Qasîdah: Lâ ilâha illâ Allâh[2]
Il Sole della Testimonianza si è levato, splendente.
Ha illuminato l’Esistenza.
«Lâ ilâha illâ Allâh»
Per il desiderio, per il desiderio ardente,
il giorno dell’Incontro, nella Casa della Felicità,
la migliore provvista che tu puoi portare
è «Lâ ilâha illâ Allâh».
Ho venduto la mia casa natale per denaro,
al prezzo della mia preziosa vita
ho acquistato la Casa Eterna:
«Lâ ilâha illâ Allâh».
Da tempo mi ero allontanato nei deserti.
rimpiazzando la mia famiglia nel fondo
del mio cuore mentre delle voci gridavano
«Lâ ilâha illâ Allâh».
Il mio rapimento e il mio approssimarmi mi sollevano,
come il mio isolamento tra le sabbie
e la sparizione di me stesso
nell’annientamento di «Lâ ilâha illâ Allâh».
Pieno dimpazienza, a causa della mia giovane ètà,
e dal desiderio appassionato,
io ero attirato verse queste parole
«Lâ ilâha illâ Allâh».
Che stato - ah! se tu sapessi!
ho abitato tra i miei polmoni e la mia clavicola,
tra i miei più bei canti:
«Lâ ilâha illâ Allâh».
La migliore opera nella Servitù,
il dhikr del servitore, ormai
dopo le mie obbligazioni e la mia parte di felicità
nella vita, è «Lâ ilâha illâ Allâh».
La grande corte di tutti i gusti,
la sparizione nella Presenza di Allâh
la soddisfazione di Colui che di si ama
per Allâh, è: «Lâ ilâha illâ Allâh».
Il possessore di grandi conoscenze,
non lo si lascia mai tranquillo,
ma viene da lui un servitore che l’ama.
Ciò che fa trovare la Presenza, è la durata di «Lâ ilâha illâ Allâh»!
La mia magia e la mia guarigione,
la sicurezza e l’ascensione
il mio medico e il mio rimedio
è «Lâ ilâha illâ Allâh».
L’arrivo delle grandi conoscenze
il ritorno di tutti i doni,
l’argomento di tutte le opinioni,
è: «Lâ ilâha illâ Allâh».
Per molto tempo, con pazienza,
ho nascosto il mio amore in fondo al mio cuore,
quindi mi sono esposto, ed al mondo
ho gridato: «Lâ ilâha illâ Allâh».
L’Esteriore dell’Essere fiorisce di ogni bellezza.
La sua collana è fatta di perle e di pietre preziose.
Ma la luce che illumina tutti gli ornamenti
è «Lâ ilâha illâ Allâh».
Ogni cosa nell’Esistenza
è il teatro dell’Occhio della Contemplazione
dell'Unità che dice al Venerato Signore:
«Lâ ilâha illâ Allâh».
Possa, come le montagne, come le erbe,
le sabbie e gli uccelli,
recitare sempre:
«Lâ ilâha illâ Allâh»!
«Lâ ilâha illâ Allâh»
ha mischiato la mia carne e le mie ossa.
Il Suo amore ha costruito la sua residenza nel mio cuore;
Egli ha posseduto il mio spirito ed il mio corpo.
È con la Sua Luce che siamo stati guidati;
grazie ad Essa ci siamo rifugiati presso Verità.
Con passione abbiamo amato:
«Lâ ilâha illâ Allâh».
Con il suo amore sono diventato
un mondo che porta la sua bandiera
che viene a colpire come il vento
gli appelli di «Lâ ilâha illâ Allâh»!
L'Ospite della Felicità è al vostro fianco;
scende su voi, o miei coppieri:
la sua provvista, è il desiderio del vostro amore:
«Lâ ilâha illâ Allâh»
L’occhio della luce dell’occhio,
i giardini dagli alberi ramificati,
il mio giardino nell’Eternità,
è «Lâ ilâha illâ Allâh».
Nel mio ardore geloso per raggiungerlo,
correndo fra le città degli uomini,
scaturisce come un lampo imprevedibile:
«Lâ ilâha illâ Allâh».
La mia ascensione e la mia penetrazione
sono la sua invocazione in tutti gli stati;
i regali di tutti i miei tesori è:
«Lâ ilâha illâ Allâh».
La freschezza dell’occhio del cuore,
il mio sostegno nel giorno delle domande,
la sua compagnia è per me la migliore
delle provviste «Lâ ilâha illâ Allâh».
Il suo segreto elevato e luminoso
non sorge su tutti i promontori.
Come può la Luce della sua lucentezza essere nascosta?
«Lâ ilâha illâ Allâh».
Il Suo Sole è l’occhio dell'Esistenza,
già, Egli è apparso nel bianco e nel nero.
«Lâ ilâha illâ Allâh» è la Luce
che illumina la forma di tutte le cose!
La Shahâdah è una Verità e una Luce.
È con essa che è venuto l’Annunciatore
della buona novella. Egli ha invitato la Creazione intera
a dire con lui: «Lâ ilâha illâ Allâh».
L'abbeveratoio in cui bevo la sua acqua nel giardino,
l'oggetto del desiderio dei sette versetti[3],
nel mio spirito e sulla mia lingua
è: «Lâ ilâha illâ Allâh».
Non vedrai nulla oltre al Shahâdah,
poiché qualsiasi cosa porta la sua bandiera;
ogni essere reclama il profumo d'ambra
di: «Lâ ilâha illâ Allâh».
O popolo del mio amore, scusatemi.
Siete gente degna di rispetto.
La freschezza dell’occhio degli occhi
è: «Lâ ilâha illâ Allâh».
O mio Dio, io mi rifugio presso di Te
con la mia povertà e il mio rispetto.
Eccomi presente davanti a Te,
sotto la bandiera di «Lâ ilâha illâ Allâh».
[1] Si tratta dello Shaykh Mohammed ben Alî et-Tâdilî discendente del profeta Muhammad per intermediario di Sayidna-l-Hasan; lo shaykh è nato in Marocco circa nel 1870 a Rabat e morto a Al-Jadidah il 1953.
[2] Tradotto dall’arabo da Abd-er-Rahîm Tâdilî et Roger Maridort, pubblicata per la prima volta sulla rivista Études Traditionnelles n° 304 del 1952 e ripubblicato da Edizioni Studi Tradizionali, Torino, 1960.
[3] Si tratta dei sette versetti della prima sura del Corano la surat al-Fâtiha.