'Abd Al-Qâdir al-Jazâ'irî
L’unicità dell’Esistenza
Mawqîf 6
Il Reale ha detto: “Io”, in tutta verità; il servitore dice: “io”, con completa ignoranza.
Il servitore dice: “Lui”, perché constata che è lontano dal suo Signore; e il Signore dice: “lui”, perché tale è la constatazione del servitore.
Quando l’alba della provvidenza esala il suo soffio[1], quando prende posto l’araldo della guida, quando rifulgono le sei (direzioni) e i cinque (sensi)[2] grazie alla luce del sole, non vi è più “lui” tra i due: “Io” si riveste di “io”, l’Ipseità dell’ipseità, senza confusione né unificazione né dissoluzione; perché tutto ciò, nella nostra via e nella nostra proclamazione dell’unicità divina è smarrita.
Non v’è in noi che una sola Esistenza; essa è a un tempo l’essenza e la condizione (d’esistenza) delle tre realtà[3] che sono tali dal fatto della moltiplicazione dell’esistenza e dell’essenza individuale.
Essi non confonderanno i nostri ranghi con le loro sfuriate e non ci spaventeranno con le loro urla da guerrieri.
[1] Vedere Corano 81, 18.
[2] Queste precisazioni tra parentesi sono a cura dell’editore.
[3] L’ “Io” divino, l’ “io” umano e la manifestazione dell’“Io” divino nell’“io” umano.
Nessun commento:
Posta un commento