprime l'estinzione della creatura - e quindi l'annientamento di ogni volontà che le sarebbe propria - e la totale identificazione alla Volontà divina. Su tale argomento, v. testo 19.
[4] I colori dello spettro rappresentano le apparenti differenziazioni della luce bianca. Questa nuova espressione simbolica del ritorno al Principio viene rafforzata dalle connotazioni del termine arabo insibâg: i colori sono «tinture» e hanno quindi un carattere artificiale.
[5]
Tale espressione è mutuata da un hadîth
qudsî, ossia da una parola del Profeta in cui Dio si
esprime in prima persona.
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